Sempre più spesso sono laureati, sempre più spesso qualificati anche con un master, ma hanno sempre meno spazio per riuscire a crearsi una posizione. Sono i giovani liberi professionisti della Toscana, quelli che più hanno pagato il difficile periodo della pandemia e ancora oggi stentano a ritagliarsi uno spazio professionale.
“La situazione per i giovani professionisti - spiega il presidente di Confprofessioni Toscana, Ivo Liserani - in genere non è facile. Ma le difficoltà sono iniziate ben prima della pandemia - come conferma il fatto che dal 2019 al 2020 si è registrato un calo del tasso di occupazione - e questa le ha solo acuite, tanto da spingere molti a rinunciare alla libera professione, orientandosi verso un contratto da dipendente che sembra garantire loro maggiori certezze a fronte di un futuro con prospettive incerte”.
“L’Osservatorio sulle libere professioni redatto ogni anno da Confprofessioni evidenzia come i giovani che hanno ottenuto l’abilitazione per la libera professione - specifica Liserani - siano passati da 59.865 del 2010 ai 49.843 del 2019, con una diminuzione di oltre il 16%. Il numero dei liberi professionisti attivi è crollato del 6,8% in un solo anno, tra il 2019 e il 2020. Professionisti attivi passati in soli dodici mesi da 110.157 a 102.619 unità. Mentre i giovani professionisti under 34 nel 2009 in Toscana erano 19.545, nel 2019 sono scesi a 17.842 (-8,7%) e nel 2020 addirittura a 17.340 (ancora un -2,8%). Si assiste insomma a un tendenziale aumento del numero dei dipendenti a scapito degli indipendenti, che stentano a posizionarsi sul mercato e a raggiungere redditi adeguati, che per altro tra il 2020 e il 2021 sono anche diminuiti del 2,9% a livello medio nella fascia tra i 25 e i 44 anni. Cosa che accade in molte professioni, con la speranza che ci sia un miglioramento. C’è bisogno dunque di maggiori tutele e aiuti per quanti hanno intenzione di aprire un proprio studio professionale e ancor più per coloro che intendano aggregare i loro studi professionali tipicamente sottodimensionati nella nostra regione”.
Fonte: Confprofessioni Toscana
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