Giorno della Memoria, a Montelupo una piazza intitolata all'ex deportato Francesco Bitossi

Francesco Bitossi (foto da facebook)

Il 25 gennaio ha inizio a Montelupo un ciclo di iniziative che senza soluzione di continuità ci condurrà al mese di marzo, quando ricorrono gli 80 anni dalla deportazione di cittadini di Montelupo nei campi di sterminio nazisti.

Il programma è articolato in due fasi una prima che riguarda gennaio e febbraio e che, non a caso, si intitola “Verso l’8 Marzo – Intorno al giorno della memoria” e una seconda che interesserà tutto il mese di marzo.

Si parte appunto giovedì 25 gennaio con il film “Lui è tornato” di David Wnendt al MMAB, piazza Vittorio Veneto, 11; nell’ambito della rassegna realizzata assieme al Cinema Mignon.

Berlino, 23 ottobre 2014. In un preciso luogo della città (che scopriremo nel corso del film) Adolf Hitler ritorna in vita.
La sua presenza viene casualmente registrata da un reporter di una televisione il quale, dopo aver subito il licenziamento, se ne accorge e decide di andarlo a cercare per utilizzarlo come attrazione che gli consenta di farsi riassumere. L’imitazione (così crede lui e credono anche alla tv) è perfetta e il Führer inizia a fare audience e ad attrarre consensi…..

Ci saranno due proiezioni alle 19.00 e alle 21.15 ed è necessaria la prenotazione.
- ore 19.00: https://bit.ly/4243HcN
- ore 21-15: https://bit.ly/4269cYa

Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, le bandiere a mezz’asta per commemorare le vittime dell’olocausto e alle ore 11,00, si terrà l’inaugurazione della piazza intitolata a Francesco Bitossi detto “Franceschino” (già piazza dell’Orcio), Commendatore Presidente dell’Unione Fornaci della Terracotta di Samminiatello, deportato nei campi lavoro tedeschi nel luglio del 1944.

"Poco prima dell’alba del 25 luglio del 1944 un nutrito gruppo di Nazisti tedeschi senza preavviso alcuno, irruppe su a Pulica dove eravamo rifugiati e catturarono ogni uomo o ragazzo presente. Circa cento, compresi me, mio padre e mio zio Danilo. Chissà guidati da chi, chissà da quale piccolo insignificante fascistello del nostro paese, in cerca di notorietà, o vendetta, o per guadagnarsi chissà quale insulsa ricompensa. Nessun fascista e nessun partigiano era presente tra noi. Non schierarsi e pensare al duro lavoro e alla propria famiglia non era concesso. Fummo portati giù dalla collina, verso la Ginestra alla Villa delle Topole.

I soldati erano molto nervosi, urlavano e minacciavano con loro fucili, noi eravamo nel panico. Incominciarono a chiederci uno ad uno che fine avesse fatto il loro commilitone sparito. Ma nessuno di noi poteva saperlo. In quei giorni, di estrema tensione, per ogni tedesco morto la regola era dieci civili italiani fucilati. Per dieci di noi la sorte era segnata.

Dopo un paio d’ore, sentii una risata di mio padre, mi girai e vidi sbucare da un boschetto un ragazzetto con il viso pallido, l’uniforme sgualcita e un fiasco di vino vuoto in mano.

Il soldato presunto morto per mano nostra, la sera prima si era semplicemente ubriacato.

Non ci fu quindi nessuna esecuzione di rappresaglia. Non ci liberarono. Dopo alcune ore, senza spiegazioni e nell’incredulità totale, ci caricarono su di un paio di camion e ci dissero: “pomodori” “raccogliere”. Ci portarono in un campo poco distante e ci fecero raccogliere i pomodori", così Francesco Bitossi racconta l’inizio della sua prigionia (tutto il testo è disponibile sul sito del Comune, nella sezione dedicata alla memoria).

Francesco Bitossi riuscì a tornare ed è stato per anni una persona importante nella comunità montelupina. A distanza di 2 anni dalla sua scomparsa, l’amministrazione comunale ha deciso di intitolargli una piazza nella sua Samminiatello.

Le iniziative della memoria proseguono poi il 10 febbraio con bandiere abbassate in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano – dalmata, delle vicende del confine orientale
Il 13 febbraio, nell’anniversario della partenza nel 1945 dei Volontari della Libertà per la guerra di Liberazione Nazionale che mise fine all’occupazione nazi-fascista, si terrà una conferenza a cura di Dario Salvetti sul tema “Montelupo Fiorentino dal 1919 al 1926. Un Comune fiorentino dal liberalismo al fascismo”.

I passaggi che dalla fine della prima guerra mondiale porteranno i socialisti al governo del Comune, all’assassinio dell’anarchico Virgilio Rovai, al dilagare dell’ideologia fascista che condusse agli eventi bellici e ai crimini sui civili del 1944.

L’appuntamento è alle ore 18.00 al MMAB, piazza Vittorio Veneto 11

Fonte: Comune di Montelupo Fiorentino - Ufficio stampa



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