Nuovo incendio alla fabbrica dimessa di via Fanfani, tenere chiuse le finestre

Vigili del fuoco al lavoro

È ripreso l'incendio alla fabbrica dismessa di via Fanfani a Firenze, dove i rifiuti hanno cominciato a bruciare il 17 luglio scorso per alcuni giorni, prima che la situazione tornasse quieta. Nella giornata di oggi i vigili del fuoco sono dovuti intervenire di nuovo a partire dalle 13.30. Il rogo, avviato da rifiuti e masserizie accumulati, sta interessando le parti interne ed esterne della fabbrica. A causa del vento presente nell'area interessata, sono in corso le operazioni di spegnimento anche di una sterpaglia situata nelle vicinanze del sito.

Sul posto i vigili del fuoco stanno affrontando l'incendio 2 squadre inviate inviate dal Fi-Ovest e dalla sede centrale, con supporto di 3 autobotti del comando fiorentino e di altri automezzi in suppirto come.escavatori e pale gommate inviati dai comando limitrofi

Per la popolazione è scattato l’alert system ai cittadini coinvolti da parte della Protezione civile comunale. La zona più interessata è quella compresa tra le vie Carlo Lorenzini; Pietro Fanfani; Enrico Bemporad  e la zona del Sodo.

Per limitare l'inalazione dei fumi prodotti, in accordo con Arpat e Asl, si raccomanda a tutti coloro che si trovano nel raggio di 500 mt. di non soggiornare all'aperto, tenere chiuse  le finestre degli edifici e limitare al minimo la permanenza sul posto. L’alert telefonico si rivolge ai cittadini di queste zone ricordando queste raccomandazioni.

Dal comune di Firenze un'ordinanza per la messa in sicurezza dell'area e lo smaltimento dei rifiuti

Riportiamo di seguito la nota del Comune di Firenze.

"In merito all’incendio che si sta protraendo nell’area ex Antilotex a Castello, è stata predisposta un’ordinanza sindacale contingibile e urgente per la messa in sicurezza e rimozione dei rifiuti al fine di tutelare la salute dei cittadini e la sicurezza urbana.

L’ordinanza ordina alla proprietà “l’immediata verifica delle condizioni delle aree e degli edifici in oggetto, con particolare riferimento a quelli colpiti da incendio, e un’accurata verifica delle condizioni delle strutture, producendo adeguata relazione con descrizione dello stato dei luoghi e le azioni da intraprendere entro e non oltre 15 giorni dal ricevimento dell’ordinanza stessa; si ordina altresì alla proprieta’ di porre in essere, entro e non oltre 15 giorni dal ricevimento della stessa ordinanza, ogni intervento necessario a garantire l’inaccessibilità a terzi dell’area, anche procedendo a demolire tutto o parte del compendio immobiliare al fine di impedire ulteriori intrusioni o occupazioni; si ordina altresì di provvedere alla raccolta e rimozione di tutti i rifiuti presenti nell’area e, di seguito, a provvedere a verificare l’eventuale contaminazione del suolo sottostante, producendo apposite relazioni entro e non oltre 45 giorni dal ricevimento della presente ordinanza; di porre altresì in essere ogni intervento di assicurazione e ripristino richiesti dal caso”.

Inutilmente decorsi i termini assegnati, “l’Amministrazione si riserva la facoltà di adottare ulteriori atti applicando i sanzionamenti di legge e procedendo a denuncia all’Autorità giudiziaria ai sensi dell’art. 650 c.p”.

Il Corpo di Polizia Municipale è incaricato del controllo dell’esecuzione del provvedimento e della relativa sorveglianza e in caso di inosservanza procederà in via esecutiva con le modalità e i mezzi più idonei, compresa l’apposizione dei sigilli.

Nel testo si ricorda che l’immobile, di oltre 14 mila metri quadrati di superficie coperta, è di proprietà privata e ormai abbandonato da anni, e ha subito varie occupazioni. Già nel 2015 il Comune tramite ordinanza del dirigente edilizia dichiarò inagibile l’immobile e ordinò alla proprietà di adottare tutti gli accorgimenti per la pubblica incolumità e di eseguire gli interventi di messa in sicurezza, notificando che la stessa era responsabile di qualunque danno potesse derivare alle persone o alle cose.

La proprietà dopo lo sgombero del 2015, avvenuto a seguito di un provvedimento di sequestro preventivo adottato dall’autorità giudiziaria nel 2014, ha fatto alcuni interventi di chiusura quale muratura di varchi al piano terra e finestre al primo piano, interventi che si sono rivelati non risolutivi. Si sottolinea che la polizia municipale è intervenuta più volte in questi anni per scongiurare situazioni di pericolo o procedere con allontanamenti.

Alla fine del 2018 l’immobile fu nuovamente sgomberato dalla Questura.

La complessità dell’immobile e gli interventi non sufficienti messi in atto dalla proprietà non hanno scongiurato nuovi ingressi nell’area anche negli anni successivi.

Recentemente per impedire l’abbandono dei rifiuti sono state installate da parte dell'amministrazione comunale anche barriere New Jersey per non consentire accessi veicolari.

Nel corso degli ultimi anni vi sono state interlocuzioni con la proprietà per verificare le attività che urbanisticamente il Comune avrebbe potuto metter in atto per eliminare alcune criticità che a detta della proprietà ne limitavano la fruibilità e la vendita pur mantenendo comunque all’area una destinazione produttiva. La proprietà ha presentato contributo nella fase di ascolto del Piano operativo ed osservazioni dopo l’adozione".

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