Natale senza riferimenti cristiani. Anzi, rinominare del tutto la festa per aderire agli obblighi del Piano per l'uguaglianza etnica e razziale dell'Eui. L'agenzia Sir, acronimo di Società per l’Informazione Religiosa, nata dalla Federazione Italiana Settimanali Cattolici e con il sostegno della CEI, ha diffuso la notizia sulla presunta decisione del presidente dell'Istituto Universitario Europeo di Fiesole tramite una corrispondenza interna.
"Le diverse osservanze religiose e culturali che sono rappresentate all'Iue - si legge, nel Piano per l'uguaglianza etnica e razziale 2023-2026 dell'Istituto - saranno riconosciute nel calendario degli eventi e delle attività correlate. Si presterà attenzione a garantire che la celebrazione di festività e ricorrenze sia comunicata con un linguaggio inclusivo, riconoscendo le diverse religioni e credenze". "La decisione è oggetto di valutazione, non è stata ancora presa", spiegano alcune fonti dell'istituto.
Le forze del centrodestra si sono dette fin da subito contrarie a una decisione di questo tipo. A parlare sono stati, per Fratelli d'Italia, la consigliera di Fdi alla Città metropolitana di Firenze Alessandra Gallego, il consigliere regionale Francesco Torselli e il senatore Paolo Marcheschi. Per la Lega l'europarlamentare Susanna Ceccardi e i consiglieri regionali Elena Meini e Giovanni Galli, per Forza Italia il consigliere regionale Marco Stella.
"Questa proposta apparentemente sconclusionata - le parole dell'europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi - risponde in realtà a un'ondata di pensiero politicamente corretto che mira a cancellare i tratti distintivi della nostra civiltà in nome di un presunto rispetto delle altre culture. Ma non ci può essere rispetto per gli altri se non impariamo a rispettare innanzitutto noi stessi. Mi auguro quindi un passo indietro immediato su questa decisione da parte dei vertici dell'Istituto".
"Cambiare nome al Natale somiglia, davvero troppo, al titolo di un romanzo grottesco", affermano in una nota il deputato di Fdi Alessandro Amorese e il senatore Paolo Marcheschi. "Confidiamo che una scelta simile venga ripensata - dichiarano -, proprio in virtù dell'inclusività stessa perché, così ipotizzata, somiglia molto ad altre che portano a togliere i crocefissi dalle aule scolastiche, in un clima di 'cancel culture' che, diffondendosi, tenta di azzerare i valori occidentali".
Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Marco Stella ha attacato la decisione, affermando che "questa non è laicità ma laicismo. Una sana laicità prevede pluralismo e dialogo, non la cancellazione della storia e dell'identità. Fa un po' sorridere, oltretutto, vedere che questa idea arriva da un istituto universitario che ha sede in uno storico convento cattolico".
La replica dell'Istituto Universitario Europeo
"Nessuno ha pensato di eliminare la celebrazione di feste religiose, non sono previsti cambiamenti nell'organizzazione della festa di fine anno, in cui sono tradizionalmente numerosi i riferimenti alle festività di Natale, che fanno parte del patrimonio culturale europeo".
Lo afferma l'Istituto Universitario Europeo, che ribadisce di essere "un'università internazionale che accoglie un numero crescente di studenti del mondo intero. Questo ambiente internazionale necessita di una politica di inclusione delle diverse culture. A tal fine, l'istituto ha recentemente adottato un Piano per la parità etnica e razziale, nel quale si raccomanda l'adozione di un linguaggio inclusivo nelle varie attività dell'Istituto".
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