Portare a zero la percentuale di popolazione esposta a superamenti del valore limite di biossido di azoto (NO2) e materiale particolato fine (PM10), ridurre la percentuale della popolazione esposta a livelli di ozono superiori al valore obiettivo, mantenere una buona qualità dell’aria nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono stabilmente al di sotto dei valori limite, aggiornare e migliorare il quadro conoscitivo e di diffusione delle informazioni. Questi gli obiettivi generali che dovrà contenere il Piano regionale per la qualità dell’aria-ambiente (Prqa), illustrati dall’assessora all’Ambiente Monia Monni nell’informativa al Consiglio regionale. L’assessora ha sottolineato come il nuovo Prqa “si pone, sotto il profilo degli obiettivi, in continuità col piano vigente, ma prova a rafforzarne le linee di intervento e le azioni anche grazie alle risorse che il Ministero dell’Ambiente metterà a disposizione per garantire il rientro nei valori limite nel più breve tempo possibile, con particolare attenzione alle aree di maggiore criticità”.
“Le azioni – ha continuato – sono finalizzate a incidere sulle principali sorgenti di inquinamento e quindi prevalentemente sul riscaldamento domestico a biomasse, per quanto riguarda le polveri fini, e sul traffico per quanto riguarda gli ossidi di azoto”.
Tra le aree di maggiore criticità emergono quella della piana lucchese e pistoiese e del Comune di Firenze, che sono state oggetto di sentenze della Corte di Giustizia Europea per superamento di PM10 e NO2.
Monni ha ricordato le principali azioni messe in campo tra il 2020 e il 2023 nel Comune di Firenze, dove è stata istituita un’area a traffico limitato, in cui è vietata la circolazione alle autovetture ed ai veicoli commerciali ad alimentazione diesel fino ad Euro 4, e sono stati attivati incentivi per la riqualificazione/dismissione dei veicoli diesel. “La nuova edizione del bando per il 2022-2023 – ha detto – in corso di svolgimento, ha una dotazione finanziaria pari a 2,5milioni di euro (risorse ministeriali) ed è stato esteso anche ai veicoli diesel Euro 5”.
Per quanto riguarda l’area della piana di Prato, Pistoia e Lucca, Monni ha evidenziato il programma di finanziamento per l’erogazione di contributi ai cittadini residenti nelle zone di superamento dei limiti, per sostituire gli impianti di riscaldamento a biomassa con impianti di condizionamento a basso impatto ambientale con una dotazione finanziaria di 1milione di euro, a cui si aggiunge il programma di contributi rivolti alle piccole aziende agricole e ai cittadini titolari di coltivazioni arboree, pari a 500mila euro.
A questo quadro, ha continuato, “si aggiungono azioni recenti tra cui il protocollo di intesa col Comune di Firenze relativa al piano straordinario di interventi per il miglioramento della qualità dell’aria e la costituzione di un tavolo di monitoraggio tecnico con Arpat e Lamma per le misurazioni”. Sulla piana lucchese “si è proseguito a estendere il monitoraggio in altre aree, attivando due centraline mobili, una a Montecatini e una Pescia, al fine di indagare con maggior precisione il fenomeno delle polveri fini. Su suggerimento del Consiglio regionale abbiamo anche deciso di farci carico dei bandi connessi alla sostituzione degli impianti a biomasse e per l’acquisto dei biotrituratori”.
“Fondamentali sono sia la continuità del sistema di monitoraggio della qualità dell’aria – ha detto Monni –, che avviene con una rete strutturata, sia la redazione di un piano conoscitivo molto dettagliato e in continua evoluzione che ci consente l’aggiornamento periodico delle sorgenti emissive in atmosfera (IRSE)”.
“Siamo prossimi alla definizione di accordo fondamentale con Ministero dell’Ambiente che metterà a disposizione misure che accompagneranno i divieti, mirate ad annullare i potenziali effetti economici – ha ribadito Monni –. L’importo è di 25milioni di euro, un risultato prezioso, importante, che ci consentirà di rifinanziare alcune azioni dell’accordo del 2020, ma anche di accompagnarle con ulteriori misure, emerse dal confronto ai tavoli con i comuni interessati, come il finanziamento nell’ambito della riconversione degli impianti di riscaldamento con pannelli fotovoltaici e pompe di calore o, per l’area fiorentina, incentivi per l’acquisto dei titoli di trasporto pubblico locale e di interventi per favorire la mobilità ciclabile. Adesso inizia un lavoro col ministero per accelerare la messa a disposizione delle risorse. Noi puntiamo molto all’implementazione del quadro conoscitivo che rende possibile la modulazione degli interventi”.
