Facce vivaci o pensose, barbe monastiche, pizzi alla moschettiera, volti asceticamente rasati e devoti non solo inquadrano i protagonisti dell'epoca in cui vissero, ma ci aiutano a comprendere le realtà, la vita con i suoi problemi e i drammi di cui è intessuta la storia della diocesi.
Ecco che i volti dei vescovi, dal 1622 fino ad oggi sono stati riproposti e interpretati dai pittori attraverso un progetto lungo un anno, dall'Unione Cattolica Artisti Italiani di San Miniato. Lo scopo è di raccontare attraverso una chiave contemporanea i pastori della diocesi.
La galleria dei ritratti nella sala capitolare presenta molti ritratti coevi ora scuriti dal passare del tempo, alcuni quasi invisibili,
sicuramente con la necessità di essere restaurati. Da questo presupposto, foto dei vecchi ritratti alla mano, nello studio di molti
pittori è partita l'opera di riproporre le figure episcopali, partendo dal ritratto "originale" con la libertà di espressione dove non era possibile scorgere dettagli e colori.
"Nel Giubileo dei quattrocento anni della nostra Diocesi, - spiega il vescovo di San Miniato Giovanni Paccosi - l’idea dei membri della sezione locale dell’Unione Cattolica Artisti Italiani, nella sua originalità di proposta corale, coglie un aspetto decisivo della Chiesa, come Gesù l’ha voluta. La storia della Chiesa è infatti una storia di volti, di persone concrete, e nel ritrarre i volti dei pastori che hanno guidato la Chiesa di San Miniato, si sottolinea questa consistenza di una vita in cui le
persone, ogni persona, rispondendo alla chiamata del Signore, edifica il suo corpo.
Idealmente perciò, la mostra va oltre i ritratti specifici, quasi suggerendo in essi il volto di ogni cristiano che ha edificato la Chiesa, guidata in ogni epoca dai pastori rappresentati. La fede dei santi, il fiorire dei carismi diversi, il succedersi di incontri e di storie, il sorgere di opere che ancora oggi ravvivano la nostra Diocesi, sono riflessi nei volti dei pastori".
Matita, acquarello, olio, intagli, tecniche personali, bianco e nero o colore. Ed ecco che settimana dopo settimana, dalle tele, pennellata dopo pennellata i vescovi sono tornati a mostrarsi. Solo il vescovo Paolo Ghizzoni non è stata riproposto, essendo già disponibile negli uffici della curia, un bellissimo quadro che lo ritrae realizzato da Giuseppe Lambertucci.
Accanto a ogni presule una breve descrizione ne evidenzia i tratti, il periodo e le opere insieme allo stemma episcopale ridisegnato a manoda Rosaria De Biasio con la blasonatura araldica di Michele Fiaschi.
"Una iniziativa che coniuga, cultura, fede, tradizione e pittura che ci fa comprendere meglio uno spaccato della vita e della storia di San Miniato e dei comuni che fanno parte del territorio della diocesi - spiega Fabrizio Mandorlini, presidente di Ucai San Miniato -. E fa comprendere, attraverso le opere e le iniziative intraprese lungo i secoli, quale importante contributo sia stato fornito dalle scelte dei vescovi al patrimonio artistico, architettonico e sociale di tante realtà. Oggi quello che vediamo e quello che abbiamo è anche la somma di iniziative e proposte che con lungimiranza furono effettate nei secoli scorsi".
I ritratti che costituiranno la mostra sono stati realizzati da Silvana Fedi, Bruno Tamburini, Alma Francesca, Claudio Occhipinti, Simonetta Fontani, Marina Romiti, Sara Baldinotti, Lorenzo Terreni, Paola Pini, Vilma Checchi, Lorenzo Raspanti, Sara Vaglini, Silvana Soldaini, Daniela Sandoni, Gerardina Zaccagnino, Lori Bagnoli, Giuseppe Lambertucci, Agnese Trinchetti, Lucia Marconcini, Lorella Consorti, Fulvio Persia, Rossana Piccardi, Saura Simoni, Sabrina Rossi, Anna Napoli, Mara Faggioli, Elena Pitzalis, Agnese Trinchetti, Rosaria De Biasio.
Accanto ai ritratti di Francesco Nori, Alessandro Strozzi, Angelo Pichi, Pietro Frescobaldi, Giovan Battista Barducci, Mauro Corsi, Giacomo Antonio Morigia, Michele Vasco Visdomini Cortigiani, Giovanni Francesco Maria Poggi, Andrea Luigi Cattani, Giuseppe Suares De La Concha, Domenico Poltri, Francesco Brunone Fazzi, Pietro Fazzi, Torello Romolo Pierazzi, Francesco Maria Alli Maccarani, Annibale Barabesi, Pio Alberto Del Corona, Pietro Maffi, Carlo Falcini, Ugo Giubbi, Elia Dalla Costa, Felice Beccaro, Antonio Giuseppe Angioni, Marino Bergonzini, Paolo Ghizzoni, Edoardo Ricci, Fausto Tardelli e Andrea Migliavacca ci saranno anche le figure di Maria Maddalena d’Austria e del canonico Andrea Romolo Bonaparte. Insieme ad essi è stato riprodotto San Genesio, patrono della diocesi, da Sauro Mori.
Intanto resta da capire se ci sarà anche il ritratto del vescovo Giovanni, arrivato da pochi mesi o se sarà lasciato ai posteri la realizzazione. I profili pittorici sono stati inoltre riservati anche agli ultimi sacerdoti diocesani che sono stati promossi alla soglia episcopale e di cui è stata rinvenuta una documentazione iconografica o fotografica: ecco che potremo trovare le figure dei vescovi Pietro Maria Vannucci, Gustavo Matteoni, Sabatino Giani, Faustino Baldini, Giulio Matteoli, Gioacchino
Salvetti e Carlo Ciattini.
Ma la mostra "I vescovi nei 400 anni della diocesi - I volti dei pastori interpretati dai pittori" non esaurisce qui la propria proposta perchè ci saranno altre iniziative al momento in fase di definizione.
L'allestimento, coordinato da Alma Francesca, sarà realizzato in modo da apprezzare, insieme ai dipinti dei vescovi, la bellezza degli affreschi del Bamberini.
Appuntamento sabato 3 giugno alle ore 10,45 per l'inaugurazione (santuario del SS.mo Crocifisso a San Miniato) con il vescovo Giovanni Paccosi e le autorità. Tutti sono inviati a partecipare. La mostra rimarrà aperta fino a domenica 2 luglio con orario dalle ore 8,30 alle ore 17.30.
Poi sarà a disposizione per essere allestita in altri paesi e parrocchie su richiesta.
Fonte: Diocesi di San Miniato
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