Michael Cantarella è il candidato sindaco per la sigla Idee in Comune a Montopoli in Val d'Arno, schieramento che si propone come moderato ma alternativo agli attuali posizionamenti di centrodestra e centrosinistra, a livello nazionale e locale. In una lunga intervista è emerso il motivo per cui questo gruppo è sceso in campo, quali sono i principi alla base e le prospettive per il futuro.
Ripartiamo dall'inizio: come siete arrivati a essere il prossimo movimento a candidarsi per il posto da sindaco.
Idee in Comune non è costituito al momento come associazione, è un ombrello 'comunicativo', a livello di organizzazione è un gruppo spontaneo.
Non aveva finalità precise all'inizio, l'idea alla base di tutto il progetto è fare un laboratorio di idee, assieme a un gruppo di persone. Sentivamo l'esigenza di confrontarci, di avere uno spazio democratico dove i cittadini riprendono l'impegno civico. Non è problema amministrativo, o del sindaco, è che non ci sono luoghi dove si fa elaborazione politica, dove c'è il supporto all'azione amministrativa. Prima c'era il partito dietro a sindaco e giunta. Era la Prima Repubblica, dopo il percorso si è affievolito per arrivare alla situazione di tante realtà locali, quasi tutte. Ci sono questi piccoli circoli chiusi, molto omogenei, dove si prendono le decisioni per tutti. A scapito del ruolo delle istituzioni.
Può farci un esempio?
Il tema della scuola a Montopoli. Come genitori avevamo chiesto più volte un Consiglio comunale aperto, Capecchi ha sempre ritenuto che non fosse necessario. A volte, al di là delle scelte, l'istituzione è il Consiglio comunale. Il luogo principale e politico. Sulla scuola come su altre vicende, abbiamo pensato di partire in modo 'basico', per riportare cittadini e persone a parlare di politica. Non c'era velleità di partecipare alle elezioni, siamo stati contattati da alcune forze politiche, c'è stata la partecipazione di tante persone che hanno la loro richiesta di rappresentanza.
Quali sono le forze politiche che vi hanno contattato?
Non c'è un tema di appoggio politico, chiarisco da subito. Alla conferenza stampa di presentazione a settembre c'erano tutte le forze politiche. C'era un interesse verso questo progetto, in maniera informale è proseguito. Una volta rafforzato il progetto, si entra in una dinamica politica, non ci sono state delle formalizzazioni di adesione.
Sareste arrivati a questa conclusione comunque?
Sì, essendo forza civica nati dal basso, sappiamo che poi se andiamo avanti dopo è interessante portare in fondo e vincere questa sfida. Siamo in un comune sotto i 15mila abitanti, quindi servono valutazioni più strategiche e politiche. Sei a contare 50 voti, e tutti abbiamo la sensazione che nel 2024 le elezioni si giocheranno su una manciata di voti. C'è da capire se ci sono delle assonanze. Il principio che abbiamo messo in chiaro è che siamo partiti da una serie di obiettivi tecnico-politici molto chiari. Dopo si parla di possibilità di accordi, se non c'è una convergenza su quello non se ne fa di nulla. Siamo un gruppo di persone che si interessa e cerca di fare attività politica, presentandosi alle elezioni. Ci sono interessati che entreranno in lista, ma vogliamo presentare persone il più possibile nuove a livello politico, senza manicheismi alla Cinque Stelle.
Il paragone con il M5S, specie sul tema della partecipazione dal basso, sembra però d'obbligo.
Il tema della partecipazione dovrebbe essere di tutti, la Toscana è la regione che ha più leggi di tutti sulla partecipazione politica, e il governo non è certo targato M5S. Non si tratta di andare a ripescare formule politiche, i 5 Stelle non hanno scoperto nulla. Stiamo parlando di territori e comuni piccoli. Il tema è di come le persone si attivano nei percorsi politici. Un problema che viene vissuto a livello nazionale, con astensionismo molto preoccupante, sottolineato da tutti. Ma a livello locale l'impegno civico c'è o no? Come possiamo trovare formule diverse per avvicinare le persone a questo impegno? Abbiamo deciso di ritrovarci e mettere a disposizione queste competenze. Nel comprensorio, tranne solo San Miniato con l'esperienza di CambiaMenti e di Manola Guazzini, c'è questo problema. Le decisioni politiche dove vengono prese?
