Spintona e fa cadere un'operatrice socio-sanitaria all’ospedale ‘La Gruccia’ di Montevarchi: parente di una paziente condannato a risarcire l’Oss con 2mila euro, oltre al pagamento delle spese legali. Nei giorni scorsi il giudice del tribunale di Arezzo ha condannato un giovane per aver spinto e fatto cadere a terra un’operatrice sanitaria durante un diverbio, accogliendo la richiesta del difensore dell’aggressore della sospensione del procedimento penale con la Messa alla prova e la non menzione sul casellario giudiziario.
Il fatto è avvenuto nel gennaio 2023, quando al pronto soccorso dell’ospedale del Valdarno si presenta una ragazza alla quale viene assegnato un codice di gravità ritenuto non urgente. Il fratello, però, pretende che la giovane venga subito visitata: i toni si alzano e interviene l’Oss del servizio di accoglienza, che al termine di una discussione viene spintonata e fatta cadere a terra. L’operatrice (assistita dallo studio legale dell’avvocato Stella Scarnicci di San Giovanni Valdarno) sporge querela e il responsabile prova a negare il fatto, ma le telecamere presenti in sala d’aspetto lo incastrano. Per l’aggressore arriva prima il rinvio a giudizio e poi, nei giorni scorsi la sentenza di condanna.
Soddisfazione per l’esito del procedimento arriva dal Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche. “La sentenza - commenta il segretario territoriale Claudio Cullurà - rappresenta un segnale importante per incoraggiare i troppi operatori sanitari vittime di aggressioni a denunciare. Dobbiamo riuscire a spezzare questa inaccettabile spirale di violenza è possibile soltanto se le vittime sono disposte a denunciare. Sarebbe auspicabile che le Aziende sanitarie si costituissero, quando possibile, parte civile, così da dare un segnale ancora più forte il nostro supporto alla collega, seguendola in ogni fase: dal momento della denuncia alla sentenza”.
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