Primo Maggio, Festa dei Lavoratori. Che nel distretto sono largamente impegnati nel settore della concia della pelle e in tutto l’indotto collegato: 250 aziende, 6.000 addetti, merci che vengono esportate in tutto il mondo per la propria qualità.
Dopo un lento ma progressivo recupero post-Covid, negli ultimi mesi il comparto moda toscano e il Distretto del Valdarno Inferiore stanno sperimentando una congiuntura sfavorevole. In calo la produzione, le esportazioni e, inevitabilmente, anche la domanda di lavoro. In crescita le ore di cassa integrazione. I fattori di crisi agiscono in modo differenziato fra le varie specializzazioni, generando una diversa distribuzione delle perdite tra le varie aziende del comparto. Ma chi soffre più di tutti sono inevitabilmente i terzisti e le piccole imprese.
“Un elemento di fondamentale importanza – afferma il vicesindaco e candidato Sindaco della lista Castelfranco Unita, Federico Grossi - riguarda le relazioni di filiera, da monte a valle, tendenzialmente governate in modo pressochéé unilaterale dalle decisioni dei committenti della moda, ossia gli influenti gruppi imprenditoriali multinazionali e multi prodotto che troppo spesso scaricano sulle aziende i costi di produzione in una competizione al ribasso. È innegabile come sia in corso una campagna di acquisizione delle aziende del Valdarno Inferiore da parte dei fondi di investimento e da parte delle grandi firme della moda. Il potere decisionale si sta spostando dal Valdarno a Parigi, Hong Kong..e se va bene a Milano. Questi grandi gruppi non hanno bisogno di associazioni di categoria, si rappresentano da soli e indicano lo sviluppo del territorio mentre vorrei che fossimo noi a gestire e indicare lo sviluppo del nostro territorio: noi che ci lavoriamo, che lo amiamo e che ci viviamo ogni giorno. Non altri. In queste settimane – aggiunge Grossi - negli incontri che abbiamo avuto con sindacati, imprese e associazioni di categoria, abbiamo raccolto sentimenti di preoccupazione. Di queste preoccupazioni dobbiamo farcene carico, tutti. Dobbiamo rimetterci in cammino, tornare a parlare e a prendere decisioni collegiali per immaginare il futuro del distretto. Abbiamo delle importanti basi da cui partire, come gli impianti e i depuratori, che sicuramente vanno migliorati e adeguati ma che ci hanno permesso di arrivare fin qui. Consideriamo “beni pubblici” le infrastrutture e gli impianti impiegati per la depurazione in quanto realizzati nei decenni scorsi con il preponderante intervento della finanza pubblica che, anche se gestiti in partenariato o con la direzione dei privati, debbono restare sotto il controllo pubblico. Si tratta di rilanciare politiche capaci di coniugare la competenza maturata nei decenni, che tutto il mondo ci invidia, con valori quali solidarietà ed efficienza, sviluppo e difesa dell’ambiente, partecipazione e visione di area vasta, soprattutto tenuta sociale del territorio dal punto di vista occupazionale e della qualità e sicurezza del lavoro. Chiediamo alla Regione Toscana di convocare subito il tavolo di distretto e il tavolo di crisi per la moda. Non c'è più tempo da perdere – conclude il candidato Federico Grossi”
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