Il 27 aprile, e fino al 19 maggio 2024, prenderà avvio - negli spazi della Galleria San Gallo, nell’omonima via fiorentina - la personale di Marcello Scarselli, “Dal gesto al segno”, a cura di Loredana Barillaro. Raffinato artista, vanta un corposo curriculum espositivo in contesti nazionali e internazionali e opere presenti in collezioni pubbliche e private.
La mostra - che si compone di venticinque quadri di varie dimensioni e di una scultura - fornisce uno spaccato esaustivo della produzione dell’artista e costituisce un ulteriore importante tassello sia nella sua carriera sia nel percorso che la Galleria San Gallo ha intrapreso e sta portando avanti
LA MOSTRA
Ampie stesure cromatiche, sequenze di segni, texture, spessi contorni a disegnare figure umane, oggetti, animali, sembrano questi i codici chiave dell’opera dell’artista Marcello Scarselli. Possono dirsi, le sue, opere di natura astratta? Possono dirsi opere di natura figurativa? Si tratta di lavori, in particolare quelli degli anni più recenti, che si connotano per la prevalenza di superfici piatte in cui, spesso, è un unico colore a fungere da leitmotiv, a tessere una narrazione i cui elementi si dispongono in maniera ordinata. Ma altrove le forme, rese essenzialmente geometriche, danno vita ad opere che si differenziano per un intenso dinamismo, l’alfabeto segnico si fa più corposo, diventa frenetico. Elementi grafici dunque - di derivazione figurativa - si sovrappongono gli uni sugli altri a formare talora ideali volumi, talaltra forme piane. Non è la profondità, non è la prospettiva ad interessare, ciò che si coglie nell’immediato è la compattezza dell’opera, il suo emergere simultaneamente in tutte le sue componenti. E ancora, in taluni dipinti, si realizza un’ulteriore promiscuità cromatica in cui non c’è “ordine”, non c’è “rigore” e il segno diventa graffio, si fa veloce, inconscio, energico.
C’è un andare e un tornare, un togliere e un aggiungere, l’artista compone e scompone perché il racconto prenda forma, perché ci sia un inizio e un approdo, perché l’opera si realizzi nel suo carattere essenzialmente minimale, puro. Appare dunque chiara la matrice istintuale, quella che lo porta a dipingere forsennatamente, a sentirne il viscerale bisogno. La figura umana, il paesaggio, tutto è a portata di mano, le componenti si rinsaldano così da aiutarci a mettere insieme i pezzi. E pezzo dopo pezzo l’immagine si compie, l’artista prende nota, ne realizza idealmente uno schema. Possiamo noi entrare nel dipinto e attraversarlo? Possiamo probabilmente percorrerlo come se ci trovassimo all’interno di un gioco in cui siamo chiamati a proseguire livello dopo livello. Il colore, ancorché sintomo del susseguirsi di reazioni emotive, incoraggia la visione a pacificarsi, rilassa la mente, ma l’occhio domanda sempre di più e, insieme al segno, è dunque filo conduttore, nondimeno - come continua a suggerirci il titolo della mostra - lo è il gesto dell’artista che si muove attorno e sulla tela. Nell’opera di Scarselli la figura umana ha connotati arcaici, a rimembrare forme primordiali mediante una trattazione - anche scultorea - che è possibile rintracciare nella storia dell’arte recente, ma capace di farsi linguaggio contemporaneo.
Ogni singolo dipinto costituisce un paragrafo nella complessità del suo lavoro; per chi osserva si fa incessante il bisogno di decifrare per andare avanti, per poter proseguire in maniera quasi bramosa, nel tentativo di intraprendere un personale percorso di comprensione e, ancor di più, di assimilazione. Ed è così dunque che il disegno della realtà - dei suoi paesaggi, delle sue architetture, degli accadimenti storici, dei suoi “figuranti” e simboli - si sposa ad una certa trepidazione, ad un certo lirismo che rimangono costanti negli anni, in un percorso improntato alla ricerca, alla sperimentazione e alla definizione del proprio personale linguaggio.
Marcello Scarselli
Marcello Scarselli nasce a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, nel 1953. Dopo essersi diplomato all’Istituto Tecnico di Pontedera (PI), frequenta corsi di disegno, di intaglio e successivamente il corso di incisione alla Scuola Internazionale di Grafica Il Bisonte a Firenze dove incontra Manuel Ortega che gli trasmette la passione per le tecniche incisorie come la collografia. Scarselli inizia la carriera artistica negli anni Settanta partecipando a numerose mostre collettive e intervenendo nell’animato dibattito estetico di quel periodo. Decisivo per la sua formazione l’incontro, l’amicizia e lo scambio culturale con numerosi artisti toscani come Mario Madiai, e la conoscenza di artisti di fama internazionale quali Ennio Calabria e Giancarlo Ossola. Le opere giovanili di Scarselli sono improntate ad una rappresentazione realistica per poi volgere verso la resa di un’idea del “reale” pittorico ritrovato interiormente per via di memoria e di intuizione ed espresso attraverso la sperimentazione continua di tecniche e contenuti d’avanguardia.
La sua professione di pittore si consolida negli anni attraverso una costante attività espositiva in Italia e all’estero (Austria, Belgio, Germania, Francia, Svizzera, Portogallo, Croazia, Giappone), con antologiche personali d’ampio respiro, come ad esempio quella di Parigi presso la “Maison d’Italie” (Cité Universitarie), alla Foire de Nice, invitato dalla Camera di Commercio Italiana in Francia.
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