Studenti che aiutano altri studenti, una realtà ancora più significativa se si svolge in carcere, come possibilità di un sostegno per il recupero del proprio percorso di vita.
Entreranno in attività fra pochi giorni i 15 vincitori del bando dell’Università di Firenze per le attività di supporto a studenti del Polo Universitario Penitenziario (PUP), esperienza che da più di 20 anni a Firenze e in Toscana offre ai detenuti la possibilità di accedere ai corsi di laurea universitari.
I tutor Unifi nei prossimi giorni varcheranno le soglie de “La Dogaia” di Prato, di Sollicciano e del “Mario Gozzini” a Firenze e della Residenza per esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) a Empoli per affiancare studenti detenuti nell’affronto dei percorsi universitari da loro scelti. Li aiuteranno nella comprensione delle materie, nell’uso del metodo di studio più adeguato, nel ripasso degli argomenti importanti, ma anche nel reperimento di libri e materiale didattico come pure nella mediazione con i professori per la scelta del piano di studio o altre necessità.
I tutor, che affiancheranno i loro colleghi negli istituti di detenzione per un massimo di 200 ore rinnovabili, sono stati selezionati fra gli iscritti alle lauree magistrali, alle lauree a ciclo unico, ai dottorati di ricerca e alle scuole di specializzazione: sono afferenti a svariati corsi di laurea e 10 di loro sono donne.
“Credo molto nel fatto che le persone possano avere una seconda possibilità – racconta Ludovica Testa, dottoressa in Giurisprudenza, che ha svolto negli anni scorsi il servizio di tutorato nell’ambito del PUP -. Penso che questa esperienza, che rende reale il diritto allo studio anche in un contesto difficile e permette di studiare insieme ad altre persone esterne al carcere, sia funzionale allo scopo”.
“Si tratta, in genere, di persone adulte e molto motivate – aggiunge Alessia Tripodo, laureata in Filosofia e protagonista anche lei di un periodo di tutoraggio -. Più la società entra nel mondo del carcere, come in questo caso l’insegnamento universitario, e maggiore è il vantaggio per tutti, perché diventa possibile riaprire strade o possibilità che non si potevano neanche immaginare”
Fonte: Università degli Studi di Firenze
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