“Le preoccupazioni del sindaco di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri, sono del tutto condivisibili e valide per tutte le zone della Toscana colpite dall’alluvione lo scorso novembre. È proprio adesso, a distanza di oltre due mesi, con un censimento dei danni ormai concluso o prossimo alla conclusione, che è possibile impiegare proficuamente i fondi stanziati: sia per concretizzare azioni utili alla ripartenza, che per realizzare opere infrastrutturali necessarie a scongiurare eventi analoghi in futuro. Certo, con i fondi fino ad adesso stanziati dal Governo, specie in ambito di sicurezza territoriale, si può far poco o niente, mentre sono necessari interventi di messa in sicurezza sia nell’immediato che nel medio-lungo periodo. Le imprese stanno ripartendo investendo i propri capitali: non è immaginabile pensare che, tra qualche mese, si ritrovino nella stessa situazione di novembre perché non si è intervenuti tempestivamente con opere in grado di scongiurare almeno i rischi principali che il nostro territorio corre. È bene ricordare che l’area di cui Campi fa parte produce una fetta importante del Pil di tutta la Città metropolitana di Firenze che, a sua volta, costituisce un terzo del fatturato di tutta la Toscana: un distretto economico che né il livello politico centrale, né quello locale, a partire dalla Metrocittà, possono permettersi di ignorare, se si vogliono escludere pericolose ripercussioni economiche e sociali. Occorrono quindi fondi adeguati, da calare sul piatto adesso, e non solo per la messa in sicurezza territoriale. Le imprese stanno infatti pagando, e presumibilmente continueranno a farlo anche nei prossimi mesi, lo scotto della perdita di fatturato e clientela. Hanno così messo in pancia un debito che proprio il sistema Paese deve aiutare a sostenere, banche comprese. Il debito deve essere spalmato su un periodo adeguato, con rate sostenibili, che sia possibile onorare”.
Così Giacomo Cioni, presidente CNA Firenze Metropolitana, sulle dichiarazioni di Tagliaferri in merito allo scarso aiuto ricevuto dall’area dopo l’alluvione del novembre scorso.
Fonte: Cna Firenze
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