Un 'testimonial' importante per la causa, quella della raccolta firme per la legge di iniziativa popolare per introdurre il reato di omicidio e lesioni gravi e gravissime sul lavoro. Parliamo di Emma Marrazzo, madre della giovane Luana D'Orazio, morta in un orditoio di Oste di Montemurlo perché trascinata dalla macchina durante il lavoro. Marrazzo ha firmato al banchino promosso dal sindacato Usb di fronte ai cancelli della Piaggio di Pontedera ieri.
"Questa firma è il mio inizio, voglio la legge sull'omicidio sul lavoro. La sicurezza è importante e tutti devono poter tornare a casa", ha commentato Marrazzo. "Io dico sempre che alla nostra legge si può girare intorno, basti pensare come è andata per i datori di lavoro di mia figlia - spiega la donna -: due anni per lei, un anno e mezzo per lui, con sospensione condizionale per omicidio colposo, tutto questo dopo aver elencato tutti i reati che avevano commesso. Intanto mia figlia non c'è più".
Dall'Usb Cinzia Della Porta dell'esecutivo nazionale afferma: "La legge che proponiamo vuole essere un deterrente per le aziende che in maniera leggera scelgono di correre il rischio di non accollarsi i costi della sicurezza. Il macchinario che ha ucciso Luana era stato manomesso e per aumentarne la velocità erano state rimosse le protezioni".
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