Noi studenti e studentesse del liceo Machiavelli-Capponi, stamattina, lunedì 11 dicembre 2023, abbiamo occupato il plesso Frescobaldi.
Ci siamo trovati costretti a occupare la scuola, in seguito al mancato ascolto da parte della dirigenza scolastica e una continua noncuranza delle nostre richieste e dei nostri bisogni.
Vogliamo contestare e mettere in luce le contraddizioni sia dei problemi interni al nostro istituto sia del sistema scolastico e riuscire a proporre delle alternative sviluppate da noi studenti e studentesse; inoltre vogliamo prendere una posizione chiara contro il genocidio che sta avvenendo in Palestina e contro la violenza di genere.
DIRIGENZA SCOLASTICA
Con il cambio di preside, avvenuto a inizio anno scolastico, abbiamo riscontrato molteplici problematiche verificatesi sin da subito.
A inizio anno infatti la preside si è assentata per tre settimane, non delegando alla vicepresidenza il proseguimento dei suoi compiti, ciò ha portato gravi disagi nonché alla paralisi della burocrazia nel nostro istituto.
Col passare del tempo, episodi di questo tipo si sono intensificati, mettendo in luce gravi problematiche organizzative, con circolari pubblicate in ritardo che hanno creato disagi a docenti e studenti.
La dirigente scolastica nel tempo si è continuamente resa protagonista di azioni che hanno sabotato l’operato dei vicepresidi e in seguito a continue critiche sul loro lavoro, sono arrivati alla decisione (quattro vicepresidi su cinque) di dimettersi dal loro ruolo.
Dal momento della loro dimissione la situazione nel nostro istituto ha iniziato a precipitare a velocità sempre più elevata, con disordini e restrizioni che sono diventati l’ordine del giorno,
agli studenti col passare del tempo è stato addirittura impedita la possibilità di entrare dopo o uscire prima in caso di mancanza di un professore, possibilità che sempre era stata concessa negli anni precedenti.
Vogliamo sottolineare, che i dirigenti scolastici hanno la possibilità di amministrare gli istituti in maniera così autoritaria, grazie a politiche che fanno gestire loro la scuola come fosse
un’azienda, con il solo obiettivo di far quadrare i conti, e di conseguenza mettendoli su un “piedistallo” rispetto a vice-presidi e docenti.
BENESSERE A SCUOLA
Sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psicologico il benessere degli studenti e delle studentesse viene continuamente messo in secondo piano.
Ad inizio anno le infermerie di entrambi i plessi erano inesistenti. Ad oggi solo al Rinuccini aperte, ma prive di attrezzature adeguate. Pertanto richiediamo un investimento per garantire un’adeguata e idonea assistenza nel momento del bisogno.
Accade frequentemente che ci siano persone che hanno attacchi di panico a scuola e sono costrette a stare nei bagni o nei corridoi. Questi episodi non sono da attribuire a delle “fragilità personali” ma alla struttura del sistema scolastico. La competizione e la pressione data dalle valutazioni genera in noi un malessere totalizzante.
Pertanto vogliamo che venga imposto un tetto massimo alle valutazioni che riceviamo.
SPAZI
Noi studenti e studentesse riteniamo che gli spazi della scuola debbano essere accessibili a tutte e che se ne possa usufruire liberamente sia in orario scolastico che durante le attività
extrascolastiche. Con questa occupazione vogliamo rivendicare l’uso degli spazi quali il teatro, la biblioteca, l’atrio e le infermerie che, come abbiamo già accennato, mancano sia a
Rinuccini che a Frescobaldi.
Da inizio anno ci è stata negata la possibilità di trascorrere momenti di svago e/o di studio nell’atrio del plesso Rinuccini. Pertanto vogliamo che ci sia restituita la possibilità di
usufruirne non solo a ricreazione ma anche per momenti di studio individuale, come è stato sempre possibile.
Il teatro, che è emblema della bellezza della nostra scuola da tre anni, è occupato da una classe. Questo utilizzo improprio, priva gli studenti e le studentesse, che svolgono teatro
come attività interdisciplinare, di esercitarsi liberamente in un luogo idoneo. Pretendiamo perciò che la classe che occupa il teatro venga dislocata in un altro luogo e che il teatro riacquisisca la sua funzione.
Infine, esigiamo che le biblioteche di entrambi i plessi ritornino ad essere accessibili a tutti gli studenti e che non vengano impiegate, come nel caso del plesso del Rinuccini, in aula docenti. Riteniamo infatti che la biblioteca debba essere presente in tutti e due i plessi come spazio di studio individuale, prestito di libri e luogo di confronto culturale tra studenti, professori, genitori per dibattiti ed eventi.
Sentiamo quindi la necessità di riappropriarci dei nostri spazi e viverli liberamente, per avere un confronto alla pari fuori da dinamiche di potere e competitività tipiche della scuola. Le richieste elencate precedentemente saranno discusse e approfondite durante i giorni di occupazione.
Il nostro obiettivo è di aprire un tavolo di trattativa con la preside per discutere e approvare le nostre richieste.
Finché non avverrà la scuola rimarrà in mano agli studenti !
MOTIVAZIONI ESTERNE
Vediamo nell’occupazione uno strumento che ci permette di creare modalità alternative di lezione su temi che la scuola da sempre lascia in secondo piano, temi che invece vogliamo
approfondire, dibattere e di cui vogliamo rovesciare la narrativa dominante.
Ci riferiamo al genocidio in Palestina , all'ondata di femminicidi che non accenna a fermarsi e alle lotte dei lavoratori.
Il ministro Valditara crea un clima di terrore e di umiliazione nelle scuole, attraverso riforme oppressive verso gli studenti e inviando forze dell’ordine negli istituti schierati a fianco del
popolo palestinese.
Noi ci auto organizziamo per creare consapevolezza tra noi studenti e studentesse, infatti durante il periodo dell’occupazione le lezioni verranno prese in mano dagli stessi studenti
presentando ogni giorno assemblee e dibattiti tenuti da relatori competenti sui suddetti temi.
Siamo contro una scuola che ci tiene rinchiusi dentro una palla di vetro e confina i problemi del mondo reale all’esterno di essa. Una scuola che auspica il silenzio quando una donna
viene uccisa, che presenta ai propri studenti il mondo del lavoro degli operai sottopagati come un'opportunità, anzi lo rende una tappa obbligatoria della loro formazione superiore,
che cerca di nascondere alla loro vista un genocidio che finora ha causato 17.000 vittime.
Noi lottiamo per una scuola che ci offra una vera formazione, non prettamente nozionistica, ma che vada a stimolare un pensiero critico e che metta al centro gli studenti e le studentesse.
Gli studenti del liceo Machiavelli Capponi
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