Secondo i dati diffusi da Simone Baldacci, Coordinatore della FP GCIL della USL Toscana, nell’ultimo mese sono avvenuti al distretto sanitario di Rozzalupi numerosi episodi di violenza verbale da parte dell’utenza verso il personale amministrativo che lavora al contatto con il pubblico. Le violenze verbali e spesso fisiche sono diventate un fenomeno dai numeri preoccupanti sia per l’intensità che per la qualità delle aggressioni; i pronto soccorso sono i luoghi più colpiti, seguiti dai centri di salute mentale e dagli sportelli al contatto con il pubblico.
Spesso i soggetti più colpiti dalle violenze sono le infermiere, le dottoresse ed il personale amministrativo, che molte volte “per quieto vivere” non denunciano le offese verbali. Se tutti denunciassero anche questi episodi, i numeri oggi noti sarebbero inevitabilmente destinati ad essere rivisti al rialzo. Come partito politico Empoli in Azione abbiamo già presentato alle varie Amministrazioni alcuni suggerimenti per cercare di contenere la violenza verso il personale sanitario; abbiamo più volte richiesto all’Amministrazione Comunale di Empoli una maggiore attenzione per la cura dei parcheggi ad Avane, abbiamo sollecitato l’Azienda Ospedaliera ad introdurre nei locali del pronto soccorso alcune modifiche per migliorare la vivibilità e la sicurezza degli spazi triage, nell’ottica di una maggiore sicurezza degli operatori.
Purtroppo, ad oggi non abbiamo avuto nessun riscontro alle nostre istanze. Per quanto riguarda il distretto di “Rozzalupi”, siamo d’accordo con la proposta della CGIL di istituire un servizio di vigilanza, per cercare di prevenire questi fenomeni. Secondo noi dovrebbero anche essere introdotti, previo confronto con le rappresentanze sindacali, apparati di videosorveglianza nell’area di contatto con il pubblico al fine di prevenire le violenze e di poter utilizzare le immagini ai fini investigativi se queste dovessero avvenire.
L’altra proposta fatta dal delegato sindacale è quella di istituire la figura del mediatore culturale, per prevenire “incomprensioni” con la numerosa utenza straniera che frequenta quegli uffici. Questa idea per essere fattibile ed economicamente sostenibile potrebbe a nostro avviso prevedere che le persone interessate possano trovare, per un giorno alla settimana, un mediatore culturale che parli la loro lingua; ad esempio il lunedì mediatore culturale cinese, il martedì rumeno e così via; non è pensabile che al distretto ogni giorno siano presenti tutti i mediatori culturali delle numerose comunità presenti sul nostro territorio per ovvi risvolti economici.
Inoltre, soprattutto per gli stranieri ma anche per gli italiani, sarebbe il caso di preparare materiale informativo sui documenti che servono prima di presentarsi allo sportello non solo con la descrizione degli stessi ma anche con delle foto o delle immagini esplicative, soluzione utilizzata da amministrazioni estere che hanno a che fare con molte comunità straniere. Inoltre, non ultimo, sarebbe il caso di indicare con cartellonistica o con messaggi audio diffusi nei locali, segnalando all’utenza le conseguenze penali di violenze o aggressioni nei riguardi dei lavoratori.
Luca FERRARA
Empoli in AZIONE
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