La presidente della Commissione Territorio e ambiente, Lucia De Robertis (Pd) ha sottolineato come “al nuovo piano affidiamo un compito strategico del percorso della transizione ecologica, che vede impegnata la nostra Regione e che deve andare oltre l’emergenza. Tante misure sono state poste in essere finora per superare le criticità. Erano opportune, ma avevano il carattere della straordinarietà. Gli interventi messi in atto ci hanno permettono adesso di superare la fase emergenziale. Discutere di questo piano sarà l’occasione per migliorare il rapporto con i cittadini affinché le misure per migliorare la qualità dell’aria non siano più viste come proibizioniste, ma diventino patrimonio culturale di ognuno di noi”.
Irene Galletti (Movimento cinque stelle) ha evidenziato come “rispetto alla precedente legislatura qualche passo avanti è stato fatto. Le iniziative messe in campo sono servite ad approfondire la conoscenza del problema, ma hanno bisogno di uno sforzo ancora maggiore”. Galletti ha sottolineato l’importanza del monitoraggio. Illustrando le due proposte di risoluzione collegate all’informativa da lei presentate, ha chiesto di ripristinare le funzioni del Coordinamento regionale per la gestione degli aspetti sanitari in tema di ambiente e salute (Coreas) “in quanto il problema, oltre a connettersi a una riduzione degli sforamenti, è di tipo sanitario”. Tra le richieste anche quella di “intervenire presso il Governo affinché siano eliminati o ridotti i sussidi alle fonti fossili, la necessità di incrementare le centraline di rilevamento dell’aria in prossimità di distretti industriali, autostrade, aeroporti, porti, interporti e inceneritori, oltre a prevedere piani di investimenti pubblici per la ristrutturazione energetica profonda”.
Critico il consigliere Andrea Ulmi (Lega): “Il piano regionale della qualità dell’aria in definizione mi sembra debole da un punto di vista sanitario – ha detto –. La Toscana nel 2017 ha istituito un Coordinamento regionale dove c’è di tutto di più. Mi chiedo: esiste ancora? Che cosa ha fatto visto che nel novembre 2020 e nel maggio 2022 sono arrivate le sentenze della Corte di Giustizia europea per il superamento dei valori PM10 delle piane di Lucca, Prato e Pistoia e per il superamento dei limiti di biossido di azoto nell’agglomerato di Firenze? Nel documento che ci viene presentato oggi è citato il piano sanitario sociale integrato regionale, che è una bella lettera di intenti, in cui si dice tutto e niente. Monitoreremo quanto detto e scritto, affinché si traduca in fatti”.
“Leggendo l’informativa, il quadro della situazione che viene dato è un po’ parziale”, ha osservato il vicepresidente della commissione Ambiente, Alessandro Capecchi, che rileva un “rapporto non felicissimo con il mondo delle autonomie, dopo parere del Consiglio delle autonomie locali. Il quadro è in continua evoluzione e in qualche modo è determinato più sotto un profilo emergenziale, per via delle due procedure d’infrazione. Auspichiamo tutti che il negoziato che si è aperto possa portare a soluzioni che vadano nella direzione della miglior qualità possibile dell’aria e della tutela della salute dei cittadini. Parziale fallimento del sistema dei bandi fatti negli anni rispetto al rinnovo dei caminetti, delle stufe a biomassa, che non ha prodotto quasi nulla in termini di ricambio. Sulla parte degli interventi, si fa un po’ una mozione degli affetti e non è tutta colpa dell’assessorato all’ambiente, perché ci si muove in un quadro programmatorio che di fatto non è ancora operativo. Sulla programmazione: sull’accatastamento e sugli incentivi per il cambio delle stufe a biomassa, stenta ancora oggi a trovare applicazione concreta. Accordo di programma sottoscritto col ministero, aggiornamento può essere fatto. Apprezzabile, ancorché poco identificato, il ragionamento sull’educazione ambientale”.
