A seguito della fissazione dell’udienza preliminare, nell’ambito dell’inchiesta che mi vede coinvolto per aspetti secondari, mi preme ribadire, come ebbi a dire già nel novembre 2022, che nelle migliaia di pagine di atti depositate non c’è una riga che accosti la mia persona alla 'questione' Keu, rispetto alla quale sono del tutto estraneo.
Mi preme anche ricordare, come l’indagine della Procura di Firenze ha accertato, come non mi sia intascato denaro nè abbia percepito altre utilità per avvantaggiare privati nello svolgimento della mia attività legislativa di consigliere regionale.
Viene tuttavia mantenuta nei miei confronti un’accusa diversa, quella di cosiddetta corruzione elettorale, priva di qualsiasi fondamento.
A tal fine viene rispolverata una norma di 70 anni fa! Ma in sede di udienza preliminare, dove potrò difendermi davanti ad un giudice, sono convinto che anche questa accusa cadrà.
Nelle vicende che mi riguardano ho agito sempre lecitamente, nel rispetto delle regole, nella mia qualità di rappresentante di un territorio – la provincia di Pisa – che annovera la gran parte di uno dei distretti produttivi più importanti e rilevanti del Paese, il distretto conciario.
L’emendamento che, sottolineo, ho sottoscritto insieme ad altri colleghi, presentato in aula con modalità consentite dai regolamenti consiliari, illustrato dal Presidente dell’assemblea, fu approvato senza voti contrari dal consiglio regionale il 26 maggio 2020, in un momento in cui le elezioni erano ancora lontane (si sarebbero tenute il 20/21 settembre 2020) e le liste con le candidature erano di là da venire.
Gli effetti che da quella modifica normativa sarebbero scaturiti non erano ad personam, ma avrebbero risposto a questioni che provenivano dal territorio e dalle categorie socioeconomiche che vi operano, con le quali la politica non può non interfacciarsi, se non vuole tradire la sua funzione.
Chi ipotizza che tale attività istituzionale fosse finalizzata ad ottenere il sostegno elettorale dei vertici dell’associazione dei conciatori dimentica completamente come siano i numeri a parlare: nelle elezioni regionali del 2015 ottenni 6.155 preferenze e nella tornata elettorale del 2020 ne ottenni 6.129, sostanzialmente lo stesso numero di voti!
Confermo la mia fiducia in un esito che vedrà riconosciuta la mia piena estraneità all’addebito che mi viene contestato.
Andrea Pieroni, consigliere regionale
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