Ala casa circondariale di Prato La Dogaia la conferenza nazionale dei Poli Universitari Penitenziari

L'esperienza dello studio universitario in carcere è stata al centro, stamani, di un incontro presso la Casa Circondariale di Prato La Dogaia, che ha chiuso la Conferenza nazionale dei Poli Universitari Penitenziari (CNUPP).

Vi hanno preso parte il direttore de La Dogaia Vincenzo Tedeschi e la rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci. Nell’incontro, dal titolo “Il dibattito “in” e “sul” carcere: i detenuti iscritti ai corsi di studio dell’Università di Firenze incontrano i delegati CNUPP e le istituzioni”, sono stati presentati i lavori del Polo Penitenziario toscano, con la partecipazione del delegato dell' Università di Pisa Andrea Borghini. Ha portato un saluto il sindaco di Prato Matteo Biffoni.

Gli studenti del Polo Penitenziario hanno dialogato con numerosi interlocutori istituzionali: l’assessora alle Politiche regionali per le questioni carcerarie della Regione Toscana Serena Spinelli, la rettrice Alessandra Petrucci, il direttore Vincenzo Tedeschi, il magistrato di sorveglianza di Firenze Giuditta Merli, il Presidente della Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari Franco Prina. Ha moderato l’incontro Maria Paola Monaco delegata all’Inclusione e diversità dell’Università di Firenze.

“La tutela dell’effettivo diritto allo studio universitario è, in generale, garanzia di democrazia, mezzo di inclusione e di riabilitazione: per questo, è dovere dell’Ateneo garantirlo anche ai soggetti in esecuzione penale, mediante le attività del Polo Universitario Penitenziario – ha affermato la rettrice Alessandra Petrucci -. L'Ateneo si impegna per trasformare la detenzione da un tempo sospeso a un periodo produttivo, in cui il cittadino ristretto può intraprendere percorsi formativi di alto livello, che gli consentono di investire su se stesso. Lo studio diventa, in questo modo, una medicina efficace, uno strumento fondamentale per aprire altre strade, con benefici sia per il singolo sia per l’intera società”.

“L’Università in carcere – ha aggiunto la delegata dell’Ateneo fiorentino all’inclusione Maria Paola Monaco - ha un ruolo fondamentale: da una parte attraverso la formazione permette ai detenuti di reintegrarsi nella società una volta finita la pena e, per altro verso, per coloro che hanno una pena lunga costituisce un’occasione per riflettere sulla propria esperienza e nello stesso tempo per mantenersi in contatto con il mondo”.

Attualmente gli studenti iscritti all’Unità fiorentina del Polo Universitario Penitenziario toscano sono 75, di cui 20 matricole. La maggior parte fa capo alla casa circondariale pratese di Dogaia (41 iscritti, di cui 13 matricole). I corsi di laurea con maggiori iscritti afferiscono alla Scuola di Studi Umanistici e della Formazione, alla Scuola di Economia e Management e alla Scuola di Giurisprudenza.

Fonte: Ufficio Stampa Università degli Studi di Firenze

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