Più anziani curati a casa che in ospedale, il dato a Firenze

Cresce il numero degli anziani malati che vengono curati nelle proprie case anziché essere ricoverati al pronto soccorso. Si tratta di una possibilità che si è rafforzata grazie al progetto Girot della Ausl Toscana Centro che, in collaborazione con File (Fondazione italiana di leniterapia) offre cure palliative a domicilio agli anziani cronici e fragili, mettendo a disposizione un medico, un'infermiera e una psicologa.

Il Girot si rivolge ai pazienti di solito anziani con molte malattie croniche, disabili e/o affetti da decadimento cognitivo, in corso di scompenso clinico.
L’obiettivo è trattare il paziente a casa con le stesse cure che farebbe in ospedale. Nel 2022 il Girot ha preso in carico circa 6000 pazienti, segnalati dall’ospedale (reparti o dea) o dal medico di medicina generale.

Circa un terzo di questi, per le caratteristiche cliniche e funzionali che presentano, durante la presa in carico del Girot acquisiscono le caratteristiche della terminalità e vengono visti in simultaneous care con il palliativista messo a disposizione per questa tipologia di pazienti da File.
Il palliativista continua poi a seguire il paziente con il supporto dei medici del Girot.

Nei primi sei mesi del 2023 il palliativista di File ha preso in carico 149 pazienti (53 uomini e 96 donne, età media 89,8 anni) ed ha eseguito 475 visite a domicilio. Sono stati 147 i pazienti seguiti dall’infermiera (52 uomini, 95 donne, età media 89,7) e 455 le visite a domicilio. Sono stati invece 52 i pazienti seguiti dalla psicologa.

Per un anziano malato, spiegano da File, la casa è da considerare il luogo privilegiato in cui ricevere assistenza in cure palliative, così da poter vivere i suoi ultimi mesi, settimane, giorni circondato dalle sue cose e dai suoi affetti. I modelli assistenziali tradizionali hanno dimostrato di non essere adeguati alle esigenze peculiari dei pazienti molto anziani, specialmente se fragili, con ricoveri e accessi al pronto soccorso continui e spesso inappropriati.

Ecco perché, per garantire assistenza a questi anziani è stato realizzato Girot (Gruppi di Intervento Rapido Ospedale-Territorio), nato grazie all’iniziativa di un team di geriatri/internisti ed infermieri territoriali. File è stata inclusa nel progetto, come detto, con un’équipe di palliativisti (il medico Luca Abrardi, l’infermiera Selenia Greco e la psicologa Erika Khiari), professionisti stabilmente dedicati per il controllo del dolore e dei vari sintomi, i quali prestano assistenza attraverso diverse modalità di intervento, delineate in base alle specifiche esigenze del paziente e del suo contesto familiare.

“Se si dovesse fare un identikit – spiega il dottor Luca  Abrardi - il paziente Girot è un grande anziano con più patologie croniche ad andamento infausto, gravato da scompensi d’organo di tipo cardiaco, epatico, renale, broncopneumopatia cronica ostruttiva danni multiorgano da anzianità, per dirne alcune. Si tratta di un paziente per il quale c’è da ritagliare su misura uno specifico percorso di assistenza in cui, di solito, il palliativista ha un ruolo di grande importanza, di cogestione e scambio continuo con il geriatra e con gli altri professionisti sanitari.

Inizialmente Girot era stato previsto nell’ambito della pandemia per poter rispondere all’esigenza dei pazienti molto anziani, malati cronici, fragili, di essere seguiti a casa. Le molte consulenze palliative richieste dai geriatri di Girot ai medici di File hanno poi evidenziato la necessità di integrare il supporto della figura del palliativista direttamente all’interno delle équipe Girot. La stessa pandemia ha messo in luce la necessità di sviluppare cure territoriali appropriate per queste persone, non candidabili per l'ospedalizzazione: per questo motivo, passata l’emergenza, il progetto Girot è stato rafforzato ed è proseguita questa “proiezione dell’ospedale all’esterno dell’ospedale”.

Fonte: Ufficio Stampa

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