Bilancio 2024-2026, la discussione in Consiglio regionale. Sulle tasse spunta anche uno striscione

Giorni di discussione in Aula su bilancio e addizionale Irpef, ecco gli interventi del 20 e 21 dicembre. Obiettivo dice Giani, "ridurre le aliquote applicate quest'anno. Voglio garantire la sanità pubblica"


Dopo la seduta di ieri è proseguito anche oggi, 21 dicembre, in Consiglio regionale il dibattito sul pacchetto finanziario composto dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale (Nadefr), alla legge di stabilità 2024, al collegato alla legge di stabilità ed al Bilancio di previsione finanziario 2024 - 2026.

Gli interventi dei consiglieri

Il dibattito in seduta notturna di ieri, mercoledì 20 dicembre, ha preso il via con l’intervento di Cristina Giachi (Pd). "Ci sono le scelte precise fatte dal Governo centrale e l’ombra del piano di rientro e noi ci stiamo assumendo una grande responsabilità, per mettere in sicurezza i conti della nostra Sanità, in modo da prefigurare un’occasione di grande rilancio. Vorrei sottolineare che nel Bilancio non c’è solo l’aumento dell’addizionale Irpef, ma ci sono molti investimenti, come ad esempio nella cultura e in altri settori".

Enrico Sostegni (Pd) ha ricordato che in Sanità, nel 2010, l’Italia aveva un livello di spesa pro capite in linea con gli altri paesi europei. "Oggi, invece, paghiamo un gap rilevante e il limite sulla spesa per il personale è inspiegabile se non con la volontà di affossare la sanità pubblica. Non c’è altra scelta ora, se non una manovra fiscale che porti risorse per chiudere il bilancio. È un momento di grande dispiacere e difficoltà, e ora dobbiamo garantire anche un cambio di passo".

"Da vecchio sindaco e consigliere difficilmente ho trattato le opposizioni in questi termini e devo dire che il governatore poteva cercare un confronto con più armonia e con maggiore spirito costruttivo", ha detto Vittorio Fantozzi (FdI). "Si è persa l’occasione di unire l’Aula di fronte alle difficoltà economiche della sanità. Il governatore, invece, poteva porci nelle condizioni di entrare nel vivo delle questioni. E in questo clima temo che i nostri ordini del giorno non verranno letti".

"Perché abbiamo deciso di fare questo prelievo? Perché da Roma hanno deciso di incendiare la nostra casa, che è la Sanità toscana, e noi dobbiamo spengere questo incendio", ha esordito Marco Niccolai (Pd). Poi ha ricordato i tagli del governo ai bilanci regionali, alle Case di comunità, gli investimenti a zero euro sull’edilizia sanitaria e lo spettro del contributo di solidarietà che le Regioni dovranno versare alle casse dello Stato. "Non abbassiamo la testa e non ci fermeremo a difendere quello che c’è".

"Non ho mai votato per un aumento dell’imposizione fiscale, mi era capitato semmai di fare il contrario", ha detto Andrea Vannucci (Pd). La scelta di ritoccare l’Irpef trova ragione nel fatto che "nessuno vuole cambiare il Dna del nostro sistema sanitario, che non compra, ma eroga servizi. Questo sistema ci sta a cuore e va potenziato. E mi piacerebbe che fossimo in di più a compiere questa scelta".

L'intervento dell'assessore alla Sanità Simone Bezzini

Chiudendo la sessione notturna della seduta consiliare di ieri, mercoledì 20 dicembre, l’assessore alla Sanità, Simone Bezzini, ha parlato di “un passaggio che ha una sua complessità, perché se è vero che la questione fiscale non è male assoluto, sono consapevole della delicatezza e dell’attenzione che si deve porre nel far uso della leva fiscale. Tuttavia, bisogna aver chiaro quale sia la posta in gioco”.

