In un mondo del tennis sempre più globalizzato c’è spazio per nuove realtà emergenti, fino a questo momento escluse dal gotha dei grandi circuiti sia a livello organizzativo che di risultati raggiunti dai singoli giocatori. E così anche l’Africa si affaccia al tennis che conta e lo fa in una delle tappe giovanili più importanti del pianeta subito dietro i tornei del Grand Slam Juniores, il Torneo ITF under 18 “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini, organizzato dal Tennis Club Santa Croce sull’Arno (Pisa).
Uno dei principali candidati al successo è il marocchino Reda Bennani, testa di serie numero 7 e 20 al mondo, che esordisce contro il qualificato argentino Romeo Arcuschin spuntandola dopo una lotta di oltre due ore e mezza sotto il solleone (26 61 64). Lo sfavorito sorprende Bennani in un primo set gagliardo, ma già ad inizio del secondo rallenta, complice un problema alla gamba derivante dalle tre partite dure disputate in tre giorni, mentre il marocchino inizia a macinare il suo gioco solido e ricco di accelerazioni. Nel set decisivo Bennani prende il largo (4-0), ma quando sembra sul punto di chiuderla velocemente subisce il rientro disperato di Archuschin, e archivia la pratica solo con il punteggio di 6-4.
“Per me rappresentare il Marocco è un onore e allo stesso tempo una responsabilità – queste le parole di Bennani – perché abbiamo avuto campioni del calibro di El Aynaoui e Arazi e le aspettative nel mio paese sono sempre molto elevate. Rispetto ai miei coetanei ho deciso di seguire un programma ambizioso e di partecipare sia a tornei juniores che professionistici (poche settimane fa nel Master 1000 di Madrid ha portato al terzo il 72 del mondo Brandon Nakashima, ndr): è una scelta rischiosa, ma anche perdendo confrontarmi così da giovane con avversari di quel livello è il modo migliore per adattarmi e imparare tanto”.
Sarà l’atleta magrebino a guidare la riscossa africana a Santa Croce sull’Arno, dove in quarantatré anni di storia si è assistito ad un’unica affermazione di una tennista africana, la sudafricana Dally Randriantefy (correva l’anno 1993 contro una giovanissima Martina Hingis, che poi sarebbe diventata una delle tenniste più forti della storia, mentre la vincitrice si dovette “accontentare” del best ranking di numero 44 al mondo)? Oppure l’Africa ha altre frecce al suo arco? Anche nel femminile ci sono delle chance, in particolare se analizziamo la prestazione odierna di Jana Hossam Salah: la giocatrice egiziana ha sconfitto contro ogni pronostico (64 63) la testa di serie numero 3 Rositsa Dencheva, mostrando un tennis talentuoso senza evidenti debolezze tecniche. La terza africana in tabellone invece, la rappresentante del Benin Gloriana Nahum, si è arresa all’azzurra Gaia Maduzzi (64 63) ed ha salutato la comitiva già nel suo match di debutto.
Capitolo italiani. Dal Cerri giungono buone indicazioni, soprattutto dalla truppa maschile, sulla carta non accreditata per le parti alta del tabellone. Ma alla loro “prima” hanno destato un’ottima impressione sia Lorenzo Angelini, facile vincitore (61 62) sul brasiliano Luis Augusto “Guto” Miguel, quindicenne brasiliano di grandi prospettive ma ancora un po’ leggerino, che Lorenzo Beraldo: reduce pochi giorni fa dal trionfo a Prato, il faentino ha colto uno scalpo pesante come quello dello statunitense Cooper Woestendick (testa di serie numero 6 e 19 al mondo), in una sfida costruita sugli uno-due dove il nostro alfiere, in formissima, non ha mollato di un centimetro e ha costretto lo statunitense a tanti errori forzati. Tra l’altro nel main draw maschile, con la precoce eliminazione di ieri sera del primo favorito Amir Omarkhanov, si sono aperti scenari imprevisti e interessanti per coloro che avranno testa, gambe e cuore per andare avanti.
L’ingresso sui campi del Tc Santa Croce è libero per tutta la durata della manifestazione.
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