Caso Kata, il padre: "Non trovano nulla quindi indagano sui miei parenti"

"Vogliamo sapere qualcosa, siamo i genitori, in procura non dicono nulla". A parlare è Miguel Angel Romero Chicllo, padre della piccola Kata, la bambina scomparsa il 10 giugno dall'ex Hotel Astor di Firenze. Ha parlato in un incontro organizzato dai legali davanti all'albergo occupato.

"Siamo con l'angoscia di non sapere nulla, quindi fare questa cosa di indagare mio fratello e mio cognato mi fa pensare tante cose, che non trovano niente e vogliono mettere nei guai noi, la mia famiglia, e questo non va bene. Ho fiducia in mio fratello e in mio cognato, li conosco bene, sono sicuro che non sanno niente e hanno detto tutta la verità, incolpare la mia famiglia mi offende" ha detto il papà di Kata.

I due zii della bambina, uno paterno e uno materno, sono tra i cinque indagati per la sparizione della piccola. Le indagini vertono adesso sulle valigie che sono state portate fuori dall'ex hotel nelle ore successive alla scomparsa.

"Io so solo che hanno rapito Kata - ha detto Miguel Angel Romero Chicclo - Siamo disperati, siamo con l'angoscia. Voglio sapere il motivo per cui l'hanno rapita. Penso tante cose, ci sono tante indagini, ci sono tante ipotesi. voglio sapere la verità. Non abbiamo fatto niente di grave perché qualcuno ci faccia questa cosa. Non credo nella pista sul Perù".

Anche la madre di Kata, Kathrine Alvarez, è convinta dell'estraneità ai fatti del fratello Abel e del cognato Marlon: "Dobbiamo aspettare l'indagine, ma noi siamo sicuri che loro non c'entrano nulla. Sono tre mesi che non sappiamo niente. Non hanno una pista, non hanno una traccia. Io voglio sapere la verità".

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