Secondo Bezzini, l’obiettivo è quello di “arrivare a un equilibrio economico e finanziario del Sistema sanitario regionale, ma continuando a mantenere i livelli di prestazioni attuali. Quindi il tema è di politica sanitaria. E abbiamo davanti due possibilità. Vogliamo assecondare una ritirata del sistema pubblico della nostra regione? Oppure vogliamo salvaguardare l’impostazione universalistica del sistema toscano?” E poiché la Giunta pensa che si debba salvaguardare l’attuale modello di sanità, “allora qui sta il senso della scelta che si è compiuta con il Bilancio in discussione in questo Consiglio”.

Bezzini ha evidenziato che il nodo del payback per i dispositivi medici “resta sul tappeto, perché fa riferimento a una legge dello stato tuttora vigente”. “ma si poteva percorrere una strada diversa – ha aggiunto – attraverso la quale Governo, Regioni e imprese potessero trovare una soluzione di sintesi. È però mancata la regia del governo per compiere questo passo”.

Il tema del payback, ha spiegato l’assessore, “proprio perché legge dello Stato, ci riguarderà anche nei prossimi mesi”. Tutte le Regioni, ha aggiunto, 15 giorni fa “hanno scritto ai ministri Schillaci e Giorgetti, per porre tema della chiarezza su tre questioni: quella del payback per i dispositivi medici, quella dei problemi di bilancio del 2023, e quella riguardo alla missione 6 del Pnrr alla luce della rimodulazione decisa dal governo”.

Tornando nel merito dello sbilancio nei conti del sistema sanitario toscano, Bezzini ha detto che risolvere la questione sarebbe “semplice, perché basterebbe tagliare la spesa non obbligatoria” come le esenzioni per i cassintegrati o disoccupati, gli screening neonatali, il trasporto sanitario e altre misure similari. “Ma noi siamo altra cosa”, ha affermato, “noi intendiamo la sanità come tutela delle fasce più deboli e dei malati e con impostazione universalistica”. E qui, ha evidenziato l’assessore, risiedono le ragioni obiettive per cui si è determinato lo squilibrio di bilancio del sistema sanitario. “Per garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea) e il pacchetto delle prestazioni extra lea, spendiamo di più di quello che arriva da Fondo sanitario nazionale. Una forbice diventata più complesso dopo la pandemia. Non solo, l’inflazione sul costo dell’energia (+10%) ha in parte vanificato gli interventi di risparmio fatti”. Inoltre, “il carattere pubblico molto esteso del nostro sistema fa sì, ad esempio, che liste di attesa siano più elevate che altrove, perché da noi i cittadini si rivolgono in prima istanza al servizio pubblico. Ciò determina un volume delle prestazioni più alto e quindi maggiori costi”.

Per andare a un riequilibro del sistema, ha concluso Bezzini, “servirebbe dare soluzione al nodo del payback, ottenere il versamento del credito riguardo ai lavoratori irregolari, definire gli elementi qualitativi di allocazione delle risorse, che spesso avvantaggiano sistemi sanitari più orientati al privato. Le Regioni, tutte, sono disponibili a trattare anche su alcuni nodi di fondo: ad esempio l’appropriatezza delle prescrizioni”.


Bilancio 2024-2026, la seduta di giovedì 21 dicembre

Ad aprire il dibattito sulla manovra di bilancio in Consiglio regionale oggi, giovedì 21 dicembre, il presidente del gruppo di Forza Italia, Marco Stella, che ha svolto una serie di considerazioni, confessando la difficoltà ad esaminare tomi così complessi in tempi assai ristretti. Da qui l’invito al presidente Eugenio Giani a rispettare l’organizzazione dei lavori consiliari, accanto al ringraziamento per aver fornito lo slogan per la prossima campagna elettorale: “Più tasse per tutti”. E ricordando il programma dell’attuale governo regionale, dove si metteva nero su bianco che i bilanci delle aziende sanitarie fossero in pareggio e avere conti in ordine significasse non avere sorprese fiscali. “Come si è arrivati allora ad un simile aumento della pressione fiscale?” Si è chiesto il consigliere, parlando del “più grande prelievo fiscale mai visto in Italia: se volevate rimanere nella storia – ha affermato rivolgendosi ai colleghi di maggioranza – ci siete perfettamente riusciti”. E chiudendo l’intervento con un invito alla coerenza, Stella ha sollecitato i consiglieri di Italia Viva ad avere più coraggio: “Spetta a voi staccare la spina”.

