Truffa dei pallets, fatture false da 80 milioni da Prato in tutta Italia

Frode fiscale nel settore dei bancali: la guardia di finanza di Prato ha ricostruito una truffa per 80 milioni di euro di operazioni inesistenti, con Iva evasa per circa 16 milioni, da parte di 56 società in tutta Italia.

La finanza ha sequestrato patrimoni accumulati negli anni dal gruppo criminale e dagli imprenditori a esso legati: oltre 4 milioni di euro divisi in 9 immobili, 8 veicoli, oltre 20 rapporti finanziari, 4 imprese e denaro contante per oltre 300.000 euro.

I controlli fiscali segnalati alle direzioni provinciali dell’Agenzia delle Entrate competenti hanno ricostruito un fatturato complessivo di quasi 100 milioni di euro. Proprio il Fisco ha emesso avvisi di accertamento per 67 milioni di euro, contestando imposte evase e sanzioni per oltre 42 milioni.

Come funzionava il sistema? Le cosiddette 'teste di legno', intestatarie di imprese individuali senza dotazione aziendale e di ulteriori società filtro interposte, tutte operanti nel commercio di pallets - venivano movimentate ingenti quantità di denaro.

Questi soggetti di comodo erano intestatari di conti correnti, direttamente gestiti dal sodalizio criminale, utilizzati per movimentare, grazie all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, ingenti somme di denaro, le quali, al termine della catena riciclatoria, venivano, con frequenza giornaliera, prelevate in contanti dai vari prestanome su istituti finanziari dell’hinterland pratese, per essere successivamente concentrati presso gli uffici di una società con sede a Campi Bisenzio (FI), ove venivano distribuite a vari soggetti titolari di attività economiche.

Le Fiamme Gialle, dunque, sono riuscite ad intercettare un sistema di riciclaggio dei proventi illeciti basato sul commercio e sulle false fatturazioni (“Trade based money-laundering”), che è particolarmente diffuso in seno ai sodalizi criminali.

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