“Questa informativa non è un mero adempimento formale, l’impegno dell’assessora recepisce e rilancia un lavoro che parte da lontano, non a caso la Toscana è stata tra le prime Regioni, insieme alla Lombardia, che hanno voluto predisporre una rete di rilevamento molto puntuale”, ha esordito la consigliera Federica Fratoni (Pd), che con il suo intervento ha illustrato. “L’obiettivo è non esporre cittadini al superamento dei limiti sia per quanto riguarda le polveri sottili che il biossido d’azoto. Per riuscirci, c’è bisogno di un contributo formidabile che deve arrivare dai territori. L’assessora sta facendo un lavoro preziosissimo nell’ambito di una strategia che nasce da tempo. La zona della Piana pistoiese è uscita dagli sforamenti e dalle emergenze, i parametri di Firenze sono migliorati. C’è continuità di condotta e continuità di rapporto con i livelli comunali. C’è scarsa visione e responsabilità nelle prese di posizione espresse dalle opposizioni. La proposta di risoluzione del Partito democratico – ha aggiunto Fratoni – evidenzia che per raggiungere obiettivi significativi c’è bisogno di proseguire questo percorso, sostenere le aree, fare forse una verifica sulla rete di rilevamento per capire se dopo cinque anni di rodaggio è adeguata. Non si tratta di incrementare una rete, ma di rendere efficace, efficiente e rappresentativa. C’è bisogno di un’azione europea, che pone la sostenibilità come cifra ricorrente ed è chiaro che la qualità dell’aria rientra esattamente in quest’ottica. Noi rappresentanti delle zone della Piana Valdinievole e Lucchesia per le polveri sottili e Firenze per biossido di azoto, l’azione di supporto della Giunta ai territori, agli incentivi per le famiglie”.
Secondo Massimiliano Baldini (Lega) c’è “necessità di un continuo confronto, con assoluta lealtà, per licenziare i provvedimenti migliori possibili. Il principio della tutela della salute è un riferimento assoluto, elemento imprescindibile di ogni intervento legislativo. Uno degli elementi più importanti è l’informativa ai cittadini, affinché abbiano consapevolezza piena dell’importanza di questi provvedimenti. C’è stato un tentativo d’impegno della Giunta, non so quanto sia stato sufficiente – ha proseguito Baldini –, in un quadro di difficoltà più grande, perché controllare le eventuali situazioni di mancato rispetto delle normative è difficile”. Il consigliere ha richiamato il richiamo Corte ci hanno richiamato a situazioni di mancato rispetto. L’ipotesi di condanna, con pesante riscontro economico sulla Regione, rischio di andare a colpire i capitoli di spesa, tagliando i pulmini a causa del mancato rispetto di quelle normative. Tema che riguarda anche Firenze, il costo di queste politiche va sulle spalle delle classi più deboli. Non dobbiamo perdere di vista i riscontri concreti sui territori, perché alla fine si lavora per le comunità e per i cittadini. Non bisogna dimenticarci che larga parte dell’inquinamento nasce anche dall’inadeguatezza delle infrastrutture. Su questo, la presenza del ministro delle infrastrutture negli ultimi mesi così tante volte a Firenze a fianco del presidente Giani mi ha fatto piacere”.
“L’auspicio è che la presenza del ministro Salvini possa davvero risultare utile alla Toscana, non solo per la realizzazione delle infrastrutture”, ha dichiarato Valentina Mercanti (Pd), in riferimento alle nuove direttive europee. “Si deve tenere conto delle specificità locali, conosco bene la realtà di Lucca. C’è grande difficoltà a far percepire alle persone che l’utilizzo del caminetto rappresenta un problema per la salute. Il tema è molto importante e molto delicato, l’attenzione c’è stata, mi auguro che si prosegua con la via dei bandi, sperando che gli iter burocratici siano sempre più semplici”, ha proseguito la consigliera, ricordando che “nell’ultimo bilancio avevamo fatto un ordine del giorno collegato per chiedere che d’ora in poi si tenga conto del problema delle Pm10 in ogni atto della Regione. Si tratta di temi difficili, serve una campagna d’informazione nazionale. Alla Regione chiedo di proseguire nella campagna di sensibilizzazione”.