“Questo bilancio passerà alla storia come quello che, dopo tanti anni, torna a mettere le mani in tasca ai cittadini della Toscana”. Lo ha detto Francesco Torselli, presidente del gruppo di Fratelli d’Italia. E vista l’impossibilità, in pochi giorni, di esaminare questa manovra, “stravolta poi da un emendamento”, che denota “assoluta mancanza di rispetto nei confronti dell’Assemblea legislativa della nostra Regione”, “l’unica valutazione che possiamo fare è siamo di fronte a un’aumento della pressione fiscale”. Nel corso del proprio intervento, dopo aver ripercorso la vicenda payback dal 2015 ad oggi, Torselli ha ricordato il miliardo e 300 mila euro stanziati dal Governo Meloni per garantire i servizi. Quindi, “eccoci a una serie di “falsità. È falso che non potevate fare altrimenti, perché sapevate da 18 mesi che il payback sarebbe anche potuto non arrivare”; ancora: “è falso che avete chiesto sacrifici a redditi più alti, perché li state chiedendo a partire da chi guadagna 1560 euro al mese”. E parlando di punto di non ritorno, nel dialogo tra centro-destra e centro-sinistra, secondo Torselli “o si fa politica o si fa campagna elettorale”. E “sperando davvero che si tratti di una tassa una tantum e non strutturale”, Torselli ha chiesto al Governatore Giani perché non abbia fatto la task force con il direttore Gelli e l’assessore Bezzini un anno fa, “per riorganizzare davvero, e in tempo utile, la sanità toscana”.

“Il mio intervento – preparato appena ricevuti i documenti della manovra di bilancio – viene meno nel momento in cui, con un colpo di spada, si decide di aumentare l’imposizione fiscale dei cittadini della Toscana”. Così Elena Meini, presidente del gruppo della Lega, che si è concentrata sulle ricadute che questa scelta avrà sulle famiglie toscane, che vanno a colpire cittadini con reddito da 1560 euro al mese in poi. E davanti a Eugenio Giani, “che più volte ha affermato di non essere il Governatore che aumenterà le tasse in Toscana”, la consigliera, “che mai avrebbe pensato ad una tale decisione”, ha invitato a fare chiarezza: “Lei parla solo di tassa per il 2024, ma nella proposta di emendamento si parla anche del 2025 e del 2026, quale strada si intende percorrere?”. Nel corso del proprio intervento la consigliera ha parlato dell’eccellenza della sanità toscana, riferendosi alla professionalità e umanità degli operatori sanitari, “non certo alla governance, alle liste di attesa o all’organizzazione del sistema nel suo complesso”. Per affermare con forza che “decidere di aumentare le tasse è un errore, tanto più in questo momento, di fronte ad aziende e famiglie colpite anche dall’alluvione”. E nella convinzione che “tutto poteva essere evitato, se 18 mesi fa ci si fosse messi ad un tavolo per risolvere la situazione”, Meini ha concluso: “Non vogliamo nuove tasse per i cittadini”, auspicando che nessun consigliere vada a decidere a cuor leggero una simile imposizione, e che magari l’assessore al Bilancio possa finalmente attribuire la delega.

