Vola il Made in Tuscany all’estero spinto dalle ottime performance dell’olio (+12,7%) e di frutta e verdura fresca e trasformata (+24%). Bene anche la pasta (+8%) ed il vino, che è il prodotto più commercializzato oltre i confini nazionali (+0,6%). Primo trimestre ancora da record per l’agroalimentare regionale che fa registrare un balzo del 5% per un valore complessivo di prodotti esportati che ha raggiunto 875 milioni di euro. A trascinare il paniere regionale sono soprattutto la Francia per l’Eurozona (+17%) e gli Stati Uniti (+11%). A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat sulle esportazioni nel periodo gennaio – marzo 2023. “Il nostro Made in Tuscany continua a mostrare una straordinaria resilienza di fronte alle tensioni internazionali che hanno contagiato i mercati e al perdurare dell’inflazione cha sta interessando tutte le principali economie ed i paesi con cui abbiamo relazioni commerciali stabili. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana – Il 2022 è stato l’anno migliore di sempre per le esportazioni che hanno superato i 3,3 miliardi di euro: un trend positivo, in forte salita, che si consolida anche nella prima parte dell’anno. Merito dei valori di qualità, sicurezza alimentare, trasparenza, identità e legame profondo con il territorio, il paesaggio e la storia che la nostra agricoltura ha saputo preservare, coltivare, valorizzare e modernizzare anche nell’approccio commerciale internazionale. Quando un consumatore tedesco, americano o cinese pensa al nostro vino, al nostro olio, ai nostri salumi pensa ai valori dei nostri agricoltori e alla Dieta Mediterranea”.
E’ l’Europa, la vecchia Europa, il principale mercato per il paniere agroalimentare toscano con 562 milioni di euro complessivi (+5%) dove a spiccare questa volta è la Francia con 111 milioni di euro mentre “arrancano” Germania che è storicamente il primo “consumatore” dei nostri prodotti con 123 milioni di euro, in decelerazione del 7% ed il Regno Unito (-15%) con 50 milioni di euro. Salgono Svizzera (+5%) e Grecia (+18%). Si consolida il ruolo di primo piano degli Stati Uniti con quasi 200 milioni di esportazioni (+11%). Male invece il Canada (-19%) e la Cina (-37%). In caduta libera i flussi commerciali verso la Russia e l’Ucraina (-76%). I due mercati valevano, prima del conflitto, 30 milioni di euro. Oggi insieme acquistano poco più di 7 milioni di euro di prodotti agricoli regionali.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia. Il successo all’estero del nostro agroalimentare ha creato una economia parallela. LaToscana è il brand agroalimentare più famoso e ricco con un patrimonio di 463 specialità alimentari tradizionali e 93 prodotti a denominazione di origine e proprio questo anche il più imitato, taroccato ed evocato. Il falso Made in Tuscany nel mondo vale oltre 6 miliardi di euro. Più del doppio del valore delle esportazioni di cibo, olio e vino regionali venduti al di fuori del nostro Paese.
Tra i maggiori taroccatori del Made in Italy ci sono paradossalmente i paesi ricchi, a partire proprio dagli Stati Uniti dove si stima che il valore dell’italiano sounding abbia raggiunto i 40 miliardi di euro. Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa – sottolinea Coldiretti Toscana – sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York o in Canada. Ma l’industria del falso dilaga anche in Russia – rileva Coldiretti Toscana – per effetto delle sanzioni per l’occupazione dell’Ucraina che hanno portato Putin a decidere l’embargo sui prodotti agroalimentari occidentali e a potenziare l’industria alimentare locale con la produzione di cibi tarocchi che hanno preso il posto sugli scaffali delle specialità italiane originali.
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Fonte: Coldiretti Toscana
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