Dopo l'ispezione in tutti gli spazi dell'ex hotel Astor, questo pomeriggio ci sarà un summit con gli investigatori in procura per fare il punto sulle ricerche di Kataleya, la bambina peruviana di 5 anni scomparsa lo scorso 10 giugno a Firenze. Gli inquirenti pianificheranno le prossime attività alla luce dei dati investigativi raccolti dai carabinieri del ros e dal nucleo investigativo del comando provinciale di Firenze.
Intanto si parla di un altro episodio avvenuto qualche giorno prima della scomparsa di Kata, sempre nell'ex hotel occupato e sgomberato lo scorso sabato 17 giugno. Era il 28 maggio quando un uomo, ecuadoregno, precipitò dal terzo piano dell'Astor. Oggi, su Repubblica Firenze, l'uomo sentito dagli investigatori parla delle tensioni nella struttura occupata dicendo che dietro alla caduta che gli ha provocato traumi e la frattura di un braccio, c'era un gruppo di persone che voleva entrare con la forza nella sua stanza. Dice di non conoscere la famiglia della piccola, che abitava sempre nello stesso stabile, dove alloggiavano peruviani e romeni. Aggiunge inoltre di indagare su coloro che l'hanno aggredito.
Nelle ultime ore inoltre circola un video sui social che riproduce l'immagine di una bambina somigliante a Kata, facendola parlare con una voce finta generata da sistemi di intelligenza artificiale. Si tratta di un video falso, che infine mostra la fotografia vera della bambina di cinque anni. Un filmato, come riporta oggi il Tirreno, che gira in un profilo TikTok dove si pubblicano solo contenuti riferiti a persone scomparse o morte. La voce che parla sull'immagine riprodotta della bambina dice: "Voglio tornare a casa dai miei genitori, mi manca troppo mia mamma" oltre a chiedere aiuto e invitare chi avesse visto qualcosa a contattare le forze dell'ordine. Il tutto, si sottolinea ancora, è falso e c'è chi individua subito la non veridicità dei contenuti e informazioni ma c'è anche chi ne rimane disorientato. Come spiegato dal professor Antonio Cisternino, presidente del sistema informatico dell'Università di Pisa, la tecnologia è ormai alla portata di chiunque e di software e applicazioni che usano l'intelligenza artificiale in questo modo se ne trovano tanti: "La leva non è informativa, non c'è funzione sociale - aggiunge il professore Cisternino - è inquietante, prima o poi i legislatori dovranno intervenire".
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