La sua provenienza politica è dal mondo moderato, lavorando da tempo nell'ambito delle diocesi. Come si definirebbe?
Dal punto di vista personale e politico non ho storia e militanza, non mi riconosco in nessuna delle forze politiche attualmente nell'arco costituzionale. Il tempo che viviamo è fatto di personalismi molto esasperati che tradiscono tradizioni a cui sento di appartenere. Seguo il pensiero della dottrina sociale della chiesa, l'impegno politico, il cattolicesimo democratico, centrista e ancorato ai valori di questo impegno politico.
Questo Pd è per tanti è una grande delusione. Sta diventando un partito radicale di massa, attinge ad alcune istanze politiche che non fanno parte della sinistra italiana e nemmeno del centro. La destra ha idee molto estremiste che non hanno riscontro nell'elettorato. Si può dialogare con tutti, togliendo però gli estremismi. Non dico gli antipodi (le estreme), ma stiamo parlando con tutti veramente. In tante chiacchierate ci sono assonanze interessanti, poi però i partiti fanno un discorso di appartenenza. Il candidato decide la linea e si va a diritto. Le domande che ho fatto a cdx e csx sono le stesse: che tipo di idee avete su Montopoli? Spiegatemele. Alcune sono inquadrabili in uno schieramento, altre in un altro. Per il posizionamento politico definitivo vedremo. A Castelfranco i partiti del cdx fanno appello al civismo, se non altro è un passo di maturità, prima o poi lo farà anche il Pd.
I partiti sono più attratti o hanno più paura gli schieramenti?
Hanno più paura, a livello matematico pensano che saremo l'ago della bilancia, facendo vincere una delle due coalizioni. Credo che noi abbiamo tra le persone molto più interesse di chi fa politica da una vita. C'è molto malcontento a Montopoli e voglia di un progetto politico nuovo. Fanno bene ad aver paura, non per perdere, ma perché c'è larga parte di cittadini che non si riconosce in questo territorio.
Quindi il 2024 sarà un anno di svolta?
Credo sia un buon segno e dovrebbero essere contenti di forze civiche nuove. Andrebbero supportate, significa che c'è un territorio vivace che si vuole impegnare in politica. Cambierà il panorama in tutto il comprensorio del cuoio, se credono di riportare ricette vecchie di 20 anni, non si capisce l'evoluzione della società. Questo è pericoloso, si aprono dei fronti che sfuggono al controllo democratico. Da noi non è così, ma ci sono regioni in Europa e situazioni nel paese che preoccupano, bisogna capire quali sono i sintomi e qual è la malattia, con gli slogan non si va da nessuna parte.
Su cosa deve puntare Montopoli per crescere?
Le tematiche che verranno fuori in campagna elettorale (immigrazione, sviluppo economico, ambiente, mobilità, riqualificazione aree industriali) non sono trattabili al di là della volontà dei sindaci. A livello di Montopoli l'emergenza è la scuola, il decoro pubblico e la rivitalizzazione delle frazioni. Nel comprensorio invece Montopoli è una pecora nera, non siamo stati a nessun tavolo e se ci siamo stati non abbiamo ricevuto ascolto. Siamo la Cenerentola del comprensorio. Dobbiamo essere bravi a contare molto di più, non è possibile che non si dialoghi su niente. Dobbiamo ragionare a livello di elementi comprensoriali. Recuperare il tema dell'unione dei comuni non solo amministrativo, abbiamo perso 10 anni. Un comune unico non è così facile, ma la federazione assolutamente va raggiunta, è già così nei fatti. Oggi c'è un monocolore (amministrativo, NdR), domani cambierà, e dialogare sarà più necessario e difficile.
Elia Billero
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