Domani (sabato 25 novembre) alle 17.30 all’interno della Mostra Mercato del tartufo bianco di San Miniato verrà svelata una succosa novità: il Mutart (il museo del tartufo delle colline sanminiatesi) – nato da un’idea di San Miniato Promozione con l’appoggio dell’amministrazione comunale e il sostegno di Regione Toscana e Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest - che verrà inaugurato a primavera 2024.
I motivi che hanno portato a questo progetto promosso dalla Fondazione presieduta da Marzio Gabbanini sono molteplici: San Miniato è il centro della più fruttuosa zona tartufigena della Toscana, a cui dà il nome “Colline Sanminiatesi”, comprendente 30 comuni delle province di Pisa e di Firenze; San Miniato inoltre è sede della più numerosa associazione regionale di cercatori, l’Associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi; e poi è un “distretto tartufigeno”, nel senso che ospita una specifica economia del tartufo comprendente famiglie professionali di cercatori e aziende commerciali e di trasformazione ormai quasi secolari, oltre a possedere localmente la “conoscenza diffusa” della specializzazione che caratterizza le aree distrettuali; infine a San Miniato c’è da 54 anni la più antica mostra mercato del tartufo della Toscana (e una delle più antiche d’Italia), organizzata da Fondazione SMP; infine San Miniato detiene il primato mondiale del più grande tartufo bianco mai trovato, il campione da due chili e mezzo venduto nel 1954 ai commercianti di Alba, che allora ne monopolizzavano il commercio. E’ diventato così naturale lavorare al progetto di un museo, per cinque motivi: preservare e celebrare la cultura e la storia legate al tartufo tramandole alle future generazioni; educare e sensibilizzare per quanto riguarda l’ecosistema del tartufo, il loro ciclo di vita e il legame inestinguibile fra la produzione e la qualità ambientale dei preziosi ecosistemi che la ospitano; aumentare l’afflusso di turisti in quanto il Mutart potrà diventare anche una destinazione di richiamo per chi vorrà scoprire il patrimonio gastronomico dell’area; valorizzare i produttori locali, che così avranno l'opportunità di far conoscere il lavoro dietro la raccolta, la produzione e la commercializzazione del tartufo; infine il museo potrà anche svolgere un ruolo nel promuovere la ricerca scientifica sul tartufo, incentivando lo sviluppo di nuove tecniche di coltivazione, raccolta e conservazione.
In sintesi estrema, il Museo del tartufo delle Colline Sanminiatesi con sede a San Miniato – la cui denominazione in sintesi è Mutart - dovrebbe rappresentare un centro culturale ed educativo, contribuendo alla valorizzazione del territorio e alla promozione della sua cultura enogastronomica. Potrà essere utilizzato anche per eventi, conferenze, lezioni tematiche e altro da parte dei soggetti interessati del sistema locale e dell’area delle Colline Sanminiatesi.
La presentazione del progetto avverrà nello spazio incontri di Casa Tartufo (Piazza Duomo), a cura del professore dell’Università di Firenze Francesco Dini. Nell’occasione verrà presentato anche il piano di marketing attuativo curato da Dini per conto di Fondazione SMP (di cui Dini è consigliere).
Fonte: Fondazione San Miniato Promozione - Ufficio stampa
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