Anche quest’anno il Marzocco di Firenze è stato incoronato. La cerimonia d’incoronazione, realizzata grazie alla sinergia di Comune di Firenze, Società di San Giovanni Battista, Corteo Storico della Repubblica Fiorentina e del Calcio Storico Fiorentino e Bottega Orafa Paolo Penko, si è tenuta stamani, alla presenza della vicesindaca di Firenze, Alessia Bettini, con l’apposizione del prezioso ornamento sulla testa della statua del Marzocco in piazza della Signoria.
Come da tradizione, una seconda cerimonia si terrà nei giorni successivi. Storicamente infatti l’incoronazione si teneva quattro giorni prima di San Giovanni (24 giugno) e la deposizione quattro giorni dopo. In questo caso, l’appuntamento con la seconda cerimonia è per il 25 giugno, sempre alle 11, per la deposizione della corona. I due eventi, brevi ma di grande impatto simbolico e spettacolare, si tengono con il contributo del Corteo Storico della Repubblica Fiorentina, schierato per l’occasione in piazza della Signoria.
Al centro della scena, la Corona del Marzocco, realizzata dalla Bottega Orafa Paolo Penko in collaborazione con la società di San Giovanni Battista, con il Comune di Firenze e con il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina. Una creazione unica, ideata per celebrare il patrono di Firenze. Preziosi trafori, cesellature e incisioni a bulino, arricchite con smalto rosso cremisi traslucido alternato a smalto bianco, caratterizzano questo capolavoro d’arte orafa. Perle, granati, cristalli di vari tagli e forme, lapislazzuli sono stati utilizzati per “gioiellare”, alla maniera antica, la corona destinata a decorare la testa del Marzocco.
Le cerimonie rappresentano un modo per riscoprire una tradizione antichissima: già nel 1349 sulla facciata Nord di Palazzo Vecchio venne collocato un Marzocco in pietra che, durante le celebrazioni del patrono di Firenze San Giovanni Battista, veniva solennemente incoronato. Come a indicare che solo a lui era consentito portare una corona in una città libera.
La Corona del Marzocco
La corona, dal diametro di 26 cm, è realizzata in ottone dorato ed è costituita da un’importante fascia alta 15 cm. Suddivisa in sei ordini, è decorata con la tecnica del penkato, alternata a finissime cesellature e puntinature. È decorata con cinque imponenti gigli bottonati, finemente cesellati su entrambi i lati e smaltati in rosso cremisi traslucido con preziose lumeggiature in oro. Ciascun giglio è impreziosito da un cristallo rosso sfaccettato con taglio a “braccio di croce”.
I gigli si alternano a cinque gruppi di tre perle barocche a goccia, sostenute da un elemento a foglia di acanto con girali e volute; a fermare ogni perla, un piccolo elemento smaltato. Al centro della corona spicca la testa del Marzocco di Donatello che indossa la Corona Granducale di Cosimo I de’ Medici. Nei suoi occhi sono incastonati due rubini birmani; ai suoi lati sono posizionati due loghi Penko con al centro una pietra bianca sfaccettata.
Sullo stesso registro del Marzocco sono disposti 19 elementi decorativi quadrilobati di varie forme, cesellati e incisi a bulino, e impreziositi da granati, perle, cristalli e castoni decorati con smalto cremisi e bianco. Al di sotto si trova il motto “Corona porto per la patria degna acciocchè libertà ciascun mantegna”, come riportato dal novelliere Franco Sacchetti. Il motto è inciso a bulino in carattere “Rotunda”, ispirato a quello usato dall’umanista fiorentino Poggio Bracciolini.
Sotto la criniera del marzocco è inserito un lapislazzuli cabochon, con al centro il simbolo della Società di San Giovanni Battista. Sulla stessa fascia si trovano 28 castoni penkati che alternano sei perle sferiche di color rosato a 22 pietre rosse cabochon contornate da piccole decorazioni a smalto bianco. Sul retro della corona, San Giovanni Battista, così come è rappresentato sull’antico Fiorino di Firenze del 1252
Fonte: Ufficio Stampa
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