Migranti, allarme delle associazioni toscane per i contenuti securitari del nuovo Decreto

La rete dell’Accoglienza Non Governativa (ANG), Oxfam, ARCI Toscana, Italy-Florence Must Act e ASGI accolgono positivamente le recenti dichiarazioni del Presidente Eugenio Giani e chiedono alla Regione Toscana e agli enti locali del territorio di opporsi con forza alle nuove norme su CPR (Centri di Permanenza e Rimpatrio) e CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), contenute nel Decreto Legge 124/2023 emanato lunedì scorso.

I CPR hanno già dimostrato di essere inutili per gestire i rimpatri, che riguardano da sempre meno della metà delle persone trattenute, estremamente costosi per i contribuenti[1] e profondamente lesivi della dignità e dei diritti umani fondamentali.

Aumentare nuovamente la possibilità di trattenimento fino a 18 mesi non avrà alcun impatto sul numero di rimpatri effettivi: contribuirà semplicemente ad aumentare enormemente i costi del sistema, e a prolungare la permanenza delle persone in uno stato di eccezione, quale quello della detenzione amministrativa, e in spazi semplicemente non degni di un Paese civile.

Oltre a questo, il Decreto emanato lunedì dal Consiglio dei Ministri contiene alcune novità davvero allarmanti, che danno il senso di un disegno non solo segregazionista, ma violentemente securitario e prevaricante delle istituzioni e comunità locali.

Nella partita CPR, infatti, entrano improvvisamente il Ministero della Difesa, le Forze Armate, e Difesa S.p.A, società in house dello stesso Ministero. Sono questi i soggetti che, in tempi brevissimi, dovranno individuare le strutture da adibire a centri per il rimpatrio nelle regioni che ne sono prive, tra cui la Toscana.

Ma soprattutto i CPRinsieme ai cosiddetti hotspot e ai CAS - i Centri di Accoglienza Straordinaria, che i Prefetti non riescono più ad aprire, perché i bandi vanno deserti - sono stati inseriti dal Decreto nella lista delle “opere destinate alla sicurezza e alla difesa nazionale”, previste dal Codice dell’Ordinamento Militare[2].

Per avere un’idea, queste opere sono le caserme, le basi missilistiche, i poligoni di tiro, gli arsenali - spiega Giulia Capitani, policy advisor su migrazioni e asilo di Oxfam Italia - Da oggi, ci sono anche i centri di accoglienza per migranti e i CPR, perché così, per reperirli sul territorio o aprirne di nuovi, potranno essere attivate quelle procedure di somma urgenza”, che il nostro ordinamento prevede[3] al verificarsi di “pericoli imprevisti” che determinano rischi per l’incolumità pubblica”.

Fino ad oggi erano alluvioni e terremoti. Da oggi, anche i richiedenti asilo da collocare o le persone che non hanno un titolo di soggiorno regolare.

“Si tratta di previsioni gravissime, sia per quanto riguarda il rapporto con i territori e le autorità locali che dal punto di vista narrativo e simbolico. - continua Anna Meli, presidente del COSPE - Coinvolgere la Difesa e l’esercito, paragonare un centro di accoglienza o per il rimpatrio a un deposito di munizioni, sono tutti gesti che servono ad aumentare le paure e il senso di insicurezza dell’opinione pubblica, su cui le destre hanno lucrato in questi anni”.

È evidente che - sottolinea l’Avv. Noris Morandi, referente per la Toscana di ASGI - continuare a considerare i movimenti migratori come un fenomeno eccezionale, come negli ultimi decenni, non permette di affrontare le sfide con le quali la società si deve confrontare. Occorre cambiare paradigma, trasformare ciò che i governi vedono come rischi e pericoli in opportunità di crescita sociale e modificare radicalmente i meccanismi di ingresso delle persone straniere in Italia, oggi ancorati al vetusto sistema dei decreti flussi introdotto nel 1998".

Questo governo continua a non voler gestire il fenomeno migratorio, bensì a reprimerlo. - afferma Silvia Bini, responsabile immigrazione di ARCI Toscana - Investendo enormi risorse in misure securitarie che, la storia insegna, non sortiscono alcun effetto se non quello di peggiorare e inasprire le dinamiche migratorie. Barattando anche il trattenimento con un corrispettivo economico (vedi il Decreto del 14 settembre), introducendo quindi un concetto di merito e discriminazione economica rispetto all'accesso e al trattenimento. che già di per sé riteniamo sia estremamente discriminante.  

Chiediamo quindi alla Regione Toscana e agli enti locali - che per primi si sono distinti nel rivendicare e attuare un modello di accoglienza diffusa e nel sostegno a percorsi di integrazione economica e sociale - di non cedere a queste politiche securitarie che mirano solo a creare emarginazione e segregazione, e di farsi promotori in tutte le sedi possibili di forme di contrasto a quanto previsto dal Decreto 124/2023.

Fonte: Ufficio stampa Oxfam Italia

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