La nuova opera di Nico Paladini presentata a Vinci

"La battaglia di Anghiari, un’altra versione" di Nico Paladini

Ieri il Comune di Vinci e l'Associazione MUD Aps hanno presentato l'opera di Nico Paladini, La Battaglia di Anghiari, un’altra versione.

Come altri artisti prima di lui, Nico Paladini ha voluto omaggiare il suo concittadino riprendendo il soggetto dell'opera ormai perduta di Leonardo: la Battaglia di Anghiari per il Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, Firenze. Pensata appositamente per il Comune di Vinci, si intende introdurre nel patrimonio culturale della città, la prima opera pittorica all'interno del centro storico, congiungendo la pittura rinascimentale di Leonardo con quella contemporanea di Nico.

Al contrario del Maestro che realizzò un affresco, Nico pensa ad un'opera mobile, un quadro, seppur di grandi dimensioni (11.3x2.9 m), adatto sia ad un ambiente interno che esterno. L'opera ripropone il tema secondo la chiave personale di Nico, il quale parte dal frammento centrale, sopravvissuto grazie ai disegni di Rubens e Biagio di Antonio, allargando la visione ipotetica della scena. La scelta del pittore Nico Paladini oltre alla sua proposta fatta nel 2020 è per i suoi lavori: ha già realizzato opere ispirate a Leonardo da Vinci mantenendo sempre il rispetto e la consapevolezza dei suoi temi; oltre ad aver già realizzato opere di grandi dimensioni. L’opera di Nico quindi si pone da ponte tra il passato e la contemporaneità, fra la città che ha visto nascere Leonardo e la città che lui stesso ha dipinto, divenendo testimonianza e monito della storia precedente in chiave moderna.

“La lotta per lo stendardo - dichiara Nico Paladini - è una composizione straordinaria, complessa, di grande fascino grafico, che nel movimento entropico delle figure, esprime sia un possibile equilibrio e sia un grande dinamismo. Leonardo non aveva lo strumento ottico, ma con la sua fantasia ha fotografato lo scontro tra cavalli e cavalieri, con una maestria e un’originalità, che non facevano parte dei racconti pittorici del suo tempo e forse che per molto tempo dopo non hanno raggiunto il virtuosismo di quell’intricato e dinamico caos”.

“La mia rappresentazione non poteva prescindere dalla citazione di questo gruppo; ragione per cui ho deciso di collocarlo al centro della scena che avrei creato. Tutto quello che ho costruito intorno, tutto il mio lavoro, ha avuto la finalità di integrare e contestualizzare il gruppo leonardiano. Ho cercato di fare in modo che quello che avveniva intorno a quei cavalli e quei cavalieri, tutta la scena, fosse contaminata dallo stesso movimento e rendesse plausibile e verosimile la presenza del gruppo La lotta per lo stendardo all’interno dello scenario della battaglia. Ho pensato il dipinto come una grande scenografia, l’insieme è quasi un fotogramma cinematografico di una visione a 180 gradi, tutto pensato per dare un senso a quell’immagine di sapore fotografico del gruppo leonardiano”.

Biografia

Nico Paladini nasce ad Empoli il 18 Ottobre 1949. Personaggio eclettico che riesce a intraprendere numerose attività: esploratore, alpinista, fotografo, speleologo, viaggiatore e pittore. Alla fine degli anni sessanta conosce lo scrittore Peter Kolosimo. Fonda un gruppo speleologico iniziando una intensa attività di esplorazione sotterranea. Scopre la Buca del Serpente (Antro del Corchia) e organizza diverse spedizioni nelle grotte italiane, durante una di queste resta nelle cavità della terra per undici giorni. Si diploma all’Istituto d’Arte di Siena e frequenta l’Accademia a Firenze. Alla fine degli anni settanta pianifica e conduce una spedizione archeologica nella fortezza di Sacsayhuaman di Cuzco, in Perù. Nella foresta amazzonica è poi ospite del famoso esploratore Celestino Kalinowskj. Negli anni ottanta organizza con l’alpinista veneto Francesco Santon una lunga serie di spedizioni esplorative nell’America del Sud in collaborazione con Università italiane e del Prof. Ardito Desio. Sale il Kilimangiaro, il Chimborazo, L’Aconcagua, su cui scampa la morte per un edema polmonare. Raggiunge la vetta di tre montagne senza nome nella catena Andina. Assieme ad una equipe della R.A.I. è uno dei primi europei ad arrivare ai resti dell’aereo dei “Sopravvissuti delle Ande”.

Scala numerose vie classiche sulle Dolomiti e sulle Alpi Apuane; restando miracolosamente illeso durante la salita del Monte Bianco per la caduta di un monolite. Negli anni ottanta Paladini, dopo aver lavorato molti anni come educatore in un centro per disabili, inizia l’attività di grafico pubblicitario e fotografo di moda, pubblicando sulle maggiori riviste del settore. Ma ad intraprendere la pittura come professione sarà l’incontro e il sodalizio con il noto gallerista Antonio Russo, è infatti del 1987 la sua prima mostra alla Galleria La Barcaccia di Roma. Seguono numerose esposizioni fino alla fondazione del movimento pittorico del Metropolismo. Parallelamente alle mostre nel 1993 partecipa alla spedizione dell’Università di Siena e Tucuman sulle Ande, scalando una vetta senza nome del massiccio del Pissis di 6200mt e sopravvivendo ad un bivacco a 5840mt. E’ del 2023 la pubblicazione del suo libro “Partenze”, edito da Della Meridiana, dove racconta le sue avventure sudamericane.

Nel giugno dello stesso anno il movimento del Metropolismo viene presentato a Roma in una grande esposizione allo Spazio Flaminio, Inaugurata da Alberto Sughi e curata da Omar Calabrese, Renato Minore, Alberto Abruzzese e Valerio Dehò. Seguono altri eventi del movimento fino alla esposizione all’Istituto di Cultura di Madrid nel 1995 a cura del Prof. Achille Bonito Oliva. È del 2004 la mostra al Museo de Agua di Lisbona curata da Alberto Abruzzese. Alla fine degli anni novanta le mostre sono intervallate da alcuni viaggi nelle zone di guerra della Bosnia, esperienza che Paladini narrerà in un racconto vincitore del premio letterario Fiorino.

Seguono viaggi in Mali, Egitto e nelle zone preistoriche del Sahara libico. Continuano le mostre personali e del Metropolismo in U.S.A., Portogallo/Spagna/ Francia (nel 2010 viene premiato al Carrousel du Louvre) Belgio/Lussemburgo, dove espone varie volte al Parlamento Europeo/Svizzera/ Olanda/ Germania e Italia, fino alla antologica del Metropolismo presentata alle Scuderie di Palazzo Ruspoli da Achille Bonito Oliva nel 2012, e fino ad oggi con mostre alternate tra Francia e Italia, trattando tematiche legate all’attualità in continuità con i concetti del Metropolismo.

Fonte: Ufficio Stampa



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