'Ndrangheta, sequestri per 4 milioni tra Toscana e Calabria. C'è un legame con l'inchiesta Keu

Dall'alba di oggi tra Toscana e Calabria è in corso un sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 4 milioni di euro. Tra questi un'azienda nel settore di scavo a Montevarchi, 12 conti correnti, un immobile a Bucine, 15 terreni nell'Aretino tra Bucine e Montevarchi, tre unità immobiliari nella provincia di Catanzaro, rapporti bancari e veicoli. Ad eseguire il sequestro i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Arezzo, nei confronti di un imprenditore calabrese di Guardavalle, da anni trapiantato nell'Aretino, ritenuto collegato alla cosca di 'Ndrangheta dei Gallace.

Il provvedimento è stato adottato dal tribunale di Firenze, su richiesta della Dda fiorentina. Gli accertamenti patrimoniali condotti dal Ros, su delega della Procura Distrettuale di Firenze, sono scaturiti da altri procedimenti che hanno interessato l'imprenditore. In particolare, viene spiegato, il riferimento è all'operazione "Geppo/Calatruria" che nell'aprile 2021 ha portato a misure cautelari nei confronti di 17 persone "gravemente" indiziate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all'estorsione, illecita concorrenza con violenza e minaccia, sub-appalto irregolare e altri reati aggravati sia dal metodo mafioso che dall'avere agevolato la cosca Gallace.

Il sequestro preventivo è stato disposto nei confronti di Nicola Chiefari. Come sottolineato dai carabinieri, sebbene il provvedimento ablatorio eseguito non sia definitivo "si tratta di una pronuncia importante in quanto dimostrativa della presenza del crimine organizzato di tipo 'ndranghetista nel distretto toscano, su cui massima è l'attenzione dell'autorità inquirente e giudiziaria". Il sequestro passerà al vaglio ulteriore del tribunale di Firenze, nel contraddittorio delle parti il prossimo 7 maggio per stabilire se il patrimonio potrà essere confiscato. Oltre all'inchiesta "Geppo/Calatruria" per la quale secondo l'accusa l'organizzazione di cui avrebbe fatto parte Chiefari era finalizzata a una serie di reati finalizzati all'acquisizione diretta o indiretta di appalti pubblici e privati nel settore di movimenti terra per conseguirne un vantaggio economico, l'indagine si è anche "nutrita delle risultanze" dell'altra inchiesta toscana sullo smaltimento illecito del Keu, residuo di produzione derivante dal trattamento di fanghi prodotti dagli scarti conciari della lavorazione delle pelli, che sarebbe stato utilizzato in cantieri stradali nella strada regionale 429 tra Empoli e Castelfiorentino.

Tra i beni sequestrati c'è la società Idrogeo, con sede a Montevarchi che fu già colpita da interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura di Arezzo a seguito dell'inchiesta Keu. La società, attualmente sottoposta a controllo giudiziario, secondo il tribunale di Firenze "risulta integralmente riconducibile alla figura di Nicola Chiefari" poiché sebbene risulti dipendente, "appare in grado di incidere significativamente sulle decisioni societarie".

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