Peschi in fiore già a gennaio, l'autunno caldo ha sballato le colture in Toscana

Peschi e susini in fiore come a primavera ed ortaggi mignon nei campi a causa delle abbondanti piogge e del caldo anomalo dell’autunno più caldo degli ultimi 70 anni e del dicembre più bollente dal 1955 secondo il Lamma. Condizioni che bene inquadrano uno scenario climatico che ha sconvolto il ritmo delle stagioni e messo in crisi la natura e l’agricoltura. L’arrivo dell’inverno con il brusco crollo della colonnina di mercurio in queste condizioni di eccezionalità gettano nel panico gli agricoltori che devono affrontare gli sconvolgenti “risvegli” delle piante con il serio rischio di vedere compromessi i prossimi raccolti. A dirlo è Coldiretti Toscana in seguito all’approdo anche nella nostra regione delle correnti fredde con neve sull’Appennino e un repentino abbassamento delle temperature dopo la Befana.

Il 2023 è stato un anno particolarmente complicato e difficile per le 52 mila imprese agricole della regioni con 183 eventi estremi tra bombe d’acqua, trombe d’aria, alluvioni, fenomeni che sono cresciuti del 10% rispetto al 2022 e che hanno fortemente danneggiato le coltivazioni, le strutture e le infrastrutture agricole. In un caso su due si è trattato di eventi legati a precipitazioni forti, abbondanti ed intense che, unite al caldo, hanno favorito l’esplosione di funghi e malattie e modificato il normale ciclo vegetativo delle colture in campo. A Massa (Ms), nella frazione di Romagnano, la coltivazione di finocchi di Paolo Caruso ne è la prova. “Avrebbero dovuto avere una pezzatura di almeno 500 grammi ciascuno ma con l’umidità persistente dovuta alle tante piogge di questo periodo sono rimasti più piccoli e raggiungeranno a malapena i 300 grammi. I finocchi sono buonissimi ma sono più piccoli e macchiati: si venderanno con più difficoltà nei mercati ed avrò un incasso quasi dimezzato per questa particolare produzione. Da un paio di anni su questi stessi terreni, coltivando le solite varietà invernali e piantando la solita quantità di piantine, raccolgo il 40% in meno”.

Per Coldiretti Toscana siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo con effetti devastanti come dimostrano le alluvioni di maggio nell’alto Mugello e novembre nel nord della regione. Una calamità, quest’ultima, che è costata più di 50 milioni di euro di danni alle imprese agricole. Senza dimenticare che senza il freddo le popolazioni di insetti che causano danni alle colture potrebbero sopravvivere e svernare per attaccare i raccolti nella prossima primavera aggiungendo ulteriori elementi di penalità per il settore.

Se da un lato l’agricoltura è il settore più danneggiato, dall’altro è anche il più impegnato per contrastarli. “I cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana - Un obiettivo che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti, ed in questo senso la Regione Toscana sta andando nella direzione giusta fino alla nuova genetica green no ogm, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti e salvaguardare la fertilità dei terreni. Così come è altrettanto importante recuperare una parte dei 16 mila invasi già censiti nella nostra regione per raccogliere le acque piovane per poi rilasciarle nel momento del bisogno e semplificare la realizzazione di nuovi”.

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