Reindustrializzazione ex Bekaert Figline Valdarno, oggi incontro in Regione

Si è svolto oggi in Regione Toscana a Firenze un incontro per illustrare il progetto di reindustrializzazione e rioccupazione della ex Bekaert di Figline Valdarno (Fi).

Nello stabilimento si insedieranno più società compartecipate e utilizzeranno anche un'area ex mineraria limitrofa che diventerà il parco fotovoltaico più grande d'Italia.

Per la Fiom Cgil era presente Massimiliano Rossi, responsabile di zona, che ha così commentato: “Si tratta di un progetto ambizioso, virtuoso e soprattutto in linea con la nostra visione di transizione energetica. Al tavolo abbiamo avanzato una serie di richieste accolte con favore dalle istituzioni. Bekaert occupava 318 lavoratori e vorremmo che, a pieno regime, la futura attività sia in grado di rendere giustizia al Valdarno tornando a dare un impiego di qualità ad un numero almeno pari di persone. La ricerca del personale non specializzato dovrà partire dai 24 lavoratori che operavano nel sito e che ancora oggi sono inoccupati e coinvolgere con un'offerta anche gli altri ex dipendenti come tutti i lavoratori del territorio che vivono situazioni vertenziali, quali ad esempio gli addetti della Fimer di Terranuova Bracciolini.Ricordiamo che questo progetto ha preso corpo all'interno del 'Protocollo per l'occupazione del Valdarno' nato dalla vertenza Bekaert e firmato dalle organizzazioni sindacali con la Regione Toscana, i 14 comuni del comprensorio e le associazioni datoriali. Un piano innovativo che è già diventato un modello impiegato anche a seguito di altre vertenze occupazionali, a dimostrazione di quanto sia importante il coinvolgimento delle parti sociali in progetti di così vasta portata.

Per questa ragione abbiamo infine chiesto la calendarizzazione di incontri per monitorare gli avanzamenti a partire da settembre prossimo.L'insediamento delle nuove realtà nella superficie ex Bekaert testimonia che la possibilità di reindustrializzare c'era e che l'intuizione della Cooperativa dei lavoratori di frazionare la superficie per coinvolgere più attività era giusta. Se oltre alla Fiom anche altri vi avessero dato fiducia forse oggi la discussione sarebbe partita con una realtà già operativa”.

 

Fonte: Ufficio Stampa Cgil Toscana e Firenze

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