Castelfiorentino scossa dall'omicidio di Klodiana Vefa: la questione sicurezza in primo piano

Dopo il tragico fatto di ieri si dibatte di nuovo sulla situazione di Castelfiorentino in merito alla sicurezza. Se i contorni dell'omicidio di questo 28 settembre vanno a legarsi a quellli del femminicidio, molti residenti richiamano alla memoria i recenti episodi di violenze e microcriminalità avvenuti in paese. La zona posta sotto attenzione anche con l'utilizzo della vigilanza armata privata è quella del centro e della stazione ferroviaria (gonews.it ci ha basato un sondaggio alcune settimane fa). Diversamente, l'area di Puppino, dove è avvenuto l'omicidio di Klodiana Vefa, non era al centro di episodi di criminalità.

Sulla questione sicurezza si era animato un dibattito tutto politico che vede principalmente come attori l'amministrazione comunale guidata dal sindaco Alessio Falorni e le opposizioni di centrodestra, in primis la ex candidata sindaco per la Lega Susi Giglioli. L'oggetto del contendere è come migliorare la sicurezza e la percezione di sicurezza in città. Falorni da tempo richiama il governo e le istituzioni per la certezza della pena affinché certi volti noti non tornino più in paese, con provvedimenti non blandi e ripetuti. Giglioli sposa la linea del centrodestra di governo, da tempo richiama la necessità del progetto Strade Sicure (ossia l'esercito). Giglioli ha proposto anche l'apertura di un Cpr per gli stranieri da rimpatriare.

Tutto questo ovviamente era precedente all'omicidio di ieri ed è un capitolo a parte, con una storia a sé e senza correlazioni, ci teniamo a sottolinearlo.

Fatto sta che il clima si fa pesante in città. I recenti episodi di cronaca che hanno visto Castelfiorentino protagonista parlano dell'arresto di un 34enne albanese che risiedeva a Castello per l'omicidio di un connazionale a colpi di cacciavite lungo l'autostrada A13. E ancora, erano albanesi i coniugi Pasho, scomparsi nel 2015 e ritrovati cadavere e fatti a pezzi 5 anni dopo in delle valigie tra la Fi-Pi-Li e il carcere di Sollicciano. Per questi fatti è stata condannata a 30 anni Elona Kalesha, ex compagna del figlio delle vittime.

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