Il cardinale Simoni in visita al Monastero di Lecceto

La Chiesa dell’antico Monastero di Lecceto, edificato tra il 1100 ed il 1200, non è riuscita a contenere i numerosissimi fedeli, tanti dei quali rimasti all’esterno nel loggiato, giunti all’antico eremitaggio per incontrare il novantacinquenne Cardinale Ernest Simoni.

Il Porporato è stato accolto con grande affetto dalla Madre Badessa Maria Carmela Procopio e dalle consorelle Monache Claustrali Agostiniane la cui comunità custodisce da più di cinquanta anni l’antico eremo, centro mistico a cui era fortemente legata Santa Caterina da Siena, che frequentava Lecceto. Un luogo di spiritualità nato grazie a un gruppo di eremiti che vivevano in grotte di tufo e scelsero questa selva – covo di briganti – per farne un covo di santità il cui motto è “Ilicetum vetus sanctitatis Illicium” ovvero “Lecceto antica attrazione di santità”.

Il Porporato per la seconda volta consecutiva in pochi giorni si è recato in visita all’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino nella IV Domenica di Pasqua del “Buon Pastore”.
Lo scorso Santo Natale è stato ricordato il 60° anniversario dall’arresto di don Ernest, avvenuto il 24 dicembre 1963, che lo portò a scontare ingiustamente 28 anni tra prigionia e lavori forzati nelle miniere e nelle fogne; pena inflitta dal dittatore albanese Enver Hoxha, il quale nel 1967 per costituzione aveva dichiarato il “Paese delle Aquile” unico stato al mondo ateo per costituzione.

“Grande gioia quest’oggi essere in visita al Monastero di Lecceto – ha affermato il Cardinale Simoni - dove ho potuto celebrare la Santa Messa alla presenza di tanto popolo accorso per incontrare Gesù, con il quale abbiamo pregato per l’implorata pace nel mondo e per il Santo Padre, il quale ogni giorno con grande sforzo si adopera per costruire la pace tra i popoli e tra le nazioni. Ringrazio il Signore per aver potuto visitare la comunità monastica di Lecceto da me già incontrata cinque anni fa, accolto anche oggi con tanto affetto dalle reverende monache figlie di Sant’Agostino. Ogni giorno, con la loro vita contemplativa, nel silenzio e nell’esistenza nascosta con il Risorto, intessuta di lavoro e preghiera, contribuiscono a sostenere la Santa Chiesa, strumento di salvezza per ogni uomo che il Signore Gesù ha redento con il suo sangue. Le monache con la loro vita donata totalmente al Divin Maestro con la fonte inesauribile che attingono dalla preghiera, presentano al cospetto dell’Altissimo le necessità spirituali e materiali di tanti fratelli in difficoltà, la vita smarrita di quanti si sono allontanati dal Signore. Il mio saluto e ringraziamento all’Arcivescovo Cardinale Augusto Paolo Lojudice e per tutti coloro che si sono adoperati nell’organizzare questa mia visita, il Signore rimeriti ogni azione di bene verso il prossimo e benedica e protegga sempre il dilettissimo popolo di Siena”.

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