Ci avviciniamo al premio Boccaccio, partono le interviste ai protagonisti. Uno è Georgi Gospodinov, scrittore bulgaro e autore di capolavori come 'Romanzo naturale' e 'Cronorifugio.
Il tempo è il tema ricorrente dei suoi romanzi e racconti. Dal suo punto di vista che tempo stiamo vivendo?
Ormai non viviamo in un solo tempo, ma in molti tempi contemporaneamente. Abbiamo un serio deficit di futuro, quindi spesso giriamo in tondo e cerchiamo rifugio nel passato. Questo tema è anche al centro del romanzo Cronorifugio.
La guerra è tornata all’ordine del giorno in Europa. I popoli fuggono dalle loro Terre: il presente sembra il passato. Che futuro dobbiamo aspettarci?
Sì, ogni guerra è un brusco ritorno al passato. Putin ha iniziato questa guerra per rivendicare il passato, per rivendicare l’impero sovietico, ma in effetti ci ha riportato alla Seconda Guerra Mondiale. La guerra attuale non è solo per i territori, è una guerra per il passato. Ecco perché il presente sembra il passato. Il progetto del futuro è in profonda crisi. Noi, insieme alle giovani generazioni, in dialogo con i nostri figli, dobbiamo contrastare al più presto la diffusa disintegrazione sociale e climatica, cominciare a rivendicare la possibilità di un futuro, personale e planetario, centimetro per centimetro.
Con i nuovi e velocissimi modi e strumenti di comunicare è cambiato anche il suo modo di scrivere?
La scrittura e la letteratura sono i primi, più antichi media. La narrazione è all’inizio della comunicazione. Non dobbiamo dimenticarlo. La letteratura è un media lento, ma il significato che produce dura molto più a lungo. Credo che la letteratura continuerà a esistere e a essere molto importante, soprattutto in un'epoca di comunicazioni rapide e nuove.
Cos’è che influenza di più la sua scrittura e da cosa trae ispirazione?
L'uomo è l'ispirazione naturale e il tema della scrittura. L'uomo con tutte le sue angosce e le storie non raccontate. Per me personalmente, l'infanzia e l'innata empatia che un bambino possiede sono un‘ispirazione importante. Ma mi hanno sempre interessato anche le api, le mosche, quei fragili sostegni del mondo naturale senza i quali esso crolla.
Progetti futuri?
Raccontare, finché posso, le storie inquietanti attorno a noi, per confortare e dare speranza e senso. Continuo a credere che si debbano narrare storie in tutti i generi e in tutte le lingue.
Fonte: Ufficio Stampa
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