"Non potevano avere la percezione del no di quella ragazza" e avevano "una concezione assai distorta del sesso". Per cui due giovani, 19enni all'epoca dei fatti, sono stati assolti nell'accusa di violenza sessuale verso una ragazza allora 18enne durante una festa in una casa nell'area fiorentina. Il fatto risale a 5 anni fa e dopo l'assoluzione del gup (processo con rito abbreviato) del tribunale di Firenze è stata pubblicata la sentenza. Oltre a loro, un minorenne in un processo parallelo ha ottenuto la messa alla prova.
I due imputati, appena maggiorenni, difesi dagli avvocati Neri Cappugi e Cesare Martucci, avrebbero agito "condizionati da un'inammissibile concezione pornografica delle loro relazioni con il genere femminile - scrive il giudice nella sentenza -, forse derivante da un deficit educativo e comunque frutto di una concezione assai distorta del sesso".
La giovane, che in passato aveva avuto rapporti sessuali con uno dei ragazzi anche con altre persone presenti, in quel momento era ubriaca e non era in condizione di manifestare la propria volontà e aveva avuto degli spinelli da fumare. Ma ciò ha comunque convinto il giudice verso l'innocenza degli imputati: "Una condotta certamente incauta ma non con la piena consapevolezza della mancanza di consenso della ragazza o della sua preponderante alterazione psicofisica".
I commenti
Per la Cgil Toscana serve formazione qualificata per i magistrati: “Abbiamo appreso dalla stampa le motivazioni della sentenza, le sentenze non si commentano si usava dire, ma stavolta non si può rimanere in silenzio, siamo colpite profondamente. La vicenda conferma purtroppo, e non ne avevamo bisogno, a danno di un’altra donna, la insufficiente attenzione e specializzazione, relativamente a tutti i gradi del processo, sulla violenza di genere ed in particolare sulla violenza sessuale.
Per questo occorre dare corso con forza e tempestività alle linee di indirizzo del Csm che non ha mancato di confermare «la valenza irrinunciabile della specializzazione degli uffici» – requirenti e giudicanti – che trattano i procedimenti relativi ai reati di violenza di genere. Servono specializzazione e formazione della magistratura inquirente e giudicante sui reati di violenza di genere ed in particolare violenza sessuale.
La formazione obbligatoria e qualificata deve costituire inoltre un presupposto inderogabile per il magistrato delegato a trattare questa materia.
Questo il minimo sindacale che pretendiamo perché possa essere assicurata giustizia".
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