Acqua più cara d'Italia in Toscana, lo certifica Altroconsumo

La Toscana è in vetta per il costo delle bollette dell'acqua secondo un'indagine pubblicata nell'ultimo numero di Altroconsumo Inchieste. Nel 2023 8 province su 10 si trovano nella fascia più alta di spesa annua per i consumi idrici, calcolando 182 metri cubi di consumo medio per una famiglia di 3 persone. Se la media per 85 province è di 466 euro (il 9,5% in più rispetto al 2021), a Siena se ne spendono 810, a Grosseto 806 e a Pisa 798. Poco meglio a Livorno (783) e Arezzo (746). Il costo è uguale a Firenze, Prato e Pistoia: 742 euro. Sotto la 'soglia psicologica' dei 700 euro troviamo Massa con 693 euro. Lucca invece ha il risultato migliore, con 516 euro, il dato più vicino alla media riportata. Quella della Toscana risulta la bolletta più pesante, con dati equiparabili nella sola provincia di Frosinone, dove si spendono 740 euro di media.

Anche sul fronte dei rincari i risultati non migliorano. Se la megdia, come già detto, rispetto al 2021 è del 9,5%, a Firenze l'aumento è stato dell'11,6%. Il confronto è impietoso anche vedendo il costo della tariffa idrica. A Milano un metro cubo d'acqua (mille litri) costa meno di un euro, nello specifico 89 centesimi. Lo stesso metro cubo acquistato a Siena costa 4,45 euro.

L'indagine mostra conti salati per il centro Italia anche se il campione è di 5 persone in famiglia invece che tre. L'ultima posizione però viene occupata da Livorno, con una stima di spesa di 1.424 euro all'anno, invece di Siena, che però figura terz'ultima.

La stima di CittadinanzAttiva resa nota a marzo non si discostava molto dalle cifre riportate. Ma anche articoli di 12 anni fa rimarcavano come in Toscana l'acqua fosse un bene prezioso, anche se le stime di allora fanno impallidire in generale (spendevamo 369 euro, su una maedia di 270 euro a livello nazionale).

Al netto del consumo, i toscani si dimostrano anche dei consumatori attenti a non disperdere la risorsa. Nel 2022 CittadinanzAttiva riportava un calo dei consumi del 15,7% rispetto all'anno precedente.

Peccato però che la dispersione dell'acqua nelle condutture dell'acquedotto mostri invece un dato peggiore. Secondo Coldiretti Toscana, in una stima del 2023 , si va dal 55,8% di perdite lungo il tragitto dell’acquedotto della rete di Massa Carrara al 25,5% di Arezzo ma perdite superiori alla media regionale si registrano anche a Grosseto (52,5%), Prato (49,4%), Pistoia (42,7%) e Lucca (42,5%). Ma perdite importanti di acqua non risparmiano nemmeno le province di Firenze (40,2%), Pisa (38,4%), Siena (35,5%) e Livorno (32%).

E allora perché questi prezzi? La risposta dei gestori, in vari articoli nel corso degli anni per chiedere conto della questione, riguarda gli investimenti sul territorio e la differenza morfologica del territorio.

Sul primo punto si può pensare al ragionamento che l'investimento porta a fontanelli e case dell'acqua che riducono per molti utenti il consumo di plastica con le bottiglie comprate al supermercato. Pagare l'acqua più cara per avere la possibilità di fruirne gratuitamente dal fontanello, in sostanza. Ma gli investimenti si misurano anche nel sistema fognario e degli acquedotti. E poi interviene anche la 'solidarietà territoriale'.

Se chi vive nelle isole come al Giglio, dove esiste un dissalatore, dovesse pagarsi la sua tariffa autonomamente, pagherebbe l'acqua a peso d'oro. Invece il costo viene ripartito tra i comuni dell'area servita dal gestore.



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