Secondo Marco Landi (Lega), c’è “un’anomalia che si trascina da tempo nella sanità, che risale ai 10 anni di presidenza Rossi e ai 10 anni di assessore alla sanità di Rossi”. Nel bilancio 2018 e 2019, ha ricordato, “erano già in essere problemi sul bilancio e nel 2021 si registrava un buco di 500 milioni e, infine, già nel 2022 il problema del Pay back si segnalava come un problema importante”. La scelta di aumentare le tasse ai cittadini toscani “è una scelta di questa maggioranza, mentre altre Regioni hanno fatto scelte diverse”. Per Landi, “c’è una difficoltà crescente che riguarda i territori e i servizi che, con l’accorpamento nelle tre Asl, ha fatto aumentare i costi e comportato un peggioramento dei servizi. Liste d’attesa non affrontate in modo convincente, i medici di base in difficoltà rispetto alla digitalizzazione crescente, senza contare che esistono, nella nostra regione, dei problemi veri e occorre un’azione più efficace per il contenimento dei costi generali”. Landi ha affermato che “occorre cambiare passo e strategia sulla sanità, un settore che è importante anche per il centro destra. Lo sforzo comune che dobbiamo fare è lavorare seriamente nella commissione sanità per restituire servizi più efficienti ai cittadini toscani. Un’altra anomalia che vorrei segnalare che non può restare nella maggioranza Italia viva e non votare l’atto principale della legislatura come il bilancio sulla sanità.”

Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha sottolineato l’importanza di approvare il bilancio della Regione Toscana e ha ricordato che, “oltre al reperimento di ulteriori risorse per la sanità, l’attuale manovra finanziaria impegna nuove risorse per la difesa del suolo (160 milioni di euro) e per interventi a favore dei giovani, offre risposte adeguate sul versante sociale (ERP e contributo affitto), destina ingenti risorse per la cultura”. Ceccarelli ha ricordato che “si sono riscontrati problemi sul servizio ferroviario, con un peggioramento delle azioni di RFI e Trenitalia, e li dobbiamo intervenire con maggiore forza. Altre criticità si riscontrano sui problemi viari, sulle piste ciclabili e sulle strade di montagna, dove mancano le risorse necessarie”. Riguardo alla Sanità regionale, ha detto, “la sua eccellenza è certificata da tutte le agenzie nazionali e, come ha coerentemente spiegato in aula il presidente della commissione Enrico Sostegni, per noi è fondamentale continuare a migliorare la qualità del servizio, ma occorrono ulteriori risorse dallo stato e un incremento del numero dei medici”. Anche per la Corte dei Conti, ha aggiunto, “l’aumento della ripartizione del fondo sanitario previsto non riesce a coprire i maggiori costi dei servizi sanitari. Occorre poi ricordare le ingenti spese per il Covid e i tagli previsti al Pnrr”. Infine, un passaggio rivolto all’alleato di governo Italia Viva. “In una coalizione – ha detto – si deve dare il proprio contributo in tutte le situazioni, non si può scegliere la strada di Italia Viva che condivide i meriti e non vuole avere responsabilità per le scelte più difficili. La soluzione di una tassazione crescente in base al reddito è dovuta alla necessità di non colpire con aumenti di ticket le fasce più bisognose. Si deve guardare al futuro garantendo sempre maggiori servizi e lo sbilancio di 180 milioni può essere recuperato in futuro”.

Bilancio e addizionale Irpef. Aula verso il voto, le conclusioni di Giani

“Per tre anni ho resistito, sono riuscito a chiudere il Bilancio regionale senza portare nuove imposte. Intanto: il nostro Bilancio è fatto bene, lo colgo nelle affermazioni di stamani da parte dei più autorevoli esponenti delle opposizioni: sul Bilancio in sé per sé non ho sentito un rilievo”. Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, apre così l’intervento che chiude il dibattito in Consiglio regionale sul Bilancio e l’addizionale Irpef per far quadrare i conti della Sanità toscana, su cui l’Aula comincerà le operazioni di voto a partire dalle 14,30. “Complessivamente, per la Sanità abbiamo una situazione strutturale: rispetto al fondo sanitario regionale, ogni anno dobbiamo fare i conti, architettare qualcosa per trovare 400milioni che vanno aggiunti ai 7miliardi e 595milioni del Fondo riservati dallo Stato. Anche quest’anno, per circa 200milioni l’abbiamo fatto con tagli ai vari settori e per questo ringrazio tutti i miei assessori. Restano da trovare 127milioni, li troveremo, abbiamo le idee da attuare nei primi due mesi del 2024. Senza altri 200milioni almeno, però, non ce l’avremmo potuta fare”.

