Si è appena conclusa l’edizione 2023 del Meeting annuale dell’ASCO-American Society of Clinical Oncology che ha richiamato a Chicago 45mila professionisti da tutto il mondo e due contributi di particolare rilievo, nell’ambito delle attuali linee di ricerca sul carcinoma colorettale, sono giunti dall’oncologia pisana, capofila di due progetti mirati ad ampliare gli attuali spazi di applicazione dell’immunoterapia in questa patologia.
Uno è stato presentato nella sessione delle comunicazioni orali da Carlotta Antoniotti (foto), ricercatrice nel Dipartimento di Ricerca traslazionale dell’Università di Pisa: “Solo il 5% circa dei pazienti con carcinoma colorettale metastatico – ha spiegato - quelli con una particolare caratteristica denominata instabilità dei microsatelliti, beneficiano chiaramente e in maniera molto rilevante dell’uso degli immunoterapici. Lo studio che ho avuto il privilegio di presentare, AtezoTRIBE, identifica un biomarcatore capace di dirci quali tra i pazienti del restante 95% potrebbero ugualmente trarre beneficio dall’aggiunta dell’immunoterapia a un trattamento convenzionale”. La ricerca, i cui risultati preliminari sono già stati pubblicati su The Lancet Oncology, ha coinvolto 208 pazienti trattati in 22 centri italiani, capitanati dall’Unità operativa di Oncologia 2 universitaria dell’Aoup, diretta dal professore Gianluca Masi.
Sulla stessa linea di ricerca si colloca lo studio Avetric, presentato per la prima volta a Chicago da Veronica Conca (foto), specializzanda della Scuola di Oncologia medica e dottoranda del Corso di Fisiopatologia clinica dell’Università di Pisa, insignita del Merit Award della Conquer Cancer Foundation per l’importanza della sua ricerca. “Sono onorata del premio ricevuto – ha detto - e spero che questo studio sia solo il primo passo per aprire la strada a successive sperimentazioni sull’immunoterapia nel carcinoma colorettale, che si traducano in un tangibile beneficio per i nostri pazienti”.
L’interesse della comunità scientifica per i dati presentati è innegabile e sarà ancora l’oncologia pisana a coordinare un nuovo studio più ampio e auspicabilmente definitivo sul tema, per avvicinare la combinazione di immunoterapia e trattamento standard alla pratica clinica. “Sappiamo bene che la forza del nostro gruppo - conclude Chiara Cremolini (foto), professoressa associata di Oncologia medica all’Università di Pisa e responsabile scientifica di questi progetti - nasce dalla collaborazione con tanti oncologi su tutto il territorio nazionale che credono e fortemente investono le loro energie sui nostri progetti, ma si fonda anche sulla qualità degli straordinari professionisti pisani con i quali ci confrontiamo quotidianamente nell’attività clinica e nella messa in atto dei protocolli sperimentali: chirurghi, radioterapisti, anatomopatologi e patologi molecolari, ma anche farmacisti e data-manager. Non ultimo, va citato il lavoro dei medici più giovani, in formazione specialistica e non, perché il loro impegno e la loro forza sono elementi irrinunciabili per portare a termine questi progetti”.
Fonte: Ufficio stampa
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