Chi non ha mai sentito parlare della prestazione occasionale, una formula quanto mai valida per avviare una carriera nel mondo del lavoro?
In questo articolo vediamo di cosa si tratta esattamente, analizzando come funziona, quando è effettivamente attuabile e quando, invece, si verifica l’obbligo apertura partita IVA. Una domanda che si pongono quanti stanno valutando di fare il grande passo, ovvero avviare un’attività in autonomia, per capire se è meglio o possibile aspettare.
Cos’è e come funziona la prestazione occasionale
Dal punto di vista normativo, a disciplinare il contratto di prestazione occasionale è la L. n. 96/2017.
Essa stabilisce per l’INPS l’obbligo di gestione per quanto riguarda quanti operano con tale modalità, anche rispetto alle comunicazioni inerenti i rapporti di lavoro, da effettuare tramite specifica piattaforma.
La legge prevede due modalità d’uso che presentano criteri e opzioni particolari: accanto al contratto di prestazione occasionale troviamo il libretto di famiglia, sul quale ci soffermiamo prima di procedere più a fondo nell’analisi.
Quando entra in vigore il libretto di famiglia? Nel momento in cui delle persone fisiche svolgono le prestazioni di lavoro saltuariamente, e non in maniera continuativa, nelle seguenti forme:
- lavori domestici di piccola entità: pulizia, manutenzione, giardinaggio;
- assistenza domiciliare ad anziani, bambini, malati, persone con disabilità;
- insegnamento di tipo privato e supplementare.
Si tratta, come si può vedere, di attività non professionali né di impresa. In seguito a ulteriori aggiornamenti della L. n. 205/2017 il libretto di famiglia è stato esteso anche alle società sportive che si avvalgono della figura degli steward in maniera occasionale.
Pertanto, ha in comune con la prestazione occasionale vera e propria una condizione ben precisa: quella di mansioni effettuate in maniera non continuativa, saltuaria e, appunto occasionale.
A ciò vanno aggiunti dei limiti per quanto riguarda il reddito percepito, non superiore ai 5.000 euro per il prestatore.
Tornando alla prestazione occasionale, ad avvalersene possono essere lavoratori come quelli autonomi, professionisti, imprenditori, associazioni, fondazioni, enti privati e pubblici.
C’è in ogni caso un limite di compenso annuo per il singolo lavoratore, che è stato modificato di recente in seguito all’entrata in vigore della Legge n. 29 di Bilancio per l’anno 2023. Entriamo più nel dettaglio nel paragrafo successivo.
Cosa è stato stabilito dalla Legge di Bilancio 2023
Secondo quanto stabilito a livello normativo, il contratto di prestazione occasionale può essere adoperato dalle aziende che hanno un numero massimo di dieci lavoratori subordinati a tempo indeterminato.
I limiti economici valgono per molteplici attività, salvo le realtà dell’agricoltura, per le quali risulta vietato il ricorso al lavoro occasionale.
Inoltre, l’importo massimo per il singolo utilizzatore è passato dal 1°gennaio 2023 a 10.000 euro. Vale per le collaborazioni realizzate nell’arco dei dodici mesi.
Per il lavoratore, invece, il limite di ricavi conseguibili è rimasto invariato: la cifra è di 5.000 euro annui, a fronte di 2.500 euro di compenso complessivi portati avanti per le prestazioni rese al medesimo utilizzatore.
Questi i parametri per le attività lavorative che presentano natura occasionale svolte all’interno dei molteplici settori. E se poi la mansione da saltuaria diventa continuativa?
Le strade sono due. Il datore di lavoro provvede a un contratto a tempo determinato/indeterminato, oppure la persona si mette nelle condizioni di poter percepire regolarmente redditi più importanti, decidendo di aprire partita IVA.
Altre cose da sapere sulla prestazione occasionale
Per quanto riguarda il compenso, nella prestazione occasionale esso viene calcolato al 75% dell’importo effettivo rispetto al rapporto con ogni utilizzatore.
Per quanto concerne coloro che possono usufruire della prestazione occasionale sono, nel dettaglio, i seguenti soggetti:
- persone che hanno diritto a una pensione di invalidità o di vecchiaia;
- giovani con meno di 25 anni, anche quando regolarmente iscritti a un percorso di studi di ogni ordine e grado;
- soggetti che percepiscono prestazioni integrative del salario a sostegno del reddito.
Chi lavora con prestazione occasionale matura diritti quali assicurazione per la vecchiaia, assicurazione per l’invalidità, assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, ecc. ecc.
Il compenso ammonta a quanto fissato in totale libertà tra le parti e non può risultare inferiore ai 9 euro l’ora. Rispetto al versamento dei contributi fiscali, a provvedere è l’impresa che si avvale dei servizi del lavoratore, detraendoli direttamente dal compenso.
Oltre alle realtà dell’agricoltura non è concesso di avvalersi del contratto di prestazione occasionale per le seguenti attività:
- aziende con più di dieci dipendenti assunti a tempo indeterminato;
- aziende dell’edilizia o di settori che presentano delle affinità;
- imprese attive nelle pratiche di escavazione/lavorazione di materiali di origine lapidea, come quelle minerarie;
- imprese che usufruiscono di appalti di opere o servizi.
Infine, i lavoratori non possono ricorrere alla prestazione occasionale se negli ultimi sei mesi hanno conseguito un rapporto di lavoro subordinato o una collaborazione continuativa e coordinata.
In tutti questi casi affinché la persona possa collaborare con tali aziende occorre o disporre di un contratto di assunzione di tipo subordinato oppure aprire partita IVA, così da poter lavorare in maniera continuativa nonché autonoma.