Il primo, timido sasso nello stagno del campo del centro-sinistra in vista delle amministrative del prossimo anno è stato lanciato nello scorso Dem festival quando Pd (Lorenzo Cei), Azione (Gianni Assirelli) e Sinistra italiana (Nicola Ferraro) hanno dato vita ad un dibattito sul futuro della città. Un momento passato sulle prime sotto traccia ma che, di recente, è tornato alla ribalta sia in un’intervista su questo blog di Lorenzo Cei che in una dichiarazione su il Tirreno di Brenda Barnini che l’ha definito “un ottimo punto di partenza”, alludendo chiaramente a possibili alleanze elettorali per il 2024
Nicola Ferraro, coordinatore di zona empolese-valdelsa di Sinistra italiana, come ti sei avvicinato a quel dibattito al Dem?
Mi fu chiesto di partecipare ed un invito non si rifiuta. Ho partecipato volentieri, vivendolo come un tranquillo scambio di opinioni fra referenti di partiti politici.
E poi come ne sei uscito?
Con qualche sorpresa. Ho notato, specie da parte di Lorenzo Cei, dei punti di contatto che non credevo ci fossero. Quindi direi un confronto sicuramente positivo.
Quali sono questi punti di contatto?
Le questioni legate al lavoro o quelle sociali. Devo dire che, specie da parte del segretario empolese del Pd, c’è la consapevolezza che stiamo vivendo una fase politica diversa rispetto a qualche anno fa.
Solo in Cei vedi questo?
Il senatore Parrini o la stessa sindaca Barnini mi pare siano più fermi su posizioni che erano plausibili qualche anno fa. Ora il quadro è cambiato radicalmente e certe posizioni andrebbero riviste.
Fra voi e il Pd, però, ci sono questioni che fino ad oggi vi hanno diviso. Parlando a livello locale, la multiutility su tutte. Può essere un ostacolo ad un possibile accordo?
Assolutamente sì. Per continuare nel dialogo bisogna che da parte loro ci sia una svolta da questo punto di vista.
Personalmente come vedi la questione multiutility?
Il progetto è in stato avanzato e pensare che si possa tornare indietro facendo un’inversione a U mi pare difficile. Certi passaggi, però, possono essere indirizzati in modo differente rispetto all’inizio e ci sono questioni di principio che lasciano a desiderare, su tutte il controllo di beni comuni ed essenziali da parte dei cittadini e dei suoi rappresentanti. Si dovrebbe arrivare ad evitare che il processo finisca in borsa.
La discussa questione dell’acqua pubblica, è un altro tema rilevante che vi divide dal Pd
Credo che l’acqua pubblica, essendo in scadenza le concessioni nel 2031, sia una tema da affrontare in campagna elettorale perché è una scelta che condizionerà i futuri dieci anni. Io non dimentico, poi, che c’è stato un referendum sull’acqua pubblica nel quale i cittadini si sono espressi chiaramente. Non si può certo arrivare ora a dire che non si fa.
Parliamo di temi politici locali: si può dire che siete già nel governo cittadino visto che Marconcini è un vostro tesserato?
La questione è semplice. Marconcini ha fatto un percorso politico che l’ha portato ad entrare nella giunta nel 2019 come espressione della lista Radici e futuro. Solo dopo ha preso la tessera con Sinistra italiana, oltretutto in una fase positiva di iscrizioni del nostro partito. Il suo percorso è stato quindi diverso rispetto a quello del partito a livello locale. Le polemiche che a volte leggo sono strumentali.
In quell’incontro al Dem c’era anche Azione: avete con loro punti di contatto?
Il dialogo si fa sempre con chi ci sta ma non nascondo che in quella sede avrei preferito vederci i Cinque stelle. C’è stato comunque un criterio di scelta e quindi va bene così. Io credo che, in vista del 2024, si debba provare ad instaurare un punto di incontro sia con i grillini che con lo schieramento più a sinistra. Vediamo se ci si fa, anche se sarà molto difficile visti i temi in ballo. La cosa fondamentale è che ogni futura intesa sia fatta sui contenuti. E’ chiaro che il Pd è il partito più strutturato ed organizzato, ma è anche vero che se, in una futura alleanza ci sarà la sinistra o no, dipende anche da noi.
Nel 2019 avete sostenuto Beatrice Cioni e te eri in lista, nel 2024 pensi che potrà cambiare qualcosa?
Io non solo ero in lista ma mi sento rappresentato da Leonardo Masi e Beatrice Cioni sia personalmente che politicamente, come gran parte del nostro gruppo. Però è anche vero, e lo dirò anche a loro, che bisognerebbe provare a vedere di trovare un percorso per confrontarci per il governo della città con l’obiettivo di portarci dentro più sinistra.
E’ un po’ l’idea che aveva nel 2019 Massimo Marconcini
Sì, ma allora Massimo ha sbagliato perché non c’erano le condizioni per farlo, come poi si è visto dalle scelte fatte dalla giunta Barnini. Io credo che, con la segreteria nazionale della Schlein e quella regionale di Fossi, il Pd o cerca di definire chi vuole essere oppure rischia che l’elettorato gli volti le spalle, come si è visto anche nelle recenti amministrative. Oggi il quadro politico, come accennato prima, è del tutto diverso.
Marco Mainardi
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