L’opposizione politica alla Multiutility Toscana quotata in Borsa cresce ovunque, di pari passo con la consapevolezza dell’opinione pubblica circa le reali ragioni di questa operazione e delle sue conseguenze negative. Oltre un anno fa fu imposta in tempi record a 63 Consigli Comunali dai due partiti che con più forza la sostengono, ossia Fratelli d’Italia e PD, come una “razionalizzazione e capitalizzazione necessaria per affrontare le sfide competitive del futuro” delle aziende di gestione dei servizi pubblici locali.
Grazie al lavoro di attiva controinformazione sviluppata da forze politiche, tra le quali Potere al Popolo, comitati locali di cittadini, liste civiche ed in ultimo anche di decisive forze sindacali, il tema è oggetto oggi di cronache e discussioni e cresce una diffusa opposizione per le prevedibili gravi conseguenze sia sulle bollette di acqua e rifiuti, sia nei rapporti che muteranno drasticamente tra gestione dei servizi e comunità locali.
Ad Empoli, comune a maggioranza PD, vediamo le file ai banchini per firmare il referendum abrogativo della delibera che come in altri 62 comuni sono passate nel consiglio comunale ad ottobre 2022, un anno fa. A breve vedremo le stesse file per il referendum contro la Multiutility anche a Pistoia, comune retto da FdI, ma progressivamente anche alleati e aderenti e votanti del PD hanno manifestato perplessità e dissenso.
Per questo motivo negli ultimi giorni è trapelata una indiscrezione riportata dalla stampa circa una dichiarazione a microfoni spenti a margine di un incontro con la CGIL in cui il segretario regionale del PD, Emiliano Fossi, afferma: "Borsa, ma quale borsa... Di quotazione della multiutility non se ne parla proprio". A seguire, tre Sindaci di peso e altrettanti segretari territoriali PD parlano di “sospensione” della quotazione in borsa. Da una parte ciò conferma che le pressioni e la campagna di informazione hanno colpito nel segno e dall’altra non ci sfugge il carattere per ora solo tattico e strumentale di queste dichiarazioni.
Il processo di Costituzione della Multiutility e relativa quotazione in borsa è, ovviamente, una scelta politica regionale del PD che ha avuto esecuzione nei consigli comunali di mezza Toscana nell’ottobre 2022. Chi dice il contrario mente consapevolmente, salvo pensare che il PD non esista più, cosa anch’essa falsa. Da quando Fossi è stato eletto segretario, sei mesi fa, non si è vista un’inversione nelle scelte precedenti la sua nomina, cioè, concretamente, l’annullamento delle delibere approvate dai comuni o una loro modifica sostanziale con divieto di quotazione i borsa. Ma allora, ci si domanda, perché mai costituire una azienda di quelle dimensioni che unisce territori e servizi così eterogenei, allontanando le decisioni e le strategie dal controllo delle popolazioni locali, se non per valorizzare il capitale e cederlo per metà ai fondi di investimento che operano in Borsa?
Potere al popolo non può dare alcun credito a dichiarazioni fatte in sedi ristrette e riportate dalla stampa, né a prese di posizione parziali ed ambigue di sindaci e singoli esponenti del PD. Sarebbe semmai necessario che il segretario regionale del PD, non a nome personale ma dopo deliberazione formale, prendesse posizione contro la quotazione in borsa e quindi chiedesse l’annullamento o l’abrogazione delle delibere approvate dai comuni in cui è in maggioranza. Questo è l’unico modo per evitare che questi servizi siano “dati in dono” al mercato finanziario.
Fonte: Potere al popolo, coordinamento della Toscana
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