San Pantaleo, un borgo da rigenerare: nuovo incontro a Vinci

Quali futuri possibili per il borgo di San Pantaleo in Vinci, punto di riferimento della valle del Vincio e luogo in cui visse la madre e la famiglia allargata di Leonardo da Vinci?

A questa domanda che si pongono ormai da anni le comunità di confine (Vinci, Cerreto Guidi, Lamporecchio), che nel 2020 hanno sostenuto addirittura la candidatura a Luogo del Cuore per il Fai, forse è arrivato il momento delle risposte. Nel 2023 l’Istituto di Sostentamento del Clero di San Miniato, che nel frattempo è diventato unico proprietario del complesso immobiliare, e il Comitato cittadino Noi per San Pantaleo hanno promosso un ciclo di incontri pubblici in ascolto dei bisogni e desideri per la rinascita della Chiesa di San Pantaleo in Vinci, in stato di parziale degrado, pressoché abbandonato da decenni, seppure sia uno dei punti di riferimento della circostante valle del Vincio. Il ciclo si conclude il prossimo 27 aprile 2024, h. 9,30-13,00, presso l’agriturismo Monna Caterina (Vinci, via Lamporecchiana n. 143), prescelto per la posizione strategica, trovandosi proprio dinanzi all’antico borgo. L’ingresso e la partecipazione sono liberi e gratuiti. L’evento è stato realizzato con il patrocinio del Comune di Vinci e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

Se “Futuri possibili per il borgo leonardiano di San Pantaleo” è il titolo, assai significativo è il sottotitolo dell’incontro: “rigenerare i luoghi intorno a noi con le comunità locali”. L’incontro verte sul valore della rigenerazione urbana e della sua lettura, sul potenziale dei luoghi a vocazione socio-culturale e sul loro significato, partendo dal caso San Pantaleo con uno sguardo generale, a livello nazionale, su altre esperienze e iniziative.

Sono presenti gli esperti nel settore della riqualificazione di beni culturali, Giovanni Campagnoli e Roberto Tognetti, presidente e direttore della “Fondazione Riusiamo l’Italia”. Coordina i lavori Carlo Andorlini, docente dell’Università degli Studi di Firenze, esperto di politiche giovanili e di rigenerazione urbana. A fare i saluti iniziali, assieme agli organizzatori, ci sono Rossana Ragionieri e Sandra Ristori autrici della monografia “San Pantaleo, Verde antico” e per quelli finali Antonio De Crescenzo, Comitato Indirizzo della Fondazione CRF e del Sindaco, Giuseppe Torchia.

Alcuni doverosi cenni sui relatori: la Piattaforma Riusiamo l’Italia, presente con i suoi rappresentanti, è finalizzata a promuovere azioni e progetti di semplicità civile, per aiutare l’Italia a valorizzare i suoi infiniti talenti e per accelerare i processi di creazione del valore, processi che possono e devono essere innescati da attività anche di riuso temporaneo, riuso creativo, attività insomma dove sono “i valori” dei contenuti a ripristinare “il valore” dell’immobile e non il contrario. San Pantaleo, da questo punto di vista, con la sua storia, le suggestioni leonardesche, il naturale crocevia di sentieri e cammini nazionali e internazionali, rappresenta uno scrigno di tesori, molti dei quali da scoprire e da promuovere.

Carlo Andorlini è un esperto per  lo sviluppo dei processi di innovazione socio-culturali nei territori attraverso l’utilizzo di approcci, strumenti e metodi riconducibili all’ambito del lavoro di comunità e che operano sulla “potenzialità relazionale” inutilizzata o sotto utilizzata fra sistemi organizzati, cittadini e Istituzioni. Oggi è Docente a contratto all’Università di Firenze nel corso di laurea “Disegno e gestione degli interventi sociali”, è membro dell’Ufficio nazionale economia civile di Legambiente e del Comitato tecnico-scientifico nazionale, è membro del Consiglio nazionale del Terzo settore in quota Autonomie locali come Regione Toscana, è direttore scientifico di alcuni processi di sviluppo di welfare territoriale. Collabora con Enti del terzo settore, Enti Pubblici e Fondazioni.

Al termine di questo ciclo di incontri verranno rese pubbliche le conclusioni con la speranza di arrivare al recupero di questo importante patrimonio storico e culturale del nostro territorio, anche nel ricordo di Caterina e dell’altra famiglia di Leonardo da Vinci.

Fonte: Vinci nel Cuore

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