Noi, comitato di cittadine e cittadini, ci battiamo da 20 mesi con iniziative di piazza e di approfondimento per trattative di pace in Ucraina, contro l’invio di armi e la militarizzazione del paese. Il 7 ottobre, con le stragi perpetrate da Hamas l’attenzione dei media e nostra si è spostata anche sulla vicenda che insanguina la Palestina dal 1947, un’eredità storica del peggior colonialismo occidentale novecentesco che non possiamo cancellare.
Israele è oggi uno Stato compiutamente nucleare, costituzionalmente etnico, confessionale e discriminatorio, dopo anni di incontrastata preparazione. Ciò gli consente il genocidio in atto a Gaza. Dal 1967, da 56 anni occupa e colonizza la Cisgiordania e Gerusalemme est, contro il diritto internazionale e le risoluzioni dell’ONU. Nulla è stato fatto dall’occidente e dal nostro paese per evitare tutto questo e l’esito fatale di questi mesi. Nessuna ragione può giustificare le violenze di Hamas su migliaia di civili ebrei e al contempo sono pesantissime le responsabilità occidentali, Italia compresa, per non aver fatto rispettare il diritto dei palestinesi ad uno stato autonomo come sancito dall’ONU.
Nessuna colpa può essere ascritta ai bambini e ai civili soggetti al genicidio in atto. Sono morti dal 7 ottobre 20.000 civili, centinaia ogni giorno, in gran parte bambini: 10 volte le vittime dei massacri di Hamas, uno su cento degli abitanti di Gaza. Ma la distruzione delle strutture sanitarie ed ospedaliere, delle infrastrutture che garantiscono gli approvvigionamenti idrici ed alimentari, delle abitazioni, hanno già determinato e provocheranno nei prossimi mesi invernali la morte di una parte consistente dei due milioni di palestinesi di Gaza. Moriranno nel silenzio dei media.
Molti dei sopravvissuti, chi potrà farlo, saranno costretti alla fuga in campi profughi o in altri paesi. Saranno accolti? Potranno un giorno tornare? E qui si apre un altro capitolo delle nostre pesantissime responsabilità. Di genocidio parlano personalità pacifiste ebree dentro e fuori Israele e, tra tanti in Italia, un testimone autorevole, Raniero La Valle, particolarmente legato ad Empoli grazie al premio Pozzale nel 1972, ospite in una delle nostre iniziative a settembre. A Gaza non è in atto una guerra, ma un genocidio.
Una guerra sarebbe impari e impossibile contro una potenza nucleare. Nemmeno una timida reazione sarebbe possibile. Un genocidio concepito dagli anni ’80, dalla destra oltranzista e confessionale del Likud, divenuta egemone grazie agli ingenti finanziamenti internazionali privati. Apprezziamo la scelta dei Comuni che hanno chiesto o chiederanno il “Cessate il fuocov a Gaza SUBITO”, con scritte proiettate sulle facciate storiche, ma è essenziale accompagnarla da un moto di solidarietà ed empatia dal basso per il popolo palestinese e dalla richiesta di un cambiamento radicale della politica mediorientale dell’Italia.
Con questo appello chiediamo che la bandiera palestinese, anche accompagnata dalla bandiera arcobaleno sia esposta da capodanno 2024 fino a quando sarà necessario sui nostri balconi e finestre, alle facciate di tutti i luoghi pubblici, delle associazioni,
dei circoli e dei nostri palazzi pubblici in tutta l’area Empolese Valdelsa.
Empoli per la Pace
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