Giani ribadisce che “c’è l’intenzione di affrontare i temi della sanità, attraverso una rilettura di una serie di voci”. Avverte che “rispetto all’anno scorso, il lavoro è stato fatto, i nostri conti della Sanità hanno visto applicata una logica di contenimento, senza toccare gli aspetti strutturali”. Poi c’è la questione ‘payback’: “Avevamo chiesto di utilizzare due annualità su quattro, sarebbe bastato, ma c’è stata una scelta del Governo della quale prendo atto, anche perché le leggi nazionali nel frattempo non sono cambiate”. Il presidente ricorda che “anche sulla voce del Ministero del Lavoro avevamo degli arretrati relative alla Sanità sulle annualità ’20-’21-’22 per 54milioni: abbiamo ancora crediti per 40milioni. Sta succedendo qualcosa che nessuno aveva mai visto – afferma Giani –, un Governo che disattende le leggi dello Stato. Fino a 15 giorni fa, mi ero fidato delle parole del ministro. Eccesso di fiducia da parte mia. Questo Governo ha scelto le lobby degli imprenditori dei dispositivi sanitari rispetto al popolo e a mio giudizio ha fortemente sbagliato: la gente se ne accorge e se ne accorgerà. Segue una logica di centralizzazione dei poteri, l’ho detto anche dal placo di Atreju. Intanto, per i territori colpiti dalle alluvioni, noi mettiamo 25milioni, il Governo al momento ha messo 5milioni. Sfido a vedere se arriveranno prima i 5mila euro dalla Regione o quelli dello Stato e vedremo quando arriveranno quelli dello Stato”.

Il presidente difende il “sistema sanitario pubblico della Toscana: le spese per i dispositivi sanitari sono alte, perché abbiamo un sistema pubblico. Ho la sensazione che qualcuno ci voglia portare a ricorre al privato, ma io preferisco il sistema sanitario pubblico. Andate a vedere, quando arriva il Covid, quanti morti ci sono in Lombardia e quanti in Toscana”. Sulle scelte da prendere: “Stamattina ho ricevuto una lettera intersindacale dalla dirigenza Toscana di medici, veterinari e dirigenti sanitari, che esprime contrarietà alla soluzione dell’addizionale: presentano una serie di suggerimenti in dieci punti, li incontrerò subito. Propongono di razionalizzare la rete ospedaliera: con me presidente non chiuderemo neppure un ospedale. Chiedono di governare il territorio per evitare eccessivo ricorso al Pronto soccorso: su questo punto condivido, servirà una migliore lettura. Richiamano l’appropriatezza prescrittiva delle richieste di prestazioni. Così come al consigliere Petrucci riconosco il ragionamento di assoluta onestà intellettuale su posizioni primariato doppie. Ecco: un supplemento di lettura sul nostro sistema va fatto. In Giunta, valuteremo come impostare la task force sulla Sanità”.

L’obiettivo, dice ancora Giani, “è ridurre le aliquote applicate quest’anno. Dobbiamo avvicinare quegli 8miliardi di cui abbiamo bisogno ogni anno ai 7miliardi e 595milioni del fondo sanitario regionale, in modo che quel gap non sia ancora di 400milioni. Sono assolutamente convinto che attraverso tutta una serie di misure possiamo trovare il modo di ridurre già dall’anno prossimo il carico fiscale sulle persone. Non dico eliminarlo, ridurlo è possibile. Voglio garantire la sanità pubblica. Di fronte al bivio sanità pubblica o smantellamento, ho preferito la dolorosa, impopolare ma per me necessaria scelta di mantenimento. Strada delicata, difficile, stretta, ma si doveva imboccare”.

