Corsivo Festival, il talk sull'intelligenza artificiale: una comodità scambiata per la nostra privacy

Il dibattito sull'intelligenza artificiale (foto Corsivo Festival)

Tra i tanti temi interessanti di Corsivo Festival c'è stato anche quello relativo all'Intelligenza Artificiale. Un argomento più che mai attuale del mondo di oggi


Si è conclusa sabato 18 maggio la seconda edizione di Corsivo Festival, il festival del giornalismo di Empoli dedicato alla comunicazione.

L'incontro è avvenuto nella cornice del Parco di Serravalle, dalle 17 fino alla notte: tanti ospiti di settori diversi che hanno raccontato il loro lavoro e il loro modo di comunicare. La serata è terminata con il dibattito elettorale tra i 5 candidati a sindaco di Empoli.

Alle 18 è andato in scena il talk sull'intelligenza artificiale. L'incontro è stato moderato da Manuele Vannucci, editore, con gli interventi di Michele Mezza, fra i creatori di Rainews24 e Giuliano Marullo, esperto di organizzazione aziendale e privacy.

Di seguito un estratto di alcuni dei passaggi più interessanti:

Giuliano Marullo (foto Corsivo Festival)

Corsivo Festival, il Talk sull'Intelligenza Artificiale

L'ingegnere Giuliano Marulo ha aperto il dibattito rispondendo alla domanda che ha dato il via a tutto: cos'è e cosa intendiamo per intelligenza artificiale?

"La grossa novità che abbiamo avuto, e il motivo per cui siamo anche qui, è perché un anno e mezzo fa, nel novembre 2022, una società americana, OpenAI, ha messo sul mercato uno strumento che ha avuto un enorme successo. In quattro giorni ha avuto un milione di utilizzatori, in un mese ha avuto 50 milioni di utenti. Ora, per avere un paragone, per avere un milione di utenti, Twitter ci ha messo due anni, per avere 50 milioni la televisione ci ha messo 13 anni e la radio 38. Questa velocità dipende proprio dalle caratteristiche di questo strumento che ha impressionato gli utenti ma anche gli investitori e infatti da allora non abbiamo avuto altro che continue novità"

Ma quale è l'aspetto che più ha impressionato? 

"Però questa novità che abbiamo avuto con chat gpt è perché questa è un'intelligenza artificiale che colloquia con l'umano in linguaggio umano e genera testi in linguaggio umano. Questa è una possibilità che abbiamo avuto quindi di colloquiare con un'intelligenza aliena e quindi ha sconvolto il nostro modo di operare. Ora non so se tutti conoscono le potenzialità di questo strumento ma ora proveremo a fare un esperimento".

Michele Mezza

Michele Mezza (foto Corsivo Festival)

La parola passa a Michele Mezza, che si concentra subito sul contesto in cui arriva l'intelligenza artificiale.

"La prima considerazione da fare è che noi non possiamo valutare e giudicare un prodotto. Perché ora l'intelligenza artificiale di cui stiamo parlando in questo momento, fra due ore, non è quella di cui abbiamo parlato. Allora cerchiamo di capire qual è la tendenza, cioè capire qual è la motivazione per cui all'improvviso su questo pianeta è arrivata questa roba. L'intelligenza artificiale arriva perché siete cambiati voi, non perché cambiano i giornalisti. Perché quando io facevo il giornalismo con la G maiuscola, nel mondo c'erano più o meno 500 milioni che si occupavano di scambiare informazioni. Oggi sono 5 miliardi che tutti i giorni non solo vogliono essere informati, ma pretendono di informare, di parlare".

Quale potrebbe essere la fregatura di questa AI?

"Per cui la domanda è perché c'è l'intelligenza artificiale? Perché è cresciuta enormemente la platea di utenti, questo è il dato. Ed è un elemento di civiltà, non è un elemento di regressione. La fregatura è che in cambio di avere una comodità di accesso a contenuti, informazioni, ecografia, noi scambiamo la nostra intima privacy mentale. Diamo i nostri dati a pochi padroni dell'intelligenza artificiale che profilano l'umanità"

L'individualizzazione della relazione

"Il tema sarà capire chi sono i soggetti negoziali in grado di costringere giganti come OpenAI, Google, Facebook, Amazon, Musk a un tavolo di trattativa e farci capire che cosa ci sia in quella black box, in quella scatola nera in cui si organizzano i segnali per interferire con ognuno di voi e di noi. Perché il tema è l'individualizzazione della relazione. Questi non sono un media di massa, non sparano nel gruppo, ognuno parla individualmente perché ci conosce, ha una pista dei nostri dati, ha assolutamente il modo in cui noi parliamo, i temi che trattiamo, le sensibilità che abbiamo. Per cui questo è l'elemento su cui dobbiamo intervenire"



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