Simona Rossetti è la sindaca di Cerreto Guidi dal 2014, con la possibilità certificata dal governo di una ricandidatura l'8 e 9 giugno tenterà la vittoria e un terzo mandato tra le fila del centrosinistra. Abbiamo parlato con lei sul percorso fatto finora, su pro e contro di fare il sindaco fino a 15 anni e, inevitabilmente, degli strascichi dell'alluvione su Cerreto Guidi.
Rossetti, come siete arrivati alla ricandidatura per un terzo mandato?
Il percorso era stato avviato da ottobre scorso con l'assemblea del partito, aperta non solo agli iscritti ma anche a giunta, consiglieri e associazioni del territorio. Ci siamo interrotti per novembre-metà dicembre per l'alluvione. Nel riprendere si stava prefigurando l'ipotesi del terzo mandato. Ci siamo tenuti queste ipotesi da una parte, portando anche avanti il percorso con figure che potessero essere prossimi candidati. Al momento delle conclusioni, il discorso terzo mandato era un'ipotesi più vicina. In questo contesto l'assemblea Pd si è preso un mese di tempo, l'ipotesi sarebbe stata presa in considerazione. Anche io ho fatto le mie valutazioni ed è stata una decisione non scontata, ci ho riflettuto molto. Con l'assemblea poi è stato confermato il mio impegno per la ricandidatura. Il percorso di ascolto è stato utile, è giusto avere la percezione di quel che è stato fatto avere spunti per il programma futuro. Gli incontri con la cittadinanza erano già in campo e poi a fine febbraio abbiamo ufficializzato la candidatura.
A Capraia e Limite un percorso 'analogo' è stato fatto da Alessandro Giunti, anche lui sindaco in corsa per un terzo mandato. Sul nome che circolava poi come candidato, quello di Edoardo Antonini, Giunti ha detto che sicuramente avrà un ruolo in squadra. Succederà così anche a Cerreto Guidi per chi era stato tirato in ballo?
Di fatto sono già nella mia squadra. Francesca Brotini, Alessio Tanganelli e Massimo Irrati fanno già parte della mia squadra. Soprattutto il nome di Massimo stava prendendo corpo, con lui c'è piena fiducia reciproca, farà parte della squadra, poi guarderemo a chi avrà le varie funzioni di supporto della giunta e di altro. Sono tutti ragazzi in gamba e che hanno lavorato molto bene, con i quali ci siamo scambiati fiducia reciproca e sostegno. Non abbiamo problemi sotto questo punto di vista.
Considerato pro e contro, chi lo fa fare di correre per un terzo mandato?
Un lungo elenco di cose da fare, da migliorare, ancora in ponte. Alla base però c'è l'amore per il proprio territorio, mi sento ancora molto legata a un impegno dedicato al fare il sindaco in termini di missione, senza guardare orari, chi chiama e quando chiama, senza guardare alle difficoltà. Mi sento devota a questo impegno, nel bene e nel male, a tutto tondo. Può sembrare semplice amministrare un comune sotto 11mila abitanti, ma è complesso. Le cose amministrative non sono mai state semplificate, dobbiamo seguire anche cose esterne che vanno di pari passo. Come sindaca non posso stare solo fuori o solo negli uffici, serve un equilibrio. Alla fine di questo lungo elenco mi sento molto coinvolta e legata a uno spirito di servizio e di responsabilità.
Per quanto riguarda la coalizione, nonostante dovrà essere composta una lista unica, come vi state muovendo? C'è anche una dialettica con le associazioni, come aveva affermato prima
Le trattative di alleanze sono ancora in corso, le renderà pubbliche il segretario. Ma oltre al Pd stanno dando conferma sia Azione, +Europa e Italia Viva, hanno da confermare sulla carta ma per quanto ci riguarda è un percorso naturale di un centrosinistra molto allargato. Al di là dei lavori a Roma e delle decisioni dei segretari nazionali, c'è sul locale una visione comune e un impegno insieme per le cose amministrative, presumo non ci siano sorprese.