Approvata la nota di aggiornamento al Defr. Lo striscione della Lega: "Giù le mani dalle tasche dei toscani"

Il Consiglio regionale, con 22 voti a favore (Pd) e 13 contrari (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 stelle) ha approvato il Nadefr (Nota di aggiornamento al Documento di economia e di finanza). Italia Viva non ha partecipato al voto. Approvati anche tre emendamenti. Due del presidente della Regione, Eugenio Giani, che introducono l’aumento dell’addizionale regionale Irpef e la destinazione delle risorse ottenute alla sanità e ai ristori per gli alluvionati. Sono stati votati dai gruppi con la stessa espressione sul Nadefr. Approvato anche un emendamento di Stefano Scaramelli (Italia Viva), approvato con i voti favorevoli del suo gruppo, di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Movimento 5 stelle, e l’astensione del Pd.

Prima di procedere al voto su questo atto, il primo che compone il pacchetto della Manovra di Bilancio della Regione (che prevede anche la legge di stabilità 2024, il collegato alla legge di stabilità e il Bilancio di previsione finario 2024 – 2026), si sono susseguite le dichiarazioni di voto dei capigruppo, che hanno riguardato il pacchetto complessivo degli atti.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Torselli, ha annunciato il voto contrario alla Manovra di Bilancio della Regione. “Il presidente Giani – ha detto – ha fatto capire che lo sbilancio sanità sia addirittura più alto di quello di cui oggi parliamo e questo è preoccupante”. Ha poi evidenziato che “non c’è collegamento con alluvione, come dicono dai banchi della maggioranza. C’è invece qualcuno che ha parlato di sacrifici, dicendo che i sacrifici si fanno, ma bisogna sapere a cosa servono i soldi. Siamo d’accordo”. In ultimo ha ricordato che contrariamente a quanto detto dal presidente Giani a proposito di Tac o altra strumentazione, “deve essere chiaro, perché lo dice la legge, che i dispositivi alimentati ad elettricità non rientrano nel payback”.

“C’è un imbarazzo in quest’Aula che non avevo mai visto – ha dichiarato Marco Stella (Forza Italia) –. Quello che emerge oggi è più tasse per tutti e meno servizi per tutti. Al limite si potranno mantenere gli stessi servizi di prima. Della task force non c’è bisogno, guidate questo sistema sanitario da 25 anni”. Secondo Stella, “Il Governo è stato estremamente serio: la Toscana è l’unica Regione che ha scelto di alzare le aliquote e mettere le tasse sui cittadini. Siete il partito delle tasse. Quello che abbiamo visto oggi in quest’Aula si potrebbe titolare ‘Molto rumore per nulla’. Il presidente Scaramelli ha detto ‘non ci asterremo, non usciamo dall’Aula, votiamo contro’. Poi ho visto due persone prendere e uscire al momento del voto. Il tema è del tutto politico – ha proseguito –. Al presidente dico: questa maggioranza non la sostiene più. Qui non c’è più maggioranza, a meno che i colleghi di Italia viva non votino favorevolmente al bilancio. Altrimenti, ci vuole il coraggio di mandare tutti a casa e andare a votare nel 2024”.

“Dall’opposizione abbiamo fatto proposte di ogni tipo, non è vero che non sono arrivati contributi dalle opposizioni”, ha dichiarato la capogruppo Elena Meini (Lega), che ha posto l’attenzione sui “contributi a pioggia assegnati attraverso le variazioni di Bilancio: la somma arriva a una cifra pari a 120milioni di euro: avremmo potuto evitare l’aumento delle tasse. Anche con la lotta agli sprechi: quanti contributi abbiamo dato alle società partecipate per coprire buchi? Sono molto dispiaciuta dall’atteggiamento di Italia viva – ha concluso la capogruppo –: speravo ci fosse più coraggio, che ci fosse un segnale chiaro. Noi abbiamo detto no alle tasse. È il momento di tornare al voto”.

