A Pisa la prima esperienza nazionale di pre-abilitazione per intervento chirurgico

Da sinistra: Juri Ducci, Elisa Giannessi, Roberta Alfaroli, Giorgia Pratesi, Marilise Ibba e Massimo Elisei

Sono oltre 140 i pazienti candidati a trapianto di fegato ammessi a un progetto pilota nato nell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana lo scorso mese di ottobre con l’obiettivo di sfruttare il tempo che precede l’intervento chirurgico per minimizzare le complicanze. Questo tipo di preparazione, nota come pre-abilitazione, richiede un approccio strutturato e multidisciplinare che coinvolge diverse figure professionali (anestesisti, chirurghi, dietisti, fisioterapisti) che, con le loro competenze specifiche, preparano il paziente ottimizzandone e migliorandone lo stato nutrizionale e la performance fisica attraverso percorsi personalizzati prima dell’intervento.

Infatti, se alcuni fattori – età, sesso o familiarità – non sono modificabili, altri – come obesità, malnutrizione, tabagismo, scarsa attività fisica, ansia, depressione o altre condizioni mediche generali – possono essere corrette per ottenere i maggiori benefici dal trattamento sanitario in particolare per i pazienti candidati a interventi molto complessi (come il trapianto di fegato) o affetti da varie comorbidità (i cosiddetti fragili). Con la pre-abilitazione, come dimostrano vari studi, è possibile impattare positivamente sui risultati post-trapianto sia in termini di riduzione delle complicanze post-operatorie che della durata della degenza in ospedale.

Anche per le sue caratteristiche organizzative e il ricorso alla multimedialità, il progetto pisano è un’assoluta novità per l’Italia, e conferma la leadership dell’Aoup nel panorama trapiantologico nazionale. Grazie alla pre-abilitazione, il paziente candidato a ricevere un nuovo fegato può ora utilizzare il tempo in cui è in lista d’attesa per migliorare le proprie condizioni fisiche e nutrizionali, essere maggiormente consapevole e motivato. Il progetto – impostato secondo una prospettiva manageriale di tipo lean – prevede che i pazienti inizialmente incontrino di persona i vari specialisti per poi rimanere in contatto con essi una volta a casa senza dover rientrare a Pisa grazie a forme di teleassistenza e teleconsulto attraverso le quali i professionisti dell’Aoup possono seguire i pazienti valutando periodicamente i risultati ottenuti e proseguire così nel lavoro di personalizzazione dei vari interventi di pre-abilitazione.

A disposizione dei pazienti c’è anche un canale web dedicato, al quale essi possono accedere scansionando un semplice QR-code con il loro smartphone, dove sono disponibili diversi tutorial video e altre forme di assistenza e informazione. Una volta messo a punto definitivamente e consolidato in un contesto assistenziale complesso come il trapianto di fegato, il percorso di pre-abilitazione potrà essere esteso ad altri contesti chirurgici difficili dove i suoi benefici saranno messi a disposizione, ad esempio, dei malati oncologici fragili candidati ad interventi di chirurgia maggiore. Questo percorso innovativo – di cui è referente la dottoressa Giorgia Pratesi, è stato promosso dall’unità operativa Anestesia e rianimazione trapianti, diretta dal professor Giandomenico Biancofiore – impiega solo mezzi, strutture, professionisti e competenze già presenti e disponibili in Azienda, tra cui l’unità operativa Chirurgia epatica e del trapianto di fegato, la sezione Professioni della riabilitazione, i team della fisioterapia e della dietistica e il lean team aziendale.

Fonte: Azienda ospedaliero-universitaria pisana - Ufficio Stampa

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