Con le associazioni abbiamo lavorato tanto con progetti insieme, e quando lo fai non chiedi di chi hanno la tessera. Se condividi obiettivi si va avanti e porta molta collaborazione in tanti frangenti. Poi i legami con i cittadini sono stati rinforzati anche con le numerose emergenze. Tutto ci ha reso più disponibili a tutti.
A Cerreto si delinea una corsa a tre, con il candidato del centrodestra che dovrebbe essere ancora Simone Barontini e Susanna Rovai per il Pci. Com'è stato il rapporto in questi 5 anni, dentro e fuori il Consiglio comunale?
Ognuno ha portato avanti idee e proposte senza uscire dai confini dei Consigli comunali, non ci sono state iniziative comuni. Ognuno farà le proprie proposte e sulla propria visione del territorio.
Qual è il pilastro di questi 5 anni di governo?
L'obiettivo della scuola e della biblioteca, inaugurata in pieno covid. Sono state opere importanti e molto sudate, una vera e propria conquista per il nostro comune. Venivano da una situazione di difficoltà. Poi abbiamo due grandi opere con riqualificazioni di altri luoghi del territorio come Stabbia e Bassa. Ci metto anche i progetti di messa in sicurezza del territorio che vanno in gara ora ma aggiungono milioni di euro per dissesti franosi. La gente all'esterno non le vede ma sono opere importanti. Oltre alla scuola d'infanzia che spero vada presto in gara.
Alle cose 'fisiche' aggiungo anche che abbiamo tenuto i servizi educativi con fasce Isee invariate, chiedendo in proporzione una compartecipazione di cui la fetta più grande della torta rimane in carico al pubblico.
Qualcosa che non è riuscita a portare a termine, vuoi per le finanze, vuoi per l'opportunità mancata?
Il mio rammarico più grande è quello di essere stata coinvolta in una situazione talmente più grande di noi con una gestione covid fuori da quello che ognuno avrebbe pensato. Oltre all'emergenza sanitaria c'è la rivoluzione del fare amministrativo. Quei 2 anni tra qualche anno qualcuno si ricorderà quanto sono stati impegnativi, potevano essere investiti nel portare avanti una serie di cose frutto delle esigenze dei cittadini. Nel complesso posso dire che ci siamo impegnati sempre per partecipare a bandi importanti. Un comune come il nostro ha bisogno di finanziamenti sovracomunali, in questi anni è stata raggiunta una cifra impensata, 15 milioni di euro tantissimi. Vogliamo continuare ad andare avanti su questa linea. Poi ci sono esigenze nello sport, nel fare nuove scuole, nel riqualificare il centro storico della piazza. Non sono potuta andare in gara per la 'piazza del palio', è sempre rimasta superata da emergenze o altre priorità. Ma quel recupero sarebbe molto importante, lo abbiamo visto a Stabbia, non è solo una piazza ma acquisisce nuove funzioni e vitalità.
L'alluvione del 2 e 3 novembre cosa le ha fatto imparare? A meno di 10 anni da un altro grande disastro climatico come il downburst.
A parte il dispendio di energia, visione e concretezza devono andare di pari passo. La concretezza non ti fa risolvere problemi, la visione non ti fa spalare il fango. Non servono altre emergenze per far capire che la messa in sicurezza del territorio, idraulica, sismica, geologica, deve essere al primo posto. Nessun comune da solo ce la può fare, non è uno scaricare ad altri ma è dire ai 3 livelli dello Stato: accanto alla sanità, la sicurezza del territorio deve essere priorità. Se la risposta è sì, accanto alle proposte vengano messe le risorse. Abbiamo proposto al Genio Civile di realizzare le casse di espansione studiate nel 2021, però questo ci fa capire che di tempo ne abbiamo poco. Gli eventi meterologici ti 'pagano' su questo, sul tempo di messa in sicurezza. Mi auguro che davvero di venire aiutati, se si crede che deve essere fatto ci devono essere le risorse.
Elia Billero
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