“Aprirei dicendo ‘viva i caminetti’, perché valuto questo approccio prevalentemente ideologico, molto infantile e inefficace e privo di coraggio”, è stata la replica in Aula del consigliere Diego Petrucci (Fratelli d’Italia). “Per andare da Livorno a Lucca, i toscani impiegano in treno oltre un’ora – ha dichiarato Petrucci –; da Firenze a Siena un’ora 48 minuti; da Siena a Grosseto non si sta sotto le due ore, da Grosseto ad Arezzo 4 ore e 52 minuti. Poi ci si domanda perché si viaggi in auto”. La responsabilità, ha proseguito Petrucci, è di “chi ha governato questa regione in questi decenni, lasciando che la rete ferroviaria rimanesse ferma per decenni. È completamente inesistente una politica di attenzione alle vie d’acqua, nonostante abbiamo un sistema paragonabile a quelli del Nord Europa. Questo documento, questo vostro approccio è abbastanza inutile rispetto al problema. I mezzi più inadeguati e più inquinanti sono i mezzi pubblici, mezzi giganteschi altamente inquinanti. È inutile fare la ramanzina col dito puntato al pensionato che non ha i soldi per cambiare l’auto e mandare in giro questi giganti. In sanità non riuscite ad avere una politica di efficientamento energetico. È più facile prendersela con i caminetti”.
Per il portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega), “i dubbi nascono sulla coerenza con atti di programmazione regionale. Rispetto alla proposta di risoluzione del Pd, non si cita il richiamo alla legge regionale sui camini, alla legge 16, e sappiamo tutti qual è la difficoltà dei sindaci. Si vanno a toccare le popolazioni meno abbienti, con difficoltà importanti. Il provvedimento è molto ideologico”. Landi ha avanzato “una richiesta: capire cosa è stato fatto sull’accordo di programma per l’adozione delle misure per il miglioramento della qualità dell’aria in Toscana, sottoscritto nel febbraio 2020 dal presidente Enrico Rossi con il ministro Costa. L’accordo prevede anche monitoraggio, dei tavoli e un investimento di alcuni milioni di euro. L’inizio di questa discussione va benissimo – ha concluso Landi –, spero che il mio intervento venga recepito come costruttivo”.
Il capogruppo del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli è intervenuto in conclusione del dibattito, “per una conoscenza personale rispetto ad alcune affermazioni che ho sentito negli ultimi due interventi” e ha espresso “apprezzamento per la comunicazione dell’assessora e per la giusta direzione di marcia. Sul trasporto pubblico: quando sento parlare della flotta che ha un’età molto avanzata, questi mezzi erano in dotazione delle vecchie aziende, prima dell’ultima gara. Aziende che erano proiezioni e sviluppo delle vecchie municipalizzate, che fino a un certo punto venivano additate dalle opposizioni come carrozzoni, sistemi di potere. Quando è partita la gara e sono cambiate alcune amministrazioni in Toscana, dagli stessi banchi si è scoperto il valore delle stesse aziende. Sulle tranvie – ha aggiunto Ceccarelli –, la città di Firenze è all’avanguardia per lo sviluppo tranviario, quantomeno nel nostro Paese. Sulle ciclovie: in cinque anni, sono state incrementate di mille chilometri, la Toscana per prima si è dotata di una legge per favorire la mobilità ciclistica. Si può fare di più e meglio, certo. Il Piano consentirà di farlo. Le infrastrutture di cui state parlando sono tutte di carattere nazionale e per quanto riguarda l’impegno della Regione, il raddoppio della Pistoia-Lucca e il raddoppio ed elettrificazione della Granaiolo-Empoli, è frutto di un accordo con Rfi: infrastrutture statali, sulle quali la Regione Toscana ha messo 250milioni di euro”.
“Dobbiamo andare oltre l’emergenza, e il primo elemento che ci serve è la conoscenza, per poter intervenire in maniera efficace e puntuale, attraverso misure da inserire in un contesto ampio, quindi il piano della qualità dell’aria troverà la sua giusta cornice nel piano della transizione ecologica”. Così l’assessore Monia Monni, nell’intervento di replica, che ha spaziato dall’importanza del monitoraggio al rafforzamento dell’Arpat, dal dialogo aperto con l’Europa alla gestione dei bandi da parte della Regione, per spingere in avanti senza lasciare nessuno indietro, “per raggiungere insieme obiettivi importanti”.
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