Dopo l’intervento di Meini, i consiglieri della Lega, dai banchi dell’opposizione, hanno esposto uno striscione con la scritta “Giù le mani dalle tasche dei toscani”, un gesto che il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, ha dichiarato “inammissibile”.

Le dichiarazioni di voto sulla Manovra sono poi riprese con la capogruppo del Movimento 5 stelle, Irene Galletti. “Al netto commenti sul bilancio, respingo al mittente le accuse secondo le quali noi non abbiamo mai fatto proposte sulla sanità. Ne abbiamo fatte molte, anche in passato”, ha detto. “Questi 200milioni di prelievo fiscale possono sembrare pochi sul totale del Bilancio – ha aggiunto – ma allora forse era possibile reperirli senza mettere mano alle tasche dei toscani. Anche perché nel Bilancio ci sono tanti interventi a pioggia e nessuna programmazione generale”. Secondo Galletti, “quest’Aula è stata calpestata, perché non si può discutere un bilancio in sei giorni. È una modalità di discussione che ci impedisce anche di presentare atti collegati adeguati”. Ha chiuso annunciando il voto contrario e dicendo che “questi 200milioni non sistemeranno la sanità toscana”.

Il capogruppo del Pd, Vincenzo Ceccarelli, ha esordito annunciato il voto a favore sulla Manovra di Bilancio, “per i suoi contenuti e, al di là del tema sanità, chiedendo di correggere in corso d’opera alcuni capitoli”. Ha poi aggiunto: “Ci viene detto che si può ottenere collaborazione se diciamo dove si mettono le risorse. Siccome la nostra sanità ha un valore riconosciuto dalle agenzie, anche quelle governative, diciamo che i soldi li mettiamo dove mancano: per sopperire all’erosione del Fondo sanitario nazionale, per fronteggiare gli aumenti del costo dell’energia, per sopperire al mancato payback e per altre mancanze che derivano dai tagli del governo”. Ceccarelli ha aggiunto che, “al netto di questo, la nostra sanità va migliorata e efficientata. Noi diciamo più sanità per tutti, e infatti garantiamo più servizi di tutte le altre Regioni”. Riguardo ai rapporti interni alla maggioranza, Ceccarelli ha spiegato che “Italia Viva fa le sue scelte e non è in grado di mandare a casa la maggioranza, ma può dire dove collocarsi, ma io auspico che ci sia collaborazione”. Infine, a proposito dello striscione esposto dai banchi dell’opposizione per dire no alle tasse, ha chiesto: “Preferivate, fra qualche mese, esporre uno striscione per denunciare che la sanità toscana era diventata insufficiente? Noi vogliamo curare tutte le persone, indipendentemente dalla loro condizione economica, chiedendo contributo a una parte dei toscani”.

Stefano Scaramelli (Italia viva) ha risposto subito al capogruppo del Pd Ceccarelli: “C’è stata una discussione franca, dove i toni non hanno mai superato quelli del rispetto reciproco in un confronto serrato. Di fatto abbiamo mantenuto ferme le nostre posizioni. Noi stiamo là, dove abbiamo fatto un accordo di programma che prevedeva alcune questioni. Non voteremo questo incremento delle tasse – ha proseguito - perché non lo condividiamo nel metodo, nel merito, ma anche nella gradualità”. Scaramelli ha confermato che “siamo distanti, ma ho visto segnali di avvicinamento. C’è un impegno, che non so se si tradurrà in un ordine del giorno, vengo da una scuola di partito per cui una stretta di mano fa fede a quell’impegno: se le risorse per cui combattevamo arriveranno, verranno destinate complessivamente alla riduzione di quell’aumento che oggi i colleghi del Pd si assumono la responsabilità di dover fare, non contro sé stessi – afferma –, né contro i toscani, ma a tutela del presidente Giani”. Italia viva, ha detto ancora Scaramelli, proponeva “di attendere prima di prendere questo provvedimento, saremmo stati disponibili nei mesi prossimi, qualora il Governo Meloni avesse costretto la Regione Toscana a farlo. La divergenza non vuol dire che non siamo consapevoli della necessità di queste risorse: abbiamo proposto altre questioni, che non sono state accolte. Oggi siamo arrivati vicini a un punto di caduta, poi scongiurato. Allo stesso tempo – ha concluso Scaramelli – dico: nessuno scappi dalla responsabilità rispetto a quello che sta succedendo. Non lo facciano le forze del centrodestra che esprimono un Governo a livello nazionale. Se c’è una legge deve essere rispettata, qualora il contenzioso in Corte costituzionale non trovi una soluzione positiva, ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità: quei soldi sono dei cittadini toscani”.

Il voto sugli altri atti che compongono la Manovra di Bilancio della Regione saranno votati nel corso della seduta notturna ce è convocata per le 20,20.

Nota di aggiornamento al Defr, gli ordini del giorno approvati

Sono stati 54 atti gli atti collegati alla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale (Nadefr 2024) presentati in Aula: 19 quelli di Forza Italia, due dei quali ritirati perchè saranno trasformati in mozioni, 19 della Lega, 15 di Fratelli d’Italia e uno del Partito Democratico.

Sei gli ordini del giorno di Forza Italia (a firma di Marco Stella) approvati. Gli atti riguardano il monitoraggio degli alloggi Erp sfitti al fine di migliorare l’azione di programmazione; l’aumento del numero dei Centri di ascolto per uomini autori di violenze presenti sul territorio; la necessità di un protocollo d’intesa col ministero degli Affari Esteri per consolidare e favorire l’ingresso di investitori esteri in Toscana; il miglioramento della funzionalità del sistema Happymamma nella prenotazione del Cup; il sostegno per la ripresa delle tre società fieristiche della Regione Toscana; l’erogazione di contributi economici alle Asl finalizzati al benessere dei pazienti oncologici.

Sì anche a dodici ordini del giorno della Lega, sui teatri minori della Toscana (prima firmataria Luciana Bartolini); sulle iniziative di prevenzione e contrasto al disagio giovanile e all’abbandono scolastico (Marco Landi); sul Piano faunistico regionale; sull’introduzione del salario minimo; sul sostegno della categoria degli edicolanti; al rilancio del sistema fieristico regionale; sull’utilizzo e sulla valorizzazione delle terre incolte; al necessario ammodernamento delle carceri toscane (Elena Meini); su azioni volte al monitoraggio e al contrasto della ludopatia (Giovanni Galli); in merito alla politica regionale sui Parchi; al Piano regionale sulla qualità dell’aria (Massimiliano Baldini); in merito all’accelerazione dei tempi di realizzazione della digitalizzazione (Marco Casucci).

Nove gli ordini del giorno del gruppo di Fratelli d’Italia approvati. Quello il cui primo firmatario è Diego Petrucci sulla messa a norma degli alloggi popolari non assegnati; quelli il cui primo firmatario è Vittorio Fantozzi per il recupero delle risorse a sostegno dell’attività agricola; per lo stanziamento di risorse per l’incentivazione della mobilità elettrica; per promuovere la qualità delle produzioni agroalimentari toscane; per incentivare le politiche di salute legate ai segnali di rischio suicidio; per contribuire alla realizzazione del Museo del Fumetto; per sostenere enti del terzo settore coinvolti in attività sociali e di soccorso. Ancora gli ordini del giorno il cui primo firmatario è Alessandro Capecchi per un finanziamento a favore del progetto di variante alla SP 5 nel tratto Sant’Agostino-Montale e per uno stanziamento di 500mila euro per l’impianto di condizionamento del palazzetto dello sport di Pistoia.

Approvato anche l’ordine del giorno presentato dal Pd (prima firmataria Federica Fratoni) per la valutazione urgente di un ulteriore sostegno economico ai centri diurni per disabili, con particolare riguardo alla fondazione MAIC Onlus, in conseguenza dei maggiori costi sostenuti legati al Covid.

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