Botta e risposta tra il Comitato Palestina Siena e il Rettore Tomaso Montanari dell'Università per Stranieri di Siena.
La lettera del Comitato Palestina Siena esprime un'accusa nei confronti dell'Università, descrive il contesto drammatico in Palestina e accusa l'Università di incoerenza nelle sue azioni di solidarietà.
La risposta del Rettore Montanari contrasta le accuse del Comitato, definendole infondate e offensive. Egli nega qualsiasi collaborazione dell'Università con le forze armate israeliane e sottolinea l'impegno dell'Università nel soccorso umanitario. Montanari rifiuta un incontro a causa dei toni e delle affermazioni del Comitato, pur riaffermando la propria disponibilità al dialogo in contesti appropriati.
Questa la lettera del Comitato Palestina Siena:
A seguito del 7 ottobre e della conseguente reazione inumana dell’entità sionista, abbiamo
assistito a una dimostrazione di solidarietà senza precedenti da ogni parte del globo. Studentə
e cittadinə della provincia di Siena si sono mobilitati dal primo momento per richiedere un
immediato cessate il fuoco e lo stop agli accordi in corso con Università israeliane e aziende
coinvolte nella filiera bellica, e abbiamo assistito a un impegno concreto nel boicottaggio
economico di aziende coinvolte, direttamente o con accordi, nel finanziamento del genocidio
e dell’occupazione in Palestina. Anche da parte della comunità accademica senese è arrivata
da subito la condanna delle azioni genocidarie portate avanti dall’occupazione israeliana a
Gaza, come abbiamo visto dal fatto che vari docenti e ricercatorə dell’Università per Stranieri
di Siena abbiano sottoscritto l’appello per il cessate il fuoco e per lo stop agli accordi in corso
con Università israeliane e aziende coinvolte nella filiera bellica e la lettera aperta al Ministro
degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani che richiedeva lo stop al bando
MAECI di cooperazione scientifica con Israele da parte del Ministero.
A sette mesi dall’inizio dei bombardamenti indiscriminati, la situazione in Palestina è
drammatica: secondo le dichiarazione di Al Jazeera, in data 03/05/2024, il numero delle vittime
provocate dai bombardamenti indiscriminati israeliani supera i 34.000 esseri umani uccisi, e
oltre 77.000 persone ferite, cui vanno aggiunti più di 1 milione e 700 mila civili sfollati dalle loro
case (di cui circa 610.000 bambini). Tra le persone uccise, ci sono anche 196 lavoratori delle
Nazioni Unite (UN) e 103 giornalisti; i bombardamenti stanno colpendo soprattutto aree ed
obiettivi non militari, tra cui ospedali, scuole, chiese, moschee e abitazioni; a Gaza ed in
Cisgiordania è stato distrutto quasi il 90% degli edifici scolastici, 260 insegnanti sono stati
uccisi ed il 70% delle abitazioni sono state danneggiate o distrutte.
La repressione contro chi mostra la sua solidarietà verso il popolo palestinese si fa ogni giorno
più forte, e ne sono una dimostrazione i fatti dello scorso 23 febbraio a Pisa e a Catania come
anche gli sgomberi e gli arresti che colpiscono studentə, docenti e ricercatorə in presidio
permanente nelle università statunitensi: solidali con la Palestina e con le proteste di tutto il
mondo, porteremo avanti le nostre rivendicazioni fino a che l’Università per Stranieri di Siena
non rescinderà ogni complicità con l’occupazione sionista.
L’Università per Stranieri di Siena già dal 2021 partecipa al progetto Mare Aperto, progetto in cui
i partecipanti sono coinvolti in tirocini di mediazione linguistica insieme alla Marina Militare e
partecipano attivamente a esercitazioni militari che coinvolgono, fra gli altri, anche le Forze
Armate Israeliane. Con questi presupposti, riteniamo che organizzare eventi di solidarietà con
le vittime palestinesi, come quello in programma per mercoledì 15 maggio, sia una
manifestazione più che evidente dell’ipocrisia e dell’incoerenza di un’istituzione come
l’Università pubblica, che da una parte collabora con un’entità che occupa, bombarda e uccide
e dall’altra esprime solidarietà con le vittime di questi bombardamenti e omicidi, anche con
raccolte fondi.
Inoltre, a seguito della contestazione che abbiamo portato avanti contro la Ministra Bernini in
occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico presso l’Università per Stranieri di Siena
in data 19 febbraio, il Magnifico Rettore si è sottratto a ogni tipo di confronto, dichiarando che
non avrebbe partecipato “ad alcun dibattito con chi ha scelto di usare l’insulto, la diffamazione
e la menzogna”, termini che noi respingiamo in blocco in quanto non aderenti alla realtà dei
fatti.
Forti della disponibilità mostrata dai rettori di altri atenei italiani a indire una seduta
straordinaria e allargata del Senato Accademico e a incontrare, pubblicamente o meno, gli
studenti (Uniba, Federico II, Sant’Anna, Normale, Unimi, Unibo, Unito, Sapienza) e fiduciosi
della rinnovata disponibilità mostrata dal Rettore Montanari a confrontarsi con parti della
mobilitazione che sta avvenendo a livello nazionale sul tema della Palestina, come Comitato
Palestina Siena chiediamo un incontro pubblico in assemblea aperta con il Rettore Tomaso
Montanari per le ore 18.30 del giorno 15 maggio, data in cui ricorre il 76° anniversario della
Nakba, presso l’Acampada al polo Mattioli.
Non bastano più le dichiarazioni di solidarietà, adesso vogliamo azioni concrete
Questa la lettera di risposta del rettore Tomaso Montanari:
A Francesca Parri
Mi spiace molto doverle dire che la lettera che mi ha inoltrato a nome del Comitato Palestina per Siena ha
contenuti falsi, e toni inaccettabili e ancora una volta gravemente insultanti. Accusare la comunità della
Stranieri di «complicità con l’occupazione sionista» è un’infamia gratuita, infondata, squadristica. Nessun
dialogo è possibile se questa affermazione gravissima non verrà prima pubblicamente ritirata.
Come la Marina militare è tornata oggi a confermarci, è fattualmente falso che l’operazione Mare aperto
veda la partecipazione delle Forze armate israeliane. È anzi vero che a questa operazione si debba uno dei
pochi soccorsi occidentali a Gaza (https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2024-02/bambini-gaza-naveospedale-vulcano-la-spezia-padre-faltas.html).
Quanto all’iniziativa del 15 maggio, invito il Comitato Palestina a non privatizzare a suo vantaggio una causa
che appartiene a tutte e tutti coloro che intendono sostenerla. Lo invito ad avere rispetto se non per una intera
comunità accademica, almeno per coloro che hanno scelto la Stranieri per la prima nazionale di Messaggi da
Gaza, ora, conoscendo perfettamente le nostre posizioni: che sono di fermissima e pubblica condanna di ciò
che Israele sta perpetrando a Gaza, e di argomentata volontà di non troncare nessun rapporto con nessuna
università di nessun Paese del mondo.
I toni del messaggio rendono purtroppo del tutto impossibile un incontro.
La mia personale propensione al dialogo è, come è noto, larghissima (sabato 18 sarò, per esempio, relatore
ad un incontro di Cambiare Rotta, a Roma), con l’unica doverosa eccezione di chi sceglie la via violenta
della menzogna, e della diffamazione dell'interlocutore.
Mi spiace davvero che la sacrosanta mobilitazione studentesca per Gaza si affidi, a Siena, a parole
inconsapevoli e irresponsabili come queste.
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