Se l'export nel 2022 (+20%) ha toccato cifre record, il fenomeno dei falsi vale il doppio. Per questo le cuoche contadine sono in missione a New York per insegnare ai consumatori a riconoscere i prodotti fake
Le cuoche contadine in missione negli Stati Uniti per “difendere” il Made in Tuscany dal fenomeno delle imitazioni e dei falsi a tavola che oltreoceano si stima valgano 1,6 miliardi di euro, il doppio del valore delle esportazioni che nel 2022 hanno sfiorato la cifra record di 800 milioni di euro (+20%). Pasta fatta in casa con i grani tricolori, pappa al pomodoro, bruschetta con olio extravergine, formaggi e salumi di filiera corta presentati nel classico tagliere: sono queste le “armi” che Francesca Buonagurelli da Barga e Ilaria Salvadori da Cortona, le cuoche contadine di Campagna Amica, hanno dispiegato per insegnare ai consumatori americani a mangiare sano e toscano e a riconoscere la differenza tra un prodotto fake come il “Tuscan Sun” Made in Usa ed il nostro extravergine Toscano IGP solo per citare il più clamoroso dei casi di “Italian Sounding” esposti anche all’ultima edizione di Taste alla Fortezza da Basso a fianco delle aberranti imitazioni del Chianti e del sangiovese venduto sugli scaffali come “Tuscany Moon”. A dirlo è Coldiretti Toscana tracciando un bilancio della partecipazione al Summer Facy Food di New York, il più importante evento fieristico mondiale dedicato alle specialità alimentari dove l’associazione era impegnata al Padiglione Italia allo stand 2718.
Gli Stati Uniti sono il paese che acquista più prodotti agroalimentari toscani al mondo, principalmente vino per un valore di 430 milioni di euro, in crescita del 14% nel 2022 e di olio extravergine e derivati per un importo di 328 milioni di euro (+25%), ma è anche il Paese che detiene saldamente la leadership produttiva del falso Made in Italy. In pratica solo un prodotto agroalimentare che richiama l’Italia su sette venduti negli States arriva realmente dal Belpaese. Un fenomeno che si riflette anche nella ristorazione con il 60% degli italiani in viaggio all’estero (6 su 10), per lavoro o in vacanza all’estero, che dichiarano di essersi imbattuti almeno una volta in un piatto o una specialità nostrana taroccati. Molti di questi abomini arrivano proprio dalla cucina anglosassone. I più sconvolgenti sono il cappuccino bevuto mentre si mangia un piatto di spaghetti al pesto, gli “Spaghetti and Meatballs” con le polpette di carne, i “Beefaroni”, rigatoni in lattina con sugo di carne, le Chicken Fettuccine” con il pollo ed i “Rigatoni with chicken and pesto” con pollo e pesto ed ancora la pizza con l’ananas e le lasagne servite con la ricotta.
Per Coldiretti Toscana la mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari della nostra regione e del nostro paese che hanno raggiunto nel mondo l’astronomica cifra di oltre 6 miliardi di euro ed è anche per questo che è importante fare chiarezza sulla cucina nel mondo con il riconoscimento come patrimonio Unesco. La Toscana, che vanta il più straordinario patrimonio di produzioni agroalimentari di eccellenza, ben 463 e 93 prodotti a denominazione di origine vuole fare la sua parte per difenderla.
La candidatura della pratica della cucina italiana per l’iscrizione nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco – ricorda Coldiretti Toscana – arriva dopo l’approvazione da parte del Governo del Disegno di Legge su “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy che prevede l’istituzione di un ente per la certificazione di qualità a favore della ristorazione italiana all’estero con ben l’87% degli italiani che ritiene importante per verificare la reale origine dei piatti serviti.
Fonte: Coldiretti Toscana
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