Arresto cardiaco durante la riabilitazione, paziente rianimato ringrazia la Fondazione Turati

Un ringraziamento pubblico alla squadra del Centro di riabilitazione della Fondazione Turati di Gavinana. È il desiderio espresso dal signor Marco Mucci, che tiene a elogiare l’operato dei terapisti dopo un episodio vissuto nella palestra della nostra struttura. Alcune settimane fa, infatti, il signor Mucci ha subìto un arresto cardiaco durante un trattamento riabilitativo ed è stato rianimato con successo da una nostra infermiera. Grazie alla tempestività dell'intera équipe, l’operatrice ha iniziato le pratiche della RCP (rianimazione cardio polmonare) che gli hanno consentito, insieme all'uso precoce del defibrillatore, di riprendere coscienza senza conseguenze.

"Le brutte notizie vengono diffuse subito dai media - dice Marco Mucci - ma è giusto far conoscere anche quelle a lieto fine: questa, in particolare, ritengo sia una testimonianza dell’efficacia e della preparazione del personale della Turati. Per questo motivo, dopo aver già ringraziato il reparto direttamente, desidero che l’episodio venga conosciuto. Tutto lo staff è stato pronto ad affrontare l’evento, mostrando di poterlo gestire con efficacia e grande professionalità. Anche il chirurgo che mi ha operato, una volta appreso l’accaduto, si è complimentato. Finora conoscevo la Fondazione Turati soltanto di nome, ma adesso, dopo alcune settimane di trattamento e dopo questo particolare episodio, posso dire davvero che al suo interno tutto il personale, da quello dedicato all’assistenza agli addetti alle pulizie, merita un sincero plauso".

La RCP è una procedura prevista nei centri come il nostro, dove gli operatori sono preparati a eseguirla. Da parte della Fondazione Turati di Gavinana e della dirigenza della Onlus giungano al signor Mucci sentiti ringraziamenti per questo gradito pensiero e, soprattutto, a tutti i dipendenti della struttura la nostra sincera gratitudine per l’impegno profuso quotidianamente, grazie al quale sono possibili belle notizie come quella appena descritta.

Fonte: Fondazione Filippo Turati Onlus

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