Si sono registrate cariche di contenimento da parte delle forze dell'ordine stamani (martedì 21 novembre) in piazza Brunelleschi a Firenze nei confronti di partecipanti a una manifestazione pro Palestina. Dalla Questura spiegano che l'intervento è stato deciso perché i manifestanti si sarebbero mossi in corteo e si è temuto che volessero raggiungere la sinagoga. Non ci sarebbero feriti.
Un centinaio i partecipanti alla manifestazione (settanta per la Questura), promossa dal Collettivo degli studenti dell'Ateneo e autorizzata come presidio sotto il rettorato in piazza San Marco durante la seduta del Senato accademico. Il Collettivo di Ateneo su Facebook aveva annunciato il presidio.
"Il nostro intento pacifico, e dichiarato fin dall'inizio, era di entrare nella nostra sede universitaria di piazza Brunelleschi e fare assemblea. Camminando verso Santissima Annunziata la polizia in tenuta anti sommossa ci ha bloccato la strada e ci ha manganellato in modo completamente arbitrario. Abbiamo ribadito che stavamo andando all'Università, il nostro luogo, e che non ci possono impedire di andarci. Arrivati all'ingresso dell'Università c'è stata una seconda carica ancora più aggressiva perché volevano impedirci di entrare". Così un militante di Studenti di sinistra, racconta quanto accaduto stamattina a Firenze.
"Stamattina - spiega lo studente all'Ansa - come rappresentanze studentesche universitarie noi di Studenti di Sinistra e Udu abbiamo portato in Senato accademico una mozione per il riconoscimento del genocidio in Palestina e abbiamo richiesto che venisse discussa all'ordine del giorno. La rettrice ce l'ha impedito quindi noi siamo usciti e ci siamo uniti al presidio autorizzato davanti al Rettorato. Qui abbiamo detto che se nel rettorato non c'era modo di parlare di quello che sta accadendo in Palestina, allora volevamo parlarne nella sede dell'Università più vicina, quella di piazza Brunelleschi".
"Andare in sinagoga non è mai stato il nostro intento - precisano - e non c'è mai stato alcun tentennamento sul percorso, noi siamo stati molto lineari e abbiamo detto fin dall'inizio alla Digos che volevamo andare nella sede universitaria più vicina".
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