Il presente, ma soprattutto il futuro, del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino è stato al centro di un’audizione in commissione Istruzione e cultura presieduta da Cristina Giachi (Pd) durante la seduta di giovedì 8 giugno.
A fare il punto della situazione è stato il commissario straordinario della Fondazione Onofrio Cutaia. Una relazione apprezzata dalla presidente Giachi: “Ci ha fatto un quadro realistico e molto chiaro, che consente di ripartire con una messa a punto della condizione finanziaria della Fondazione, che ha una storia complessa, e che a volte può portare a non affiancare alla ricerca delle responsabilità, il necessario esercizio di complessità perché i fattori delle pesantezze finanziarie del Maggio risalgono a un passato anche remoto. C’è infatti un debito strutturale, che presentano anche altre fondazioni lirico-sinfoniche”.
“La condizione acuta che ha determinato le vicende delle ultime settimane - ha proseguito la presidente Giachi - è dipesa da una gestione che aveva un obiettivo di grandissimo livello culturale, ma faceva i conti con un contesto difficile. La sovrintendenza precedente pensava di contare su apporti privati che non ci sono stati e questo ha generato degli squilibri di bilancio che hanno portato la Fondazione al commissariamento e a questa fase difficile”.
“Ma, come ci ha detto il dottor Cutaia, - ha concluso la presidente della commissione Cultura - ci sono tutti gli elementi per immaginare un futuro di grande sviluppo, di ritorno per il territorio, di crescita dell’offerta culturale e di mantenimento di una dignità della programmazione e del livello artistico adeguato alle grandi maestranze che questa Fondazione ha. Un’orchestra e un coro tra i migliori d’Italia, insieme alla Scala di Milano e Santa Cecilia a Roma, di fama internazionale, che meritano uno sforzo ulteriore per ripianare una gestione che velata dagli effetti della pandemia ha conclamato i suoi effetti soltanto nel 2022 generando un forte danno”.
Il commissario straordinario Onofrio Cutaia ha aggiornato la commissione sulle prime settimane di gestione del Teatro: “Passati quasi tre mesi posso dire, cose molto positive. Abbiamo rimesso in piedi una programmazione sostenibile. Non era pensabile fermare tutto e sarebbe stato ancora più dannoso. Abbiamo annullato opere programmi non sostenibili e operato sostituzioni e interruzioni in tempi brevi”.
“Una delle problematiche più grandi – ha proseguito – erano i prezzi d’ingresso insostenibili per le persone. Noi abbiamo quasi dimezzato il prezzo dei biglietti rendendolo più normale. E questo ha portato a raddoppiare le presenze paganti rispetto all’anno scorso. Con un rilevante incremento degli incassi.
“Il Teatro che tante volte era semivuoto non è più separato dalla città. C’erano pochissimi giovani e ora è invaso da ragazze e ragazzi. Abbiamo creato una capacità di lavorare in staff. I teatri vanno guidati da chi se ne assume responsabilità, lavorando con tutti i reparti. Il Teatro è aperto alla città, e non è più una torre di avorio. Un altro elemento fondamentale è il rigore della programmazione prima la cancellazione ripetuta di eventi creava confusione. In settimane di lavoro abbiamo cercato di riavvicinare la città, e abbiamo cominciato a collaborare con gli altri operatori culturali dalla Pergola alla Scuola di musica di Fiesole”.
Parlando della situazione economico-finanziaria Cutaia l’ha definita “molto complessa”. “Il 2022 è stato un annus horribilis con costi artistici enormemente aumentati. I costi dal 2019 al 2022 sono passati da quasi 6milioni a più di 12milioni, non compensati da ricavi da botteghino di circa 2milioni e settecentomila euro, e dalle entrate garantire dagli sponsor. Quello che ci può confortare è il grande interesse il grande contributo che sta dando il ministero della Cultura”.
“Non entrando nel merito delle indagini che sono in corso Cutaia ha spiegato che il piano di risanamento ha cifre molto chiare: “Servono 8,3 milioni di euro nel 2023 e 4milioni o anche meno per il 2024 per rimettere in piedi una Fondazione che ha avuto un danno”.
“Oggi - ha proseguito - abbiamo necessità di trovare risorse e di farlo subito. Se non trovate, resterà la strada della cassa integrazione in deroga. E nel peggiore dei casi, ma non voglio nemmeno pronunciare la parola, la liquidazione coatta amministrativa. Nei termini previsti approveremo presto il bilancio consuntivo per il 2022 che prevede 6milioni di euro di perdite”.
Nell’ampio dibattito la consigliera regionale Silvia Noferi del Movimento 5 Stelle ha sottolineato “di essersi occupata spesso negli anni del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Molte volte sembrava che tutto fosse risolto, ma si è tornati sempre nelle sabbie mobili. Il Teatro deve essere una casa di vetro e finora non lo è stato. La politica del teatro aperto alla città è un’ottima idea e bisogna cercare di intercettare i turisti. Sono anche contenta dell’apertura verso le altre istituzioni musicali della città”.
Il consigliere regionale Maurizio Sguanci di Italia Viva ha definito il Maggio “un teatro meraviglioso, ma Firenze una città piccola per un teatro del genere”. “La diminuzione dei costi – ha proseguito – è una grande operazione e le attività accessorie sono fondamentali. Al termine dell’operato del commissario straordinario, che sono sicuro avrà successo, spero linea immutata per il futuro”.
È intervenuto durante i lavori anche il consigliere regionale della Lega Giovanni Galli (Lega) che si è detto “sbigottito” per i numeri che vengono fuori ora sul bilancio. “Il bilancio del 2021 parlava di un utile di 160mila euro e anche in quello consuntivo del 2022 si parlava di un utile di esercizio. C’è qualcosa non funziona. Faccio fatica a capire, ora si parla di sei milioni di euro di rosso”. Galli che ha chiesto al commissario Cutaia chiarimenti sulle modalità delle assunzioni e sullo stato dei lavori del Teatro che vede alcuni spazi non utilizzati.
Il commissario Cutaia gli ha risposto spiegando che “si tratta di un Teatro che spende tanto ogni giorno, anche quando resta chiuso, e che ha grandi costi per garantire la sicurezza. Stanno finendo i lavori per eliminare le infiltrazioni e il piano di risanamento prevede l’utilizzazione della cavea per due-tre mesi all’anno, mentre per il recupero della Torre scenica manca il collaudo che potrà essere fatto nel mese di agosto quando la struttura sarà chiusa”. Sui costi il commissario ha spiegato che la Fondazione per onorare il suo debito “deve restituire allo Stato 650mila euro ogni sei mesi”. Mentre sulla valorizzazione dell’archivio ha aggiunto che “doveva essere fatta già tanti anni fa e che è praticamente impossibile trovare uno spazio dove eventualmente trasferirlo”.
I lavori si sono conclusi con la presidente Giachi che ha espresso “forte speranza per il futuro della fondazione”. Proponendo alla commissione di fare una